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ITALIA

Italia-Israele, corteo a Udine: non si gioca con il genocidio

Martedì 14 ottobre una mobilitazione contro il genocidio in Palestina attraverserà la città di Udine, in contemporanea alla partita di calcio Italia-Israele valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali di calcio. Dalla piazza la richiesta di non giocare la partita, e di escludere Israele da UEFA e FIFA

In vista della partita, dopo mesi di proteste e settimane di immense mobilitazioni contro il genocidio in Italia e nel mondo, si terrà domani una prima manifestazione a Roma presso la sede della FIGC. Per lunedì 13 ottobre alle 15.30, è stato infatti lanciato un presidio con lo slogan «Tifiamo Palestina: Italia-Israele, questa partita supporta il genocidio, fermiamola». Lo scorso venerdì 10 ottobre era stata occupata la sede FIGC del Veneto, sempre nell’ambito della campagna “Show Israel the red card”, per chiedere la sospensione di Israele dalle competizioni sportive internazionali come misura di pressione contro il genocidio, l’apartheid e la colonizzazione della Palestina.

Si giocherà martedì 14 ottobre, alle ore 20:45 a Udine, la partita valida per le qualificazioni mondiali di calcio tra Italia e Israele: una partita «che si terrà nonostante le pressioni popolari contro una nazionale che rappresenta pienamente i valori sionisti, una squadra che mai ha preso le distanze dal genocidio che Israele sta commettendo, ma spesso glorificandolo» scrivono dal comitato per la Palestina di Udine. A Udine l’appuntamento è stato lanciato per le 17:30 in Piazza della Repubblica per un corteo che arriverà fino a piazza Primo Maggio. In testa al corteo, scrivono ancora dal comitato, «ci sarà la comunità palestinese, seguita dai comitati per la Palestina e le 300 associazioni che hanno aderito alla mobilitazione. Scendiamo in piazza per ribadire la nostra avversità a uno Stato genocida e colonizzatore e urlare ancora una volta che siamo dalla parte della Palestina, la sua libertà, la sua autodeterminazione, e la sua voglia di giustizia».

Anche in Norvegia, intanto (come vediamo da foto qui sotto a destra, ripresa dal blog Pallonate in Faccia), erano state da tempo annunciate proteste e mobilitazioni contro il genocidio in Palestina in occasione della partita che ieri ha visto affrontarsi ad Oslo la selezione nazionale di casa contro quella israeliana: durante la partita giocata ieri, e vinta 5 a 0 dalla Norvegia, oltre un migliaio di persone sono scese in piazza dal Parlamento allo Stadio, dove la capienza è stata limitata a 3mila spettatori per motivi di sicurezza. Spettatori che hanno esposto una gigantesca bandiera della Palestina e la scritta “Lasciate vivere i bambini” sugli spalti dell’Ullevaal Stadion, dove è stato anche fischiato l’inno israeliano. Come riporta il blog Pallonate in Faccia, la Federcalcio norvegese è una delle poche ad aver chiaramente preso posizione contro il genocidio in Palestina, con la presidente Lise Klaveness che il mese scorso si è detta favorevole all’esclusione di Israele dalle competizioni internazionali, mentre l’incasso della partita di ieri è stato devoluto a Medici Senza Frontiere per financiare progetti umanitari in Palestina. [nota della redazione]

Il comunicato di lancio della manifestazione

Il Comitato per la Palestina – Udine, insieme a tante persone che condividono la nostra analisi e i nostri valori, ha voluto coinvolgere realtà associative, tifoserie, associazioni sportive e la società intera, indirizzando appelli in merito alla partita Italia-Israele, in programma per il 14 ottobre 2025. Riteniamo irricevibile la proposta di giocare comunque la partita devolvendo l’incasso della vendita dei biglietti a Gaza. La nostra volontà di sensibilizzare il mondo sportivo e la cittadinanza rimane la stessa. Scriviamo perché farlo è un imperativo morale: lo stato di Israele sta commettendo un genocidio ai danni del popolo palestinese che vessa da decenni.

Da ottobre 2023 a oggi il conto delle vittime civili supera 65.000 (per lo più donne, bambini e anziani), di questi 650 erano atleti e la maggior parte proprio calciatori. A proposito delle affermazioni: «lo sport non c’entra con la politica» o «gli atleti non devono essere coinvolti dalle guerre» ricordiamo alcuni nomi: Suleiman Al-Obeid, Mohammed Al-Thalatini, Yousef Al-Najjar, Abdul- Qadder Abu-Samra, Karim Shaat, Salah Abu-Dalou, Abdulruhman Abu-Ghola, Sobhi Abu-Samra, Abdullah Jarada, Nasr Jarada, Mohammed Salem. Sono i nomi di dieci ragazzi. Dieci giovani promesse del calcio palestinese. Tutti minorenni. Compagni di squadra nell’Accademia Al-Mohtarefeen. Tutti uccisi dall’esercito israeliano in diversi raid contro i loro quartieri a Gaza City.

Sono oltre 100 i calciatori delle accademie giovanili di calcio palestinesi a essere stati uccisi da Israele, senza dimenticare che a Gaza si conta il più alto numero di bambini e bambine amputate al mondo. Ma ancora, evidentemente, non basta. Gli interessi legati al calcio, interessi che non hanno nulla di sportivo, contano più di migliaia di vittime.

Dobbiamo e vogliamo chiedere con fermezza che la partita del 14 ottobre allo stadio Friuli non si giochi. Lo chiediamo al Governo Italiano, tra i più intimoriti nel condannare lo stato genocida di Israele; lo chiediamo al ministro dell’Interno Piantedosi che, tramite il Prefetto di Udine, impone lo svolgimento della partita; lo chiediamo all’Udinese Calcio – concessionaria dello stadio – che ha dato disponibilità ad accogliere la squadra israeliana e che, attraverso il direttore generale Collavino, si definisce addirittura “entusiasta” di ospitare nuovamente un match di tale livello, come si legge dal sito ufficiale.

Non possiamo fare finta di niente, non possiamo giocare a pallone come se si potesse dimenticare, foss’anche per due ore, l’orrore che devasta la Palestina. Noi, che viviamo in Friuli e amiamo questa terra, riteniamo un affronto che la città di Udine, medaglia d’oro alla Resistenza, si macchi per la seconda volta di tale accettazione. Noi non saremo conniventi.

In un momento in cui appare chiara la grande distanza che c’è tra le istituzioni e il popolo, non vediamo altra scelta che promuovere azioni dal basso. Così chiediamo ai tifosi dell’Udinese – che legittimamente considerano lo Stadio Friuli casa propria – di disertare gli spalti il 14 ottobre e far sentire la propria voce contro lo svolgimento della partita.

Chiediamo a tutti voi – giocatrici, giocatori, dirigenti, genitori e accompagnatori – di non andare allo stadio il 14 ottobre, anche qualora i biglietti della partita vi venissero regalati. Chiediamo a tutte le associazioni e società sportive, di schierarsi per l’annullamento della partita, l’indisponibilità dello Stadio e l’estromissione della nazionale israeliane da FIFA e UEFA.

Infine chiediamo a tutte e tutti di agire e di partecipare al corteo che si svolgerà a Udine il prossimo 14 ottobre. Partiremo da piazza della Repubblica alle 17.30 e attraverseremo il centro di Udine fino a piazza I Maggio.

Comitato per la Palestina – Udine e le decine di realtà partecipanti alle assemblee pubbliche

Immagine di copertina di Luca Mangiacotti

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