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MONDO
New York per il popolo palestinese e contro il genocidio
Una cronaca delle mobilitazioni a New York City e nel New Jersey contro il genocidio a Gaza e in sostegno della Global Sumud Flotilla: blocchi, cortei e arresti nelle ultime settimane
Le mobilitazioni a New York City contro l’assedio a Gaza sono riprese in concomitanza con l’inizio dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, proseguendo fino al 4 ottobre per la giornata mondiale a sostegno del popolo palestinese. Ottobre segna anche i due anni dall’inizio dell’assedio a Gaza e del genocidio contro il popolo palestinese.
Migliaia di persone si sono concentrate a Times Square nelle prime ore del mattino di venerdì 26 settembre per protestare contro il discorso di Netanyahu all’Assemblea delle Nazioni Unite. La manifestazione è stata organizzata da una vasta coalizione di gruppi, tra cui il New York City Palestinian Youth Movement, il Palestinian Feminist Collective, la US Campaign for Palestinian Rights e il People’s Forum. Il corteo ha attraversato le vie di Manhattan arrivando fino al palazzo dell’ONU, bloccando la circolazione e le principali vie della città. I manifestanti hanno scandito slogan come “Free Palestine”, “Arrest Netanyahu” e “Stop the Genocide”, chiedendo la fine della guerra a Gaza, sanzioni contro Israele e l’arresto del premier israeliano in linea con il mandato emesso dalla Corte Penale Internazionale (ICC) per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti di Netanyahu e l’ex-ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Tra le rischieste anche un embargo internazionale sulle armi a Israele.

Arrivati alle Nazioni Unite, le e i manifestanti hanno richiesto l’applicazione del mandato di arresto internazionale e hanno svolto un sit-in che è andato avanti per tutta la giornata. Sono anche intervenuti il presidente colombiano Gustavo Petro, il musicista Roger Waters, storico sostenitore della causa palestinese, e i principali gruppi e attivisti che guidano le mobilitazioni a New York, tra cui i Democratic Socialists of America e People’s Forum. Durante il discorso all’interno dell’Assemblea, molti diplomatici hanno abbandonato l’aula in segno di protesta. La presenza di Netanyahu alle Nazioni Unite è stata particolarmente contestata anche a causa della decisione di Trump di revocare i visti a 80 funzionari palestinesi, tra cui il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas.
La partecipazione di Petro alla protesta ha inoltre provocato una controversia diplomatica con gli Stati Uniti. Durante la manifestazione, il presidente colombiano ha esortato i soldati statunitensi a «disobbedire agli ordini di Trump» e a non puntare i loro fucili «contro l’umanità». Il Dipartimento di Stato ha successivamente revocato il visto di Petro, definendo i suoi commenti «temerari e incendiari».
Il presidente Gustavo Petro, già rientrato in Colombia, ha criticato la decisione considerandola una violazione del diritto internazionale e dell’immunità diplomatica, affermando che la misura dimostra che gli Stati Uniti non rispettano più le norme internazionali.
Giovedì 2 ottobre, centinai di manifestanti hanno protestato davanti all’edificio della News Corporation a Manhattan, sede di Fox News, “Wall Street Journal” e “The New York Post”, per chiedere il rilascio degli attivisti delle Global Sumud Flotilla arrestati dalle forze armate israeliane. Nello stesso giorno, decine di persone sono state arrestate durante una protesta a downtown Brooklyn nel giorno dello Yom Kippur. Più di 1.000 persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal gruppo Rabbis for Ceasefire, chiedendo un cessate il fuoco permanente a Gaza e la fine della complicità degli Stati Uniti nel genocidio israeliano.
La protesta è iniziata intorno alle 15:30 al Brooklyn Borough Hall. I manifestanti hanno poi marciato verso il Brooklyn Bridge, dove alcuni si sono seduti, hanno intrecciato le braccia e hanno iniziato a cantare bloccando il traffico. Il dipartimento di polizia di New York (NYPD) ha arrestato almeno 56 persone. Gli arrestati hanno dichiarato di aver scelto la festività ebraica dello Yom Kippur per protestare contro il genocidio del popolo palestinese compiuto in loro nome.

Nella mattinata del 3 ottobre, attivisti hanno bloccato l’ingresso principale del Porto di Elizabeth nel New Jersey, uno dei siti più critici per l’attracco e il trasporto di carichi militari, inclusi bombe e munizioni utilizzati da Israele per distruggere Gaza. Prima di essere arrestati dalla polizia, le e i manifestanti hanno espresso chiaramente la loro richiesta: «I nostri porti non saranno usati per il genocidio”». In solidarietà con i lavoratori italiani, le attiviste e gli attivisti hanno intrapreso un’azione diretta per intervenire contro due anni di genocidio israeliano, chiedendo che gli Stati Uniti implementino immediatamente un embargo permanente sulle armi a Israele.
Sabato 4 ottobre, un migliaio di persone si sono concentrate a Washington Square Park per una manifestazione organizzata dal People’s Forum e dal New York City Palestinian Youth Movement, in concomitanza con la giornata di mobilizzazione globale a sostegno della Palestina. Dopo una serie di interventi a sostegno della Global Sumud Flotilla, delle incredibili giornate di mobilitazioni e scioperi in Italia e in altre parti del mondo, un corteo spontaneo è partito e ha attraversato le principali vie di Manhattan bloccando la circolazione. Il corteo si è poi fermato successivamente sulle scalinate della New York Public Library a Bryant Park. Sono seguiti una serie di interventi contro il genocidio, a sostegno del popolo palestinese, a sostegno della Global Sumud Flotilla e contro l’amministrazione Trump e di Netanyahu. Le e i manifestanti hanno chiesto la fine immediata delle forniture di armi, sanzioni contro Israele e la fine delle azioni militari a Gaza, marcando così i due anni dall’inizio del genocidio contro il popolo palestinese.
Nuove mobilitazioni si sono svolte martedì 7 ottobre 2025, il giorno esatto dell’anniversario: un grande corteo a New York e numerose iniziative in molte altre città.
La copertina è di Giuseppe Mercuri
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