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Un murales contro le trivelle! Il 17 aprile vota SÌ!

Lo Strike s.p.a. e lo street artist Andrea Tarli dedicano un murales alla lotta No triv, contro le trivelle in mare, verso il referendum abrogativo del 17 aprile.
[Leggi anche: Italian Offshore: l’inchiesta sul rischio trivelle nei mari italiani]

Il murales creato allo Strike s.p.a. raffigura le Sette Sorelle: Gulf, Shell, Esso, BP (British Petroleum), Exxon Mobil, Chevron e Texaco, cioè le sette società petrolifere storicamente più potenti a livello mondiale e quindi le grandi lobby della produzione petrolifera, che metaforicamente, come dei cattivissimi piranha lasciano solo scheletri ed ossa nei fondali marini. L’opera è stata realizzata in vista del Referendum del 17 Aprile 2016 che chiamerà le persone ad esprimersi sulle trivellazioni in mare per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, tra cui petrolio e gas, e quindi sulle future scelte energetiche che dovrà compiere il nostro Paese.

Il 17 Aprile votando SI al Referendum si potrà abrogare la norma introdotta con l’ultima legge di Stabilità 2016 che, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro le 12 miglia dalla costa, rende illimitate le licenze già rilasciate in quel perimetro di mare e autorizza le attuali concessioni di estrazione e ricerca di idrocarburi entro le 12 miglia dalla costa a non avere più scadenze. Votare SI quindi permetterà di impedire alle suddette società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro i 22 km dalle coste italiane e da aree naturali protette senza limiti di tempo.

La vittoria del SI obbligherebbe infatti le compagnie petrolifere a cessare in maniera progressiva la loro attività di estrazione fissata al momento del rilascio delle concessioni. Qualora vincesse il No le attività petrolifere in corso non avranno scadenza certa e proseguirebbero fino ad esaurimento del giacimento causando un devastante impatto ambientale. Il silenzio che avvolge questo referendum come la decisione del governo di non accorparlo alle elezioni amministrative, sprecando circa 370 milioni di soldi pubblici, è un chiaro segnale di come si voglia ostacolare la costruzione di un’adeguata informazione necessaria per la partecipazione al voto ed il raggiungimento del quorum.

Questo referendum fa paura al nostro governo non solo per il quesito referendario, ma per il valore politico che rappresenta. Anche questa volta le persone sono chiamate ad esprimersi riguardo le politiche energetiche italiane, come già avvenuto con i referendum abrogativi del 2011 sulla produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare e sulla privatizzazione dell’acqua. Proprio in questi giorni assistiamo alla dichiarazione del Partito Democratico di essere pronto a privatizzare l’acqua e quindi di voler annientare, in maniera del tutto antidemocratica, la volontà espressa da 26 milioni di Italiani nel 2011 di mantenere l’acqua come bene comune e pubblico.

Non possiamo permetterlo!

Votando SI il 17 aprile non solo si sceglie di far cessare le attività petrolifere in corso entro le 12 miglia marine, ma si ha l’opportunità di sostenere e riaffermare che un’altra energia è possibile, che le persone sono stanche di vedere le loro terre e i loro mari devastati e mercificati. La ricchezza dei nostri mari non è rappresentata dal petrolio, che risulta essere scarso (le riserve certe di petrolio nei mari italiani equivalgono a 7-8 settimane di consumi nazionali) ed il meno costoso di tutto il mondo (le compagnie petrolifere pagano in Italia le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae).

La mobilitazione No Triv fa paura non solo al governo ma soprattutto alle numerose società petrolifere coinvolte. La Transunion Petroleum ha deciso di non proseguire a due istanze di ricerca di gas e petrolio nel Golfo di Taranto e nel Canale di Sicilia. La Petroceltic e la Shell hanno rinunciato a un permesso di ricerca nel largo delle Isole Tremiti e a due istanze nel Golfo di Taranto.

Siamo e saremo qui a ribadire con determinazione che non vogliamo le trivelle nei nostri mari!

Vogliamo energie sostenibili e rinnovabili che rispettino l’ambiente e le persone che lo vivono.

Vogliamo modelli sostenibili di sviluppo determinati e decisi dalle persone e dai territori.

Nessuna trivella, ruspa, cantiere o grande opera sulla nostra pelle e sulle nostre teste.

Il quesito referendario ci chiede: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”

Il 17 Aprile Vota Si.

Lottiamo per i nostri mari!

Andrea Tarli, originario di Ascoli Piceno è un artista autodidatta che si esprime attraverso varie forme artistiche: pittura, illustrazioni, fumetti, video e scultura utilizzando, sperimentando ed esplorando sia materiali che tecniche e stili diversi. Si dedica alla street art perché sostiene che l’arte visiva debba arrivare a tutti, e per questo l’utilizzo di un bene comune, come i muri in strada, per comunicare e condividere idee attraverso i suoi disegni, sempre ricchi di messaggi sociali.

(http://www.badtrip.it/; https://www.facebook.com/Andrea-Tarli-54814304253/)

La collaborazione con Andrea nasce da un’importante condivisione emotiva.

Il murales è dedicato a Giampi sempre con noi nella lotta e nel cuore.

“Il sacrificio è fastidio”… Ciao Giampi.

Il murales completo