editoriale

Un leghista piccolo piccolo

Una compagna ben nota per la sua attività nella scuola e nelle associazioni che si occupano di migranti e interculturalità nonché per la raccolta e scrittura di fiabe, Ramona Parenzan, è stata oggetto nelle settimane scorse di una surreale campagna di stampa con l’accusa di… stregoneria, somministrazione di pozioni magiche e amuleti in una classe elementare di Mocasina, frazione di Calvagese della Riviera, provincia di Brescia.

A rincalzo dei settimanali cattolici locali è intervenuta l’artiglieria della famigerata Radio Maria, che ha individuato in quelle “pratiche oscure” un evidente “connubio col diavolo”. Infine, vera arma-di-mondo, l’interrogazione parlamentare del senatore bresciano leghista e leader del Family Day, Simone Pillon, il quale ha dichiarato: «Nelle scuole della mia Brescia, dopo il Gender, sono arrivati a imporre la stregoneria, ovviamente all’insaputa dei genitori. Appena insediato farò una interrogazione parlamentare su questa vergognosa vicenda».

Oddio, da ammiratore del Tristan wagneriano e del Phantom Thread pt-andersoniano, credo fermamente nei filtri e funghi magici e la foto ufficiale del senatore interrogante rinvia inequivocabilmente all’iconografia del ramo, tuttavia schiacciando il tasto dello smartphone mi risulta che siamo nel marzo 2018 e qualche dubbio mi viene. Come è venuto ai colleghi, alunni e genitori della scuola in questione, che hanno respinto le accuse e sostenuto il progetto interculturale approvato da tutte le autorità competenti, spiegando l’uso didattico e ludico di “amuleti” (una conchiglia), costumi da “strega Romilda”, bibite ecc.

Ci sarebbe solo di che ridere per l’equivoco, se non fosse inquietante il profilo del senatore-inquisitore Pillon, così come risulta da un’intervista promozionale pre-elettorale, prima quindi che decidesse di gettarsi nella caccia alle streghe sventolando il Malleus maleficarum. Ne risulta uno spaccato dell’ideologia leghista e di strati profondi della mentalità italiana.

Il Nostro è sostenitore di Gandolfini e Giovanardi, pro vita e pro-famiglia doc, nessuno è perfetto, Ok. Ma con qualche esagerazione, me lo si conceda. Per esempio, a deprecata «condanna a morte di Eluana Englaro  per fame e per sete da una sentenza ideologica», l’«agenda relativista e individualista» della sinistra (e qui si comincia con la terminologia fusariana), la sostituzione della famiglia  «con una moltitudine di soluzioni pseudorelazionali tra soli uomini, tra sole donne o tra più generi diversi (58, 60, o quanti?», cui si associano altri orrori di sinistra quali utero in affitto, genitorialità gay, droga libera, leggi anti-omofobia, eutanasia, adozione gay. Non solo Pd e LeU continuerebbero su questa strada, ma perfino il mite Gentiloni ha fatto passare il testamento biologico, «che altro non è che eutanasia per fame e per sete».

Non basta: c’è pure «l’ideologia gender che in molti, anche i 5 stelle, vorrebbero propinare nelle scuole di ogni ordine e grado per indottrinare i (nostri) figli con le loro colonizzazioni ideologiche». Per questo è utilissimo «il telefono anti-gender». E ancora: «allarghiamo l’orizzonte» – un brivido ci corre per la schiena– «mentre la sinistra è sostanzialmente prona alle imposizioni europee e alla globalizzazione selvaggia”, Diego, Diego ti rubano concetti e parole! – «e decisa a consentire la deportazione di massa e la sostituzione demografica che si traduce in un incontrollato flusso migratorio, a destra si cerca di valorizzare la sovranità nazionale e difendere sia il nostro paese sia i cittadini stranieri dall’immigrazione selvaggia». Insomma, la lotta «all’inverno demografico» e al piano Kalergi.

Quella del futuro Witch Hunter è una scelta di campo: attenzione per le piccole comunità e tradizione dei vari territori, estesa, bontà sua, anche al Sud sulla scia della geniale intuizione etno-nazionalista di Salvini, in alternative alle «potenti lobbies finanziarie internazionali che mirano a fagocitare l’Italia», Diego Diego, a fianco di «Trump, dei paesi di Visegrad», beninteso «senza  far mistero di apprezzare alcune scelte identitarie di Putin». Se il nostro Paese vorrà davvero resistere all’ideologia globalizzante «lo dovrà fare ritrovando i fondamenti culturali giudeo cristiani. Le lobbies internazionali, la grande finanza e l’Europa dei poteri forti stanno premendo per spartirsi l’Italia dopo averne strappