ROMA

Valerio vive ancora. Grande corteo a Roma per la memoria di Verbano

Qurantadue anni fa a Roma Valerio Verbano veniva assassinato dai fascisti, ieri tantissimi e tantissimi sono scesi in piazza per ricordare che è ancora insieme a noi. In testa al corteo studentesse e studenti

«22 Febbraio bandiere rosse al vento, uccidono un compagno ne nascono altri cento» è la voce di chi si è ritrovato davanti al portone di casa di Valerio Verbano a 42 anni dal suo omicidio. Fiori rossi sono stati posti sulla targa che riporta «assassinato dal piombo fascista», «Valerio vive» a caratteri rossi sulla parete del condominio.

Ieri tra le strade del Tufello erano migliaia a tenere vivo il ricordo di chi ancora non ha ricevuto giustizia: il movimento per il diritto all’abitare, sindacati, spazi sociali, la comunità curda, collettivi transfemministi, cittadine e cittadini.

Il suo nome è scritto sui muri del quartiere, gridato tra gli antifascisti in strada e apre la testa del corteo insieme a studentesse e studenti dell’età di Valerio. Quest’anno sono i giovanissimi a gestire la ricorrenza che parte da Via Monte Bianco tra fumogeni e bandiere rosse, attraversa le vie della zona e si ferma sotto il laboratorio Puzzle e la palestra popolare dedicata a Valerio tra fuochi d’artificio e frasi in sua memoria «Valerio è vivo è lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai»

Un centinaio di bandiere rosse sorvolava sulla folla, i cori attaccavano uno dopo l’altro in difesa dell’antifascismo e la musica di sottofondo riportava a tratti negli anni ‘80 a tratti ritornava ai nostri giorni, un corteo sentito e partecipato.

I fumogeni sono stati accesi lungo tutto il corteo. C’è chi spiegava perché stava manifestando ai passanti o alle macchine che si fermavano a osservare curiosi.

Un ragazzo di 19 anni morto per mano dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), davanti agli occhi dei genitori imbavagliati e legati, morto per un colpo di pistola sparato da tre giovani fascisti. Valerio faceva parte di Autonomia operaia, era antifascista e aveva realizzato un dossier in cui denunciava la collusione di gruppi di estrema destra con la malavita e apparati statali. Valerio non è morto per sbaglio, è stato ammazzato per aver scoperto qualcosa di importante, tanto da coinvolgere il Giudice Amato nell’indagine, anche lui assassinato qualche mese dopo.

La madre Carla ha cercato i colpevoli finché non si è spenta qualche anno fa. Probabilmente non si scoprirà mai chi è stato a premere il grilletto, ma il silenzio sul caso Verbano suggerisce anche altri colpevoli. Anche per questo è importante ricordarlo, per smetterla di essere testimoni delle morti ma mobilitarsi per «partecipare a un corteo che sa accogliere pratiche e resistenze diverse, generazioni differenti, per dire no al razzismo di Stato, ai rigurgiti fascisti e una società patriarcale» si legge sull’appello per la manifestazione.

Tutte le immagini di Renato Ferrantini