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Attraversamenti Multipli: venti anni di sperimentazione di nuovi formati performativi

Iniziato il 18 settembre, si conclude domenica 27 negli spazi urbani dell’isola pedonale di Largo Spartaco nel quartiere romano del Quadraro, Attraversamenti Multipli, che quest’anno spegne venti candeline. Il festival crossdisciplinare si accompagna al tema everything is connected – tutto è connesso

Da sempre Attraversamenti Multipli indaga la relazione tra le arti performative contemporanee e il presente attraverso la presentazione di spettacoli e performance site specific nei paesaggi urbani.

Quest’anno, al suo ventesimo compleanno, presenta 28 spettacoli e ospita nel suo programma 20 compagnie di artisti diversi tra di loro per generazione e poetiche, ma accomunati dalla loro ricerca a connettere ed espandere i linguaggi delle arti sceniche contemporanee creando opere innovative che forzano i generi, superano i confini ed esplorano nuovi mondi. Solo per citarne alcuni: Amendola / Malorni, Balletto Civile, C&C Company / Carlo Massari, Andrea Cosentino / Aldes, La Casadargilla, Salvo Lombardo / Chiasma, Margine Operativo, Militant A / Assalti Frontali, Teatro Delle Apparizioni, Valerio Sirna + Arianna Lodeserto / Dom – Andréanne Thiboutot.

Pubblichiamo l’intervista realizzata da Scene Contemporanee ai direttori artistici del festival.

Quale impatto ha avuto sull’offerta di questa ventesima edizione l’emergenza sanitaria? Avete dovuto rimodulare il programma, annullare degli eventi?

Costruire Attraversamenti Multipli nell’anno dell’ emergenza mondiale Covid-19 è stato molto complesso, abbiamo dovuto confrontarci, come tutti, con una situazione inaspettata ed estremamente incerta. Durante i mesi del lockdown ci siamo interrogati a lungo, per capire “come” far vivere l’organismo del festival all’interno di una realtà diversa. E, soprattutto, ci siamo interrogati come far interagire il corpo performativo del festival con i paesaggi urbani in cui si sviluppa tenendo presente le “nuove dinamiche / modalità” di vivere lo spazio pubblico. Sono stati mesi di confronti, incontri, dialoghi nello spazio virtuale /digitale con gli artisti e con le reti e i partner con cui Attraversamenti Multipli è in network. Abbiamo delineato, insieme agli artisti coinvolti, una programmazione di spettacoli e performance in grado di sostenere il confronto con le nuove modalità di relazione con gli spettatori e con gli spazi. Non abbiamo annullato nessun spettacolo. Abbiamo rafforzato in questa edizione la presenza di progetti performativi site specific, creati ad hoc e in esclusiva per il festival, capaci di dialogare con le nuove “modalità relazionali“ determinate da questo presente. Il percorso delle edizioni precedenti sulle connessioni possibili tra arti performative, paesaggi urbani e i pubblici è stato il background che ci ha permesso di affrontare questo anno così diverso dagli altri.
Cercheremo durante il festival di fare in modo che il distanziamento fisico non si trasformi in distanziamento sociale e che il festival sia, come negli anni passati, un luogo accogliente e ospitale. Per costruire questo habitat sarà fondamentale la collaborazione e la responsabilità sociale da parte tutta la comunità che si riunisce intorno al festival, formata da artisti, staff, spettatori. Quest’anno più che mai Attraversamenti Multipli è un atto collettivo.

Il Comune di Toffia, in provincia di Rieti, si riconferma la location che ospita gli ultimi due appuntamenti di Attraversamenti Multipli. Quale legame pre-esisteva, e quale invece state costruendo, con questa cittadina?

È il secondo anno che collaboriamo con gli amministratori locali e con i cittadini di Toffia dopo che negli anni passati avevamo attraversato e coinvolto altri comuni come Calcata, Faleria, Monterotondo, Ladispoli. È una caratteristica del festival, in tutti questi anni, quella di proporre degli eventi in contesti diametralmente opposti alla dimensione metropolitana, ma sempre nell’ottica di creazione di relazioni e interazioni con gli spazi che abitiamo e le comunità che incontriamo. A Toffia abbiamo incontrato un’amministrazione giovane e dinamica e una comunità di cittadini accogliente, e dopo la bella esperienza della edizione 2019 abbiamo programmato anche per quest’anno due giornate del festival in questo contesto. E, in continuità con lo spirito del festival, di connessione con diversi pubblici, anche quest’anno le due giornate che si svolgono nei suggestivi spazi di Toffia il 3 e il 4 ottobre sono dedicate alle nuove generazioni di spettatori, con gli spettacoli rivolti ai giovanissimi, del Teatro delle Apparizioni e dell’artista canadese Andranno Thiboutot, e con lo street concerto dei Veeblefetzer Duo Tascabile.

Si può dire che attorno ad Attraversamenti Multipli si sia riunita negli anni una vera e propria generazione di artisti molto differenti tra loro. Penso ad Andrea Cosentino, Balletto Civile, Salvo Lombardo, C&C Company/Carlo Massari. Posso chiedervi qual è il primo ricordo personale, umano e artistico, che vi viene in mente pronunciando questi nomi? Io ho citato questi, ma se volete potete aggiungerne anche degli altri.

Abbiamo scelto di percorrere questa tappa dei primi venti anni di vita di Attraversamenti Multipli insieme ad artisti, compagnie, progetti che già avevano attraversato il festival in altre edizioni. È una scelta precisa: costruire il festival nell’anno dell’emergenza mondiale Covid-19 è stato complesso e abbiamo scelto di festeggiare questi venti anni con un non-compleanno e “celebrare” questo ventesimo anno semplicemente rilanciando le linee di azione di Attraversamenti Multipli e rafforzando le relazioni con una comunità di artisti. Abbiamo coinvolto artisti che in questi due decenni avevano già partecipato al festival: con molti di questi nel corso del tempo si sono consolidati dei rapporti “multipli” formati da amicizia, di confronto sulle poetiche, sulle estetiche e sulle pratiche artistiche. E queste relazioni umane, artistiche e affettive sono il fiume sotterraneo che dà linfa vitale ad Attraversamenti Multipli. Un festival è un’opera relazionale. I ricordi sono moltissimi e li stiamo raccogliendo in un libro che dovremmo pubblicare il prossimo anno sui venti anni di Attraversamenti Multipli, in cui ripercorriamo il percorso di questi anni e gli incontri artistici/umani.

Una novità assoluta è, correggetemi se sbaglio, “TeleRadio Metropoli”. Potreste parlarci della genesi di questo progetto e spiegarci bene in che cosa consiste?

Teleradio Metropoli è un cavallo di battaglia del festival, un format nato insieme al festival e curato da noi (Margine Operativo), nella ideazione, regia e costruzione dei contenuti, nel corso degli anni ha coinvolto performer ed artisti diversi, e ora nel 2020 dopo qualche anno di pausa ritorna con una nuova veste e con la conduzione curata da L’ultimo Nastro di Krapp.

“TeleRadio Metropoli” è uno show live open air che racconta in modo performativo il festival in diretta da Largo Spartaco attraverso una street tv e radio performativa e un palinsesto audiovisivo in espansione, dove si incrociano la realtà e il fantastico e dove la presenza fisica dei conduttori/performer – Simone Giustinelli e Stefano Patti – e gli interventi live degli artisti coinvolti e il piano virtuale si intersecano continuamente.

Andando a ritroso di vent’anni, quali sono gli elementi di continuità tra la prima e la presente edizione del festival Attraversamenti Multipli? E cosa si impara in vent’anni? In cosa invece sentite di poter ancora migliorare?

Il nome del festival racchiude al suo interno i fulcri intorno a cui ruota: l’attraversamento tra differenti linguaggi artistici del contemporaneo e l’attraversamento/relazione con diversi spazi/comunità/pubblici. Negli anni Attraversamenti Multipli si è rafforzato ed espanso ma gli “elementi fondativi”, i suoi “ pilastri”, sono rimasti a sostenere il suo organismo: l’attenzione ai punti di contatto tra codici artistici diversi, il muoversi in spazi di prossimità tra arte e vita (paesaggi urbani e spazi pubblici ), la predilezione per location particolari, la vocazione al nomadismo, il desiderio di incontrare pubblici diversi, la ricerca/sperimentazione sui progetti site specific, la proposta di formati artistici “strani”, sia da un punto di vista temporale sia spaziale, dagli eventi che iniziano al tramonto per concludersi all’alba del giorno dopo, alle performance di 5 minuti, da un reading di poesia che irrompe durante un dj-set per un pubblico di migliaia di persone, a una installazione pensata per uno spettatore alla volta, a una camminata pubblica di 5 ore. Questi pilastri sono presenti anche nella costruzione e programmazione della edizione 2020, che presenta molti dispositivi site specific e dispositivi spettacoli particolari e che abita gli spazi urbani di Largo Spartaco a Roma e il paese di Toffia. Siamo felici di aver espanso durante questi anni la visione e azione Attraversamenti Multipli: da un contesto metropolitano a quello nazionale e internazionale e di essere riusciti progressivamente a intercettare e a allargare i pubblici con cui il festival si confronta. Siamo convinti che la formazione sia un processo continuo, non si smette mai di imparare. Venti anni sono un pezzo di storia, una parte importante della nostra vita e Attraversamenti Multipli è una parte importante del nostro percorso artistico e umano. La tensione che ci ha accompagnato e che ci accompagna ancora è tesa sempre verso la possibilità della trasformazione e del miglioramento. Il pianeta terra sta attraversando tempi cupi, ma continuiamo ad avere uno sguardo ottimista nella convinzione che ciascuno di noi possa dare un contributo a migliorare la qualità della vita di tutti. A questa visione che continua a credere alle trasformazioni possibili è dedicato questo ventesimo anno nella consapevolezza che siamo tutti interconnessi attraverso relazioni non lineari. Everything is connected – tutto è connesso.

Scene Contemporanee è media partner del festival. Questa intervista è stata pubblicata su Scene Contemporanee il 18.09.2020

Il festival, ideato e organizzato dalla compagnia teatrale Margine Operativo, con la direzione artistica di Alessandra Ferraro e Pako Graziani, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2020 – 2021 – 2022” e fa parte di Romarama, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale in collaborazione con Siae, ed è realizzato con il contributo della Regione Lazio.