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I Santi Quattro Coronati e l’Oratorio di San Silvestro

Per il secondo appuntamento di ROMA NASCOSTA proponiamo l’esplorazione della basilica medievale dei Santi Quattro Coronati e dell’oratorio di San Silvestro con i suoi affreschi bizantini

Castorio, Sinfroniano, Claudio e Nicostrato. Quattro scalpellini cristiani che, mentre infuria la Grande Persecuzione di Decio e di Diocleziano, l’ultima ma la più estesa e spietata, si rifiutano di scolpire idoli o semplici simboli pagani e vengono perciò messi a morte. Figure di martyres, che meritano la Corona della Testimonianza e che diventano, dall’epoca costantiniana, dedicatari di una Memoria e di un Titolo che a loro volta prendono l’aspetto di un sito basilicale e via vita di un massiccio complesso conventuale fortificato tra i più importanti e cospicui della Roma medievale, i Santi Quattro Coronati, appunto. Complesso tuttora ben visibile in quasi tutte le sue forme originali, alto sullo stradone di San Giovanni: più simile a una fortezza che a un edificio sacro e su cui aleggiano inquietanti leggende, come quella di essere stato un carcere “segreto” per ecclesiastici rei di oscuri crimini; o uno dei luoghi d’origine della prima Massoneria, l’Ars Quatuorum Coronatorum… Di grande interesse anche la più sommaria delle visite. La chiesa è accessibile da un breve tratto di strada – via dei Santi Quattro – che conduce appunto al prospetto principale dell’edificio e al portone d’ingresso, sormontato da una sorta di torrione dall’aspetto poco rassicurante di fortezza urbana: seguono due cortili, circondati da alti edifici in muratura e, finalmente, la chiesa vera propria. Che vanta ancora in buona parte le forme  a lei attribuite da Pasquale II, nel ciclo di restauri iniziati dopo il 1084 e l’incendio dei quartieri orientali di Roma da parte delle truppe normanne di Roberto il Guiscardo, e una serie di cappelle e di  ambienti conventuali di grande interesso storico e artistico. Come l’Aula Gotica, alla base del torrione, che ostenta vivaci affreschi delle scuole romane di Jacopo Torriti o di Pietro Cavallini. Noi siamo qui, comunque, per rivedere soprattutto e ancora una volta l’oratorio di San Silvestro. Un ambiente che vanta un ciclo di notevoli affreschi duecenteschi, in stile ancora rigorosamente bizantino: le Storie di papa Silvestro. Un documento di grande importanza storica, per noi, e in qualche modo politica, per l’epoca: perché tratte dagli Actus Silvestri, narrano i rapporti tra la Chiesa di Roma, il suo pontefice e l’impero di Costantino. Soprattutto illustrano quella Donatio che dà titolo ai successori di Pietro di subentrare nel possesso e nel governo dei territori d’Occidente con piena legittimità.

Una “certezza” storica che solo nel primo Cinquecento verrà dichiarata inautentica da Lorenzo Valla, nella sua monumentale opera dell’ambizioso titolo di De falso credita et ementita Constantini donatione. Gli affreschi (11 scene diverse disposte su tre lati dell’Oratorio) sono in ogni caso davvero interessanti: valgono davvero una visita. Due note di accompagnamento: innanzitutto vale la pena di ricordare che a Roma i monumenti di origine medievale che si presentino integri o comunque in gran parte autentici, sono pochissimi; e non mancherà di notare con sorpresa, il nostro visitatore, che per accedere al sito dovrà richiedere la chiave di accesso alla cappella alle monache Agostiniane che la custodiscono. E che tale chiave gli sarà affidata, e dovrà essere restituita, attraverso la Ruota della clausura.