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ITALIA

10 anni dopo: reportage fotografico dai luoghi del terremoto

Alle 3:32 del 6 aprile 2009 a L’Aquila la terra tremò. Sono passati 10 anni da quell’evento e molti meno dalle scosse che hanno cambiato la morfologia del paesaggio dell’Italia centrale, ma la situazione è ancora critica.

L’Aquila sembra un grandissimo cantiere a cielo aperto, con l’odore della polvere che entra nelle narici già prima di arrivare e con flotte di operai e camion che invadono le strade dalla mattina al tramonto. Assomiglia a una città operaia dei primi del ‘900.

Ad Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto, invece, la situazione e il sentimento sono ben diversi. Qui si lavora soprattutto per rimuovere le macerie con la consapevolezza che una reale ricostruzione, forse, non avverrà mai. I paesini sono stati completamente sventrati e gli abitanti sradicati.

Se a L’Aquila, nonostante il preoccupante rallentamento degli ultimi anni, la città sembra prendere forma, qui invece la forma sembra irrimediabilmente perduta. Pochi giorni fa la terra è tornata a tremare ad Amatrice e, insieme alle scosse, ovviamente torna il terrore e lo sconforto.

Un misto di sentimenti, pensieri e suggestioni contrastanti pervadono questi luoghi.

Rimane la certezza che questa ampia porzione di centro Italia rimarrà segnata irrimediabilmente da questa cicatrice che ha ridisegnato l’intero paesaggio antropico e antropologico nel cuore del nostro Paese.

 

 

L’Aquila

La notte del 6 aprile 2009 una scossa di magnitudo 6,3 colse nel sonno migliaia di persone radendo al suolo case, monumenti, edifici storici, ospedali, università. 309 morti e migliaia di sfollati

 

Nelle 48 ore dopo la scossa principale, si registrarono altre 256 repliche. L’epicentro fu individuato a 8 chilometri di profondità e a circa poco più di un chilometro dal centro dell’Aquila

 

Oltre 10 miliardi di euro i danni stimati. Nell’agosto del 2009 la Protezione Civile fotografa la situazione: gli sfollati sono 48.818.

 

Alla luce dei danni e delle vittime il sisma dell’Aquila è risultato il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca moderna.

 

Se da una parte la ricostruzione viene raccontata con toni trionfalistici come una città che risorge, dall’altra ci sono serie preoccupazioni e c’è chi ipotizza almeno 10 anni ancora per completare la ricostruzione della città.

 

La paura di vedere arenata la ricostruzione è alta e i numeri forniti dalla Cna Abruzzo fanno riflettere. Il 2018 si è chiuso in Abruzzo con 515 micro imprese in meno. Ebbene è proprio l’edilizia a spingere in basso i dati, con 256 aziende perse, metà delle quali ben 104 nell’Aquilano, ovvero dove in teoria ci dovrebbero essere più opportunità di lavoro.

 

L’ Aquila, la ricostruzione, a seguito del terremoto del 2009, continua. La città è un immenso cantiere a cielo aperto, il più grande d’Europa.

 

Secondo la banca dati Open Data Ricostruzione le aziende capofila che al 30 settembre 2018 hanno operato nel cratere sono 3248.

 

Il 27,3 % delle aziende impegnate ha sede legale all’Aquila.

 

Innumerevoli le case e i palazzi ancora inagibili.

 

 

Arquata del Tronto

Una violenta scossa di magnitudo 6.0 la notte del 24 agosto 2016 ha sconvolto una vasta area del centro Italia, causando gravi danni ad Arquata e facendo sprofondare a valle gran parte del paese.

 

Sulla collina in alto il paese di Arquata distrutto dalla serie di scosse del 2016. In primo piano la new town.

 

La sensazione è che queste casette, per chi rimane, sono una soluzione tutt’altro che provvisoria. La ricostruzione del paese, parlando con le persone, non è per nulla scontata.

 

Vita (e morte) nella nuova Arquata.

 

 

Amatrice

Amatrice, le scosse del 2016 e del 2017 hanno distrutto gran parte degli edifici provocando oltre 200 morti.

 

Militari in un bar del paese. l’intera zona è presidiata dall’esercito.

 

Il centro del paese completamente raso al suolo. Ai bordi, gli enormi cumuli di macerie.

 

 

Accumoli

Il 24 agosto 2016 è stato colpito da un terremoto di magnitudo 6,0 con epicentro nella stessa Accumoli, che ha causato 11 vittime (4 nel capoluogo e 7 nelle frazioni) e gravi danni al centro storico. Si lavora ancora per rimuovere le macerie.

 

La new town di Accumoli, tra le colline dell’appennino umbro marchigiano.

 

Un negozio di alimentari trasferito in un modulo prefabbricato. Pasquale confida: «gli italiani si stanno incattivendo, io invece ripeto sempre che se dovesse riaccadere un terremoto del genere, preferisco che accada di nuovo qui, dove ormai abbiamo perso già tutto».