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“Erbacce”, una storia di resistenza all’erbicida

Esce per DeriveApprodi Bayer contro Aspirina , la storia della rivista ecoumorista e femminista milanese “Erbacce” che ha attraversato decenni di battaglie fino a rivoluzionarsi nel 2017, dopo uno scontro con il mostro Bayer-Monsanto

Alcune storie di resistenza non vanno raccontate solo perché sono motivazionali per tanti e tante impegnate in lotte sociali, ma ancor di più perché divertono o riescono a essere persino paradossali. La storia raccontata nel libro Bayer contro Aspirina a cura della redazione di “Erbacce”, edizioni DeriveApprodi, è una di queste.

“Aspirina rivista acetilsatirica”, per chi non avesse avuto il piacere di leggerla, è una rivista umoristica femminista e ambientalista, nata a Milano nel 1987, che nel 2013 è passata al formato online. La rivista ha sempre alternato articoli, illustrazioni e fumetti e nel 2017 aveva una redazione composta da 8 donne. In quell’anno però, la storia di “Aspirina” si scontra con una delle più grandi e potenti multinazionali di questo pianeta, la tedesca Bayer, che proprio in quei giorni stava concludendo le trattative per acquisire la statunitense Monsanto, famosa per la produzione di sementi geneticamente modificati. La Bayer-Monsanto, come abbiamo anche raccontato su Dinamo, diventa una sorta di padrone assoluto dell’agrochimica, capace di detenere un quarto del mercato mondiale di sementi e di pesticidi, nonché di esercitare un ruolo di lobbista in qualunque trattativa in merito a regolamentazioni o leggi inerenti l’agricoltura.

 

Eppure, in quel 2017 questo mostro va contro a una rivista femminista che 30 anni prima era nata prendendo ironicamente il nome proprio da uno dei prodotti più venduti della Bayer, l’Aspirina.

 

Lo studio legale della multinazionale infatti scrive alla rivista, e intima il cambio di nome che, a loro parere, poteva confondere i propri clienti e minaccia una causa legale miliardaria che avrebbe senza dubbio fatto scomparire la combattiva ma pur sempre piccola redazione femminista.

Il libro si divide in due parti. Nella prima si narra attraverso racconti in soggettiva delle donne coinvolte, come trascorsero quei mesi che misero seriamente in discussione il progetto fino alla decisione di rivoluzionarlo. Infatti, dopo varie vicissitudini, risate, riunioni e palpitazioni, il collettivo redazionale scelse di mantenere il proprio spirito satirico e dissacratorio e di cambiare nome trasformandosi nell’attuale rivista online “Erbacce”, prendendo ispirazione dal vegetale simbolo per antonomasia della resistenza ai diserbanti e all’agrochimica.

La storia, raccontata con il piglio umoristico che è distintivo di “Erbacce”, diventa poi lo spunto per riflessioni più sottili e amare. Lungo tutto il libro, infatti, corre il parallelismo tra l’estinzione della diversità vegetale provocata dai diserbanti prodotti dalla Bayer e l’estinzione della diversità editoriale che la mega causa minacciata contro la rivista avrebbe comportato.

Nella seconda parte del libro, sempre composta da un racconto-collage a più voci, le componenti della redazione di “Erbacce” parlano del proprio lavoro attuale e delle scelte redazionali che permettono alla loro esperienza di continuare a vivere generando biodiversità editoriale.

 

Sullo sfondo di alcuni racconti vi è la consapevolezza che viviamo un momento in cui la tematica ambientale è tornata ad avere una importante rilevanza mediatica.

 

“Erbacce”, che si occupava di ecologia già trenta anni fa, necessariamente ha ricercato una relazione con chi si attiva oggi. Si parla quindi di cambiamento climatico ma anche dell’incontro tra la redazione e gli attivisti di Extinction Rebellion a Londra, sempre alternando fumetti, illustrazioni e testi.

Il 2019 è stato sicuramente l’anno in cui si sono maggiormente intrecciati movimenti femministi ed ecologista, in Italia e in molte parti del mondo. Oggi anche se siamo ancora in stress post traumatico per quello che ha implicato la pandemia della Covid-19, lottare per difendere la terra e per l’equità di genere rimane lo snodo fondamentale in qualunque prospettiva di cambiamento.

Leggere Bayer contro Aspirina permette allora di acquisire uno sguardo intelligente ed ecoumorista nei confronti di queste tematiche, dato che “Aspirina” prima, “Erbacce” poi, da trent’anni riesce a cogliere e valorizzare la soglia cruciale che unisce ed intreccia ecologia e femminismo. L’augurio, come riporta anche il sito, è allora che fioriscano ancora mille Erbacce capaci di resistere a qualunque pesticida, acerrimo nemico della biodiversità e del pensiero libero.

 

Foto di copertina di Wendi Wei da Pexels