editoriale

6 aprile 1252, l’inquisitore arroncolato

La storia di S. Pietro da Verona o Martire, il cui dies natalis (la data di morte) è il 6 aprile 1252, è particolarmente istruttiva, perché cade nel pieno della repressione promossa da papa Innocenzo IV contro i Catari, dopo la prima sanguinosa crociata di Innocenzo III contro gli Albigesi del 1209-1229.

L’Inquisizione, secondo gli storici ecclesiastici, era un istituto di misericordia e di garanzia, perché sottraeva gli eretici all’ira popolare e al linciaggio, riservandoli a procedure garantiste di interrogatorio (tortura compresa). Inoltre, l’abbruciamento temporaneo del corpo del peccatore a volte evitava alla sua anima il fuoco infernale eterno. Tuttavia i target inquisiti spesso furono tanto irriconoscenti che non solo cercarono di sottrarsi al beneficio ma destinarono al santificante martirio i loro benefattori.

La storia di S. Pietro da Verona o Martire, il cui dies natalis (la data di morte) è il 6 aprile 1252, è particolarmente istruttiva, perché cade nel pieno della repressione promossa da papa Innocenzo IV contro i Catari, dopo la prima sanguinosa crociata di Innocenzo III contro gli Albigesi del 1209-1229. Nel 1242 gli occitani di Avignone avevano spedito in Paradiso ben dieci severi inquisitori tutti insieme, scatenando così la seconda crociata anti-catara, che si concluse con la presa dell’ultima loro roccaforte, Monségur, nel 1244 e il rogo di massa di centinaia di resistenti. L‘infezione, “estirpata” nei paesi di langue d’oc, si era però diffusa in Piemonte e Valle padana e proprio a Concorezzo, nel comasco, era sorta una Chiesa catara con migliaia di adepti.

 

Chi erano i Catari e perché ci interessano? Essi segnano il trapasso dalle eresie antiche, prevalentemente teologiche, a quelle moderne, autentici movimenti sociali.

 

Se per un verso i Catari proseguivano una tradizione tardo-antica gnostica e manichea (probabilmente riprendendo dottrine dei Pauliciani anatolici e dei Bogomili balcanici, un cui vescovo, Nikita, aveva partecipato al concilio di Saint Feliu de Caraman nel 1167), cioè un radicale dualismo e svalutazione del corpo e della generazione, per l’altro si facevano interpreti di esigenze di purificazione della Chiesa dal sistema feudale che riprendevano i temi della lombarda Patarìa “stracciona” del sec. XI e ne facevano gli immediati antecedenti del pauperismo francescano. I “poveri di Concorezzo” erano più inclini alla protesta sociale che all’ascetismo anti-procreativo – dunque ancor più pericolosi, autentiche zecche rosse ante litteram. Come in Francia la lotta anti-catara fu un pretesto per l’assoggettamento del Sud alla monarchia, così in Italia fu promossa dal Papato e dai ceti nobiliari per scopi apertamente politici. E politica e popolare fu la resistenza, spesso incoraggiata dai Comuni.

 

Pietro Rosini da Verona, cataro rinnegato e domenicano, fu il martello dell’Inquisizione prima a Firenze poi in Lombardia, non solo efficace predicatore, ma organizzatore di bande armate e roghi, sulla linea “bruciane cento per convertirne dieci”.

 

Imperversò a lungo, finché, in località di Barlassina sul Seveso, incontrò i membri della famiglia Porro che gli piantarono una roncola o un coltello in testa, fissando così la sua iconografia di martire. Seguirono roghi collettivi della comunità catara, replicando su scala minore il genocidio albigese. Ebbe, due secoli dopo, un meraviglioso ritratto da Giovanni Bellini e, nel 2004, un meritato necrologio sulla Padania, come colui che seppe «prendere le parti delle credenze sincere della propria gente».

LIBRI

S. Weil [1942], I catari e la civiltà mediterranea Marietti, Torino 1996

R. Manselli, L’eresia del male, Morano, Napoli 1963 e 1980

E. Le Roy Ladurie, Storia di un paese: Montaillou, Rizzoli, Milano 1977

G.G. Merlo, Eretici ed eresie medievali, il Mulino, Bologna 1989

A. Brenon, I Catari, storia e destino dei veri credenti, Convivio, Firenze 1990.

La cena segreta. Trattati e rituali catari, a cura di F. Zambon, Adelphi, Milano 1997

F. Ereddia, I servi dell’Anticristo. Dissidenti ed eretici nell’Italia medievale, Mursia, Milano 2008

WEB

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