Genova, le immagini e i movimenti. Intervista a Tano D’Amico

«Da Genova siamo usciti con un secolo di carcere e con un ragazzo morto. Ha vinto una visione poliziesca delle immagini, che in fondo è l’origine stessa della fotografia». Tano d’amico spazia dai graffiti rupestri agli smartphone: «il problema non sono gli strumenti, ma cosa si cerca in una foto. Non ci concentriamo sui fatti, guardiamo cosa suscitano. Bisogna ripartire dal teatro greco per riconnettere foto e movimenti»