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“Dopesick”, la crisi degli oppioidi

La serie TV Hulu (in Italia su Disney+) racconta l’epidemia silenziosa che negli USA sta uccidendo migliaia di persone. Dagli anni ottanta a oggi, una vera e propria emergenza nazionale, colpa delle multinazionali del farmaco e della scarsa capacità di controllo sui medicinali somministrati. E ancora oggi, le strade degli Stati Uniti sono invase dal Fentanyl

OxyContin è il nome del medicinale a base di oppioidi che dalla seconda metà degli anni Novanta ha conquistato il mercato statunitense, commercializzato come farmaco in grado di far scomparire il dolore senza rendere il paziente dipendente. Purdue Pharma è l’azienda farmaceutica che l’ha brevettato e spinto nel mercato utilizzando politiche di marketing aggressive che le hanno garantito per alcuni anni il monopolio nel settore. Sackler è il nome della famiglia proprietaria della Purdue Pharma; dalla vendita dell’OxyContin ha guadagnato oltre 12 miliardi di dollari. Dopesick è il termine utilizzato per descrivere la condizione di chi cerca di disintossicarsi dagli oppioidi ed è anche il titolo di una serie di otto episodi  prodotta dalla piattaforma Hulu e trasmessa in Italia attraverso il canale Disney+.

Dopesick

Basata sul volume di Beth Macy Dopesick: Dealers, Doctors, and the Drug Company that Addicted America la serie affronta da molteplici prospettive quella che nel 2017 è stata dichiarata dallo U.S. Department of Health and Human Services (HHS) una emergenza nazionale, la crisi degli oppioidi. La serie si apre inquadrando un momento cruciale per il processo che ha portato alla dipendenza da oppioidi negli Stati Uniti: il cambio di paradigma rispetto al trattamento del dolore cronico. Nella serie questo passaggio viene rappresentato attraverso l’idea ‘geniale’ che nel 1986 Richard Sackler presenta agli altri membri della famiglia e del consiglio d’amministrazione della Purdue; creare un nuovo medicinale a base di oppioidi, a rilascio moderato e prescrivibile sul lungo periodo. Vivere senza sentire dolore è la favola vincente che la Purdue venderà prima di tutto ai medici e conseguentemente ai loro pazienti; lo slogan con cui i Sackler imporranno una vita di dipendenza e sofferenza a milioni di statunitensi.

Attraverso le dinamiche della famiglia Sackler Dopesick ci fa entrare nei meccanismi che regolano l’avidità legata al profitto, e ci sbatte in faccia senza fronzoli le varie rimodulazioni a cui l’etica connessa a una impresa che lavora in ambito sanitario può essere soggetta. Ci fa vedere come ai primi segnali di cedimento della favola pubblicitaria che accompagnava l’OxyContin, quando alla casa farmaceutica iniziarono ad arrivare i primi report sui disturbi e la dipendenza che il medicinale creava nei pazienti che lo assumevano, la risposta dei Sackler fu quella di raddoppiare le dosi mettendo in commercio le pastiglie da 20mg. Una strategia mai abbandonata dalla Purdue Pharma che nel corso degli anni invaderà il mercato dei medicinali con le pastiglie da 40mg, quelle da 80mg e arriverà a produrre la pastiglia monstre da 160mg. Una corsa infinita al raddoppio che decuplicava il profitto. Una ‘necessità’ per stare nel mercato.

“Happiness – Dries Verhoeven” (exhibition Real Feelings, August 2021, MU Hybrid Art House). Photography by Hanneke Wetzer, da Flickr

Le responsabilità dei medici

Per raccontare la più vasta e mortale crisi degli oppioidi Dopesick non usa soltanto la prospettiva dei Sackler; a raccontarla sono anche le vite e i corpi distrutti dal rilascio moderato e dall’assunzione sul lungo periodo che doveva essere la peculiarità dell’OxyContin, e le azioni di quei medici, molti anzi moltissimi, che in maniera inizialmente inconsapevole si trasformano in spacciatori. Seguendo la vita del dottor Samuel Finnix partecipiamo a corsi di aggiornamento durante i quali professionisti del marketing pagati dalla Purdue Pharma indottrinano i partecipanti, lo vediamo tornare nella cittadina dei monti Appalachi dove svolge il proprio lavoro con la fiducia di tutti i suoi abitanti e lo vediamo iniziare a prescrivere ricette a base di OxyContin perché è stato convinto che faccia passare i dolori ma non provochi dipendenza.

Lo vediamo trasformare i suoi pazienti in soggetti dipendenti dall’ossicodone, vediamo le dosi prescritte raddoppiarsi perché una volta raggiunta l’assuefazione l’unica strada per non sentire il dolore è passare a un dosaggio maggiore. Lo vediamo anche non sapere cosa fare quando una sua paziente decide di smettere e la dopesick si presenta per la prima volta ai suoi occhi.  La serie ci fornisce anche la prospettiva delle comunità e associazioni di familiari delle vittime che iniziano la battaglia sociale e legale per impedire il commercio dell’OxyContin e denunciano la responsabilità della Purdue Pharma e della famiglia Sackler nei confronti delle centinaia di migliaia di persone morte a causa dei loro medicinali. 

Dal 1999 a oggi negli Stati Uniti più di 840mila persone sono morte di overdose. Nel 2019 il 70% di queste morti sono avvenute anche a causa dell’assunzione di medicinali a base di oppioidi. Da circa due decenni gli Stati Uniti sono invasi da prodotti farmaceutici a base di oppioidi inizialmente commercializzati come prodotti contro il dolore con un tasso di dipendenza basso se non ininfluente.

Dopesick è una lucida e severa critica a un sistema in cui le case farmaceutiche lavorano a stretto contatto con le agenzie governative che ne dovrebbero controllare il buon operato. La serie evidenzia come lo scopo primario di Purdue Pharma fosse conquistare una fetta di mercato; la trasformazione dei pazienti in clienti rende logica la scelta della casa farmaceutica di ignorare i danni che il medicinale stava creando e di investire ulteriormente nella campagna di marketing di OxyContin per salvaguardare il bene più prezioso, la fetta di mercato conquistata. Lo scandalo che ha coinvolto i Sackler e la Purdue Pharma è soltanto l’ultimo di una lunga serie di vicende giudiziarie che hanno coinvolto case farmaceutiche responsabili di negligenza e comportamenti non etici. Vicende che hanno portato loro in dote una cattiva reputazione che ha in qualche misura influito nel generare scarsa fiducia nei loro confronti e sui loro prodotti. 

L’accordo dei Sackler

Le vicende legali della Purdue Pharma e dei Sackler superano gli otto episodi della serie. Mercoledì 1 settembre 2021 la vicenda sembrava conclusa quando la casa farmaceutica è stata dichiarata fallita ed è stata cancellata dal registro dopo che la famiglia Sackler ha firmato un accordo di fallimento con il giudice Robert Drain. L’accordo prevede il pagamento di 4,5 miliardi di dollari risarcimento e l’obbligo di dar vita a una nuova casa farmaceutica, da cui non la famiglia non potrà trarre profitti, che si occupi della ricerca farmaceutica per curare la dopesick. L’accordo contiene però un’altra clausola: nessuno dei membri della famiglia Sackler potrà essere perseguibile per cause legate alla crisi degli oppioidi. Una sorta di salvacondotto per il futuro; la famiglia alleggerisce il proprio portafoglio, rimanendo comunque tra le famiglie più ricche degli Stati Uniti, ma si garantisce un futuro privo di dolori legali.

Seguendo la procedura del diritto fallimentare i componenti della famiglia sono riusciti a evitare in futuro qualunque azione legale che li possa chiamare in causa personalmente per i danni causati dalla fuorviante informazione medica con la quale hanno imposto l’OxyContin sul mercato degli antidolorifici statunitense. Soltanto qualche settimana fa, il 16 dicembre, un giudice federale, Colleen McMahon, ha messo in dubbio la validità giuridica della clausola spiegando nelle sue motivazioni che il diritto fallimentare non può garantire la non perseguibilità per reati che non sono propri di quel ramo del diritto. Le strade sembrano quindi aperte per le circa cinquemila cause di familiari delle vittime di overdose da oppioidi già pronte per chiamare in causa le responsabilità dei singoli membri della famiglia Sackler.

Nel frattempo, ambulatori e strade degli Stati Uniti sono invase dal Fentanyl.

Foto di copertina: un’immagine della serie Dopesick