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Punkreas, esce Inequilibrio dopo il successo di U-Soli

Il 23 marzo esce Inequilibrio, il nuovo disco dei Punkreas, storica band milanese. Abbiamo intervistato Paletta che rilancia le campagne di impegno politico e sociale del gruppo, a partire dall’ultimo video U-Soli

Punkreas: punk, ska, impegno sociale e politico da San Lorenzo di Parabiago (MI) dal 1989. E dopo tanti anni non si sono stancati. Il 23 marzo esce il loro nuovo lavoro. Anzi la prima parte di un disco diviso in due EP che uniti diventeranno il disco. Inequilibrio è la prima parte, dopo l’estate arriverà la seconda. Tre singoli già usciti. Su tutto U-Soli il PunkreasModo per parlare del delicato tema dello Ius Soli, e un messaggio semplice: “voi” che avete paura di un mondo fatto di tanti colori “non ce la fate”. Anche se si decidesse di spegnere l’audio e guardare solo il video, fatto di bambini e bambine che cantano felici la canzone, si capirebbe una cosa facile: la nostra società è fatta di differenze e di persone che non si capisce per quale motivo non dovrebbero avere gli stessi diritti, possibilità, e sogni.

Il nuovo progetto dei cinque di San Lorenzo di Parabiago è segnato dall’approfondimento del rapporto con la Garrincha Dischi, la stessa etichetta de Lo Stato Sociale. Fortunata collaborazione che porta freschezza alla decennale storia punk ma allo stesso tempo un po’ di esperienza alle giovani formazioni che alimentano la casa discografica di Bologna. Proprio nei giorni in cui batteva il tempo dell’avvicinamento al lancio del video “U-Soli”, da tanti considerata una delle migliori canzoni della band, i Punkreas hanno deciso di lanciare una campagna antifascista dalla loro pagina Facebook. Tra fascisti in tv e allucinanti dibattiti sul fascismo degli antifascisti, tra false citazioni di Flaiano e parziali di Pasolini, quando sono arrivati gli adesivi fuori dalle case di antifasciste e antifascisti di Pavia è arrivato il momento di prendere posizione e rimarcare un fatto di appartenenza. Così è scattata – proprio nel giorno del silenzio elettorale –  la “chiamata all’azione/call to action”, con l’invito a sostituire l’immagine del profilo ufficiale e le personali con l’immagine “qui si fa musica antifascista”. Il successo dell’iniziativa è stato davvero notevole.

Tra le registrazioni del disco, la promozione, la campagna antifascista e la loro vita, sabato 24 marzo scatterà il tour dall’Alcatraz di Milano. A Roma il 7 aprile suoneranno al LOA Acrobax. Una data davvero imperdibile, e noi abbiamo incontrato Paletta, bassita del gruppo, con il quale abbiamo scambiato qualche parola:

I Punkreas, il 2018, un nuovo disco…..e poi?
Come sempre tanti concerti. La dimensione live è ormai la parte primaria del nostro lavoro.

Da un po’ di tempo è iniziata una collaborazione con la Garrincha Dischi e con i ragazzi de Lo Stato Sociale. Cos’hanno di diverso da voi? E di uguale?
Sicuramente il dato anagrafico…. loro sono una decina di anni più giovani di noi ed è stato un incontro piacevolmente sorprendente. Malgrado le sonorità della nostra musica e quelle della loro siano agli antipodi, abbiamo in comune la voglia di partecipare attivamente ad iniziative su vari fronti comuni.
Oltre a quelle a favore del popolo zapatista abbiamo collaborato anche a serate per una raccolta fondi per la costruzione di una palestra nel Kurdistan turco, ci si ritrova in manifestazioni antifasciste ed antirazziste, insomma sono ragazzi con le idee molto chiare e con la disponibilità che purtroppo nel nostro mondo appartiene ancora a pochi.

Avete fatto “Garrincha loves Chiapas”, un po’ di anni fa la canzone “Chiapas”, l’EZLN resta un riferimento culturale e politico per voi? Ne avete anche in Italia?
Il Chiapas ci è sempre stato a cuore, come tutte le esperienze che prevedono la resistenza contro la violenza, l’arroganza e l’abuso di potere. A casa nostra tra le varie iniziative che abbiamo appoggiato mi permetto di citare il sostegno per ACAD, Associazione Contro gli Abusi in Divisa, per cui abbiamo scritto una canzone che porta l’omonimo titolo. Ricordo sempre una frase del Subcomandante Marcos che diceva pressapoco che ovunque ci sia qualcuno che lotta per i propri diritti, lì c’è uno zapatista. Questo tipo di immaginario era e rimane il nostro riferimento culturale e politico cardine, il paradigma tramite cui declinare ogni successiva interpretazione e riflessione sul presente. In Italia mai come oggi è difficile trovare riferimenti culturali e politici di simile capacità evocativa.
Diciamo che per ora ci accontenteremo di dare ascolto al grandissimo e compianto filosofo Freak Antoni che un giorno, dopo averlo assurto a nostra guida spirituale, ci consigliò di lasciar perdere le guide e di  far riferimento solo a noi stessi.

Come vedete la musica in Italia?
In fase di stallo, imbolsita dai talent show e troppo spesso manipolata dai soliti noti.

Avete sempre girato per i centri sociali, come gli avete visti cambiare?
Purtroppo li abbiamo visti spesso chiudere o sgomberare. Ogni volta una gravissima perdita per tutti coloro che volevano fare crescere culturalmente un paese sempre più povero di ideali.
Un disco diviso in due parti, un tour che partirà il 24 marzo, che altro per il futuro?
Concerto concerti concerti.