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Siamo tutte tipe da spiaggia

Arriva l’estate: a fronte dello stress da prova costume considerazioni su normatività e consapevolezza dei corpi.

E così alla fine è arrivata, hai provato in tutti i modi a rimandare, a rinviare ma dopo i 40 gradi all’ombra non si poteva più fare a meno: è l’ora di andare al mare… e quindi di fare la prova costume!

È arrivato il momento di fare i conti con le patatine fritte, le paste notturne e le colazioni tarde. Pensavi che fosse tutto a posto, ma invece non è così. Insomma diciamocelo chiaro: non è che hai mai avuto un fisico da copertina. Nel momento in cui vanno le 38, tu rimani il prototipo della donna mediterranea, magari andavi bene ai tempi del neorealismo italiano, quando le curve facevano ancora parte della realtà, quando la donna manteneva una relazione con le forme concrete della vita. Ma oggi, in un momento in cui la magrezza è esaltata come unica forma di bellezza, le tue curve varcano sempre più la soglia del grasso e sempre meno quella dell’accettazione.

Certo diciamocelo quest’anno è anche un po’ peggio degli anni scorsi. Eppure ogni anno è andata così, dall’adolescenza in poi. Hai passato gli ultimi 15 anni a dirti che saresti dovuta dimagrire non tanto, magari due chili, sempre vicina ma non abbastanza, per ritrovarsi alla fine sempre non contenta. Ed eccoci qui, di nuovo, per l’ennesimo anno: ti devi mettere in bikini di fronte a tutti ancora una volta. Devi fare vedere i tuoi chili in più, le tue smagliature – quelle linee bianche che scorrono sui tuoi seni e sulle tue gambe, che hanno segnato sul tuo corpo ogni fase della tua crescita – devi fare vedere i tuoi seni bianchi, i tuoi fianchi tondi e il tuo culo piatto.

Igiaba Scego in un bellissimo pezzo su Internazionale, ci racconta la storia dell’invenzione della cellulite, un vero tormento per lei donna italosomala dotata di chiappa africana. Ma non va meglio per noi donne bianche dotate di chiappa mediterranea, sulle nostre gambe, del resto, sembra che le arance di Sicilia abbiano lasciato tutte le loro bucce. Insomma pare che anche le più grandi intellettuali per una volta siano state tramortite dal pensiero della prova costume.

Certo tu ci provi, ma quando arrivi in spiaggia e ci sono queste donne con questi corpi perfetti oppure di fronte a questi cartelloni pubblicitari giganti con donne sempre perfette: ti chiedi il perché delle matriciana e del vino, e giuri che da domani non mangi più e vai solo in palestra! Forse è così che si sentivano le donne di Londra camminando tutti i giorni nella metro di fronte alla pubblicità di una marca di creme che recitava: “Are you beach body ready?” con una donna perfetta con aria amicante. Le londinesi, invece di sentirsi grasse e brutte e comprare la crema, hanno risposto con la campagna “#EachBodysReady”, la petizione per eliminare la pubblicità ha raccolto migliaia di firme, sovvertendo il messaggio pubblicitario: Tutti i Corpi Sono Corpi da Spiaggia!

Il nuovo sindaco di Londra non è potuto rimanere indifferente di fronte a questa esplosione di proteste e ha così vietato nella metropolitiana questo tipo di pubblicità, dicendo: “sminuisce le persone, in particolare le donne, facendole vergognare del proprio corpo”. Peccato che in Italia molti giornali (tra cui Massimo Gramellini sulla Stampa) abbiano commentato questa decisione solo facendo riferimento alla religione del sindaco Sadiq Khan. È musulmano vuole vietare le donne nude!

Ci pensi un po’: e quindi dobbiamo vietare le donne nude? O forse dobbiamo far proliferare le immagini di TUTTE le donne, anche nude?

Poi ti guardi intorno nella spiaggia e ti rendi conto che oltre quelle donne con i loro corpi perfetti ce ne sono tante altre, con bei corpi ugualmente: più alte, più basse, più magre, più grasse, con la cellulite o senza, culoni, fianconi, tettone o magari senza tette e pure troppo magre. Donne nere, latinos, asiatiche. Ci sono donne disabili dalla nascita, o che lo sono diventate, donne incinta col pancione, donne che allattano. Insomma, ti rendi conto che siamo tante e tutte diverse: ci accomunano le stesse paranoie, la stessa pressione sociale che viviamo direttamente sulle curve dei nostri corpi, le stesse ansie da prestazione. Continuiamo a straziarci per compararci con immagini di donne ormai surreali: bianche, magre, alte e belle.

Sarà il caldo o la voglia di vacanze, alla fine siamo tutte in spiaggia, tutte in costume, a prendere il sole o a giocare a racchettoni. E in qualche modo un percorso di accettazione, più o meno conscio, ci ha portate sul litorale.

Quindi diventa anche tu una vera tipa da spiaggia in tre mosse: 1) prendi un libro femminista 2) metti il bikini 3) porta il tuo corpo sulla spiaggia! E ricordati non c’è niente di più bello che la consapevolezza del proprio corpo!