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Il multipolarismo autoritario: l’abbraccio di Modi a Putin

Per la prima volta dopo l’inizio dell’invasione militare in Ucraina, Putin ha visitato l’India accolto dal primo ministro Modi. Un incontro che sigla la continuità dei rapporti storici tra i due paesi, e che rafforza la strategia indiana della “diplomazia degli abbracci”

Che l’India cresca e voglia sedersi al tavolo dei potenti del mondo da pari, è ormai palese a tutti; che lo faccia con l’ambiguità di chi vuole stringere affari con USA e Russia, o con i sauditi vicini al Pakistan con cui Islamabad ha ratificato accordi di difesa, è certo contraddittorio ma incredibilmente funzionale al proprio progetto di crescita economica. Queste sono considerate delle ambiguità per chi guarda la politica estera indiana da fuori, non lo sono quando viste dall’interno: esse sono semplicemente funzionali alla crescita del proprio peso politico in ambito internazionale ed alla crescita dell’economia del paese.

La dottrina di politica estera del Ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar si fonda su concetti come autonomia strategica «legata al sistema internazionale, e una questione cruciale per l’India è quale tipo di sistema internazionale le risulterebbe vantaggioso. L’India desidera un mondo non polarizzato e non egemonico – un’aspirazione, senza dubbio – poiché tali condizioni massimizzerebbero l’autonomia indiana» e sul raggiungimento dell’indipendenza economica indiana entro il 2047. Accreditamento più o meno lineare, figlio di varie vicissitudini che vedono protagonista Narendra Modi e la sua diplomazia degli abbracci.

Ultimo ospite del governo Modi è Vladimir Putin, tornato per la prima volta nel subcontinente dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Le questioni economico-commerciali hanno messo in secondo piano la politica internazionale, di cui a parte qualche riferimento al multipolarismo non si è parlato. Al centro delle discussioni l’import di combustibili fossili e armi dalla Russia, il trasferimento di tecnologie per lo sviluppo di energia nucleare, e gli accordi sui corridoi commerciali nell’Unione economica eurasiatica. Sul piatto anche accordi per la mobilità di forza-lavoro tra i due paesi, tutta volta ad assicurare all’economia russa flussi di manodopera a basso costo e una valvola di sfogo a disoccupazione e lavoro povero in India.

Per Modi, la visita è segno della solidità della partnership strategica tra i due paesi, iniziata dallo stesso Putin nel 2000, quando il presidente russo incontrò l’allora primo ministro indiano in quota BJP Vajyapee: «Quando ha assunto l’incarico nel 2000, la Sua prima visita è avvenuta in India e da allora sono passati 25 anni. E proprio in quella prima visita sono state gettate le basi per un partenariato strategico».

L’accordo sulla roadmap economica strategica per il 2030 ha come obiettivo l’aumento dell’interscambio totale tra i due Paesi dall’attuale base di circa 70 miliardi di dollari, a un totale di 100 miliardi. A oggi la bilancia commerciale tra i due paesi è sbilanciata in favore della Russia, che esporta merci per un totale di 63.8 miliardi di dollari verso l’India, grazie all’aumento delle esportazioni di petrolio all’India.

Il legame tra i due paesi è rafforzato dalla reciproca convenienza politico-commerciale sui due grandi macro-settori di energia e difesa. Sembra già passata un’era da quando a fine ottobre Reliance – azienda della famiglia Ambani, la più ricca dell’Asia – annunciava di diminuire di un terzo le importazioni di greggio e combustibili fossili dalla Russia – in particolare da Lukoil e Rosneft – in seguito alle sanzioni secondarie sulle esportazioni annunciate da UE e USA, e di avviare rapporti commerciali con aziende statunitensi per le forniture di gas naturale liquido e petrolio.

Nel suo viaggio in India Putin ha dichiarato che quella tra Russia e India è una «partnership di successo nel settore energetico. La Russia è un fornitore affidabile di petrolio, gas, carbone e di tutto ciò che è necessario per lo sviluppo energetico dell’India. Siamo pronti a continuare le forniture ininterrotte di combustibile per l’economia indiana in rapida crescita.» Ciò lascia intendere che nonostante lo stop temporaneo le forniture cresceranno.

Partnership energetica che si allarga al settore del nucleare. La proposta di cooperare nel settore con scambi tecnologici dalla Russia all’India consentirebbe al subcontinente di ampliare la propria capacità energetica endogena per raggiungere l’obiettivo dei 100GW di energia nucleare prodotta entro il 2047. Cruciale l’ampliamento della centrale nucleare Kudankulam – la più grande dell’India – da due a sei reattori, e lo sviluppo di centrali nucleari di piccola dimensione, funzionale ad attrarre investimenti di industrie ad alta domanda energetica – come centri di calcolo, data center o componentistica per prodotti altamente tecnologici.

Altro tema su cui il legame tra India e Russia è ben saldo è quello del commercio di armi. Nonostante l’incremento di importazioni di armi da Israele e Francia – con cui il settore privato e pubblico indiano collabora in joint-venture -, il legame con la Russia resta ben saldo con buona pace delle promesse di sanzioni USA.

Storicamente legata a forniture di armi dall’URSS durante il Novecento, l’India continua a importare armamenti dalle industrie di Stato russe e produce in concessione armamenti di progettazione russo-sovietica. Una partnership rivelatasi vincente grazie alla modulabilità degli armamenti, oltre che indispensabile data la non autosufficienza delle industrie – pubbliche e private – indiane e la difficoltà nel cambiare le proprie filiere di approvvigionamento. Sembrano essere assicurate le forniture dalla Russia all’India di piattaforme di missili terra-aria SU-400, potenzialmente allargabili a quelle di nuove generazione SU-500, e di nuovi Sukhoi Su-57, su cui però restano fermi i dubbi sulle tempistiche di consegna dato l’impegno bellico russo sul fronte ucraino.

Questo tipo di accordi bilaterali di carattere “win-win” mostra che dietro alle fotografie di rito alle riunioni della Shanghai Cooperation Organisation o dei BRICS+, c’è la volontà di emergere come attore internazionale di primo piano e non comparsa passiva del mondo unipolare governato dagli USA e associati.

La cooperazione è altresì necessaria per accelerare uscire dall’isolazionismo e sfuggire al bullismo dei dazi. La formalizzazione dell’ampliamento dei corridoi commerciali via terra e via mare del corridoio internazionale di trasporto Nord-Sud, il corridoio Chennai-Vladivostok e la rotta del Mare del Nord, è funzionale all’efficientamento di corridoi commerciali utili ad aumentare non solo gli scambi in armi e combustibili fossili, ma anche commercio di fertilizzanti a basso costo verso l’India e le esportazioni di prodotti agricoli verso la Russia.

La crescita di settori ad alto valore aggiunto ed altamente tecnologici in India può rivelarsi importante per l’economia russa alla ricerca di paesi intermediari. La vicenda del petrolio russo esportato in India, raffinato da aziende terze, e poi rivenduto su mercati che hanno adottato sanzioni verso Mosca può costituire un utile esempio reversibile di come si rompono i meccanismi di sanzionamento economico adottati dai paesi occidentali.

Accreditandosi come paese geostrategicamente rilevante nelle rotte commerciali mondiali e spingendo sulla strategia di industrializzazione interna attraverso l’attrazione di investimenti di aziende straniere, l’India cerca di trovare un suo posto tra i grandi del mondo.

Stare con un piede in due scarpe non è un problema, soprattutto se la strategia si rivela vincente: a dimostrarlo la crescita economica per il 2026 stimata all’8.2% e la varietà di accordi di libero scambio stipulati negli ultimi anni. Oltre questo, restano in vigore gli accordi di difesa QUAD nell’area indo-pacifica – esplicitamente in chiave di contenimento dell’espansionismo commerciale e militare cinese nell’area – e I2U2 nell’area del Mar Arabico, segno che nonostante le discordie con l’amministrazione Trump in ambito economico, resta salda la reciproca necessità di cooperare nel crocevia fondamentale della logistica mondiale.

La copertina è di MEAphotogallery

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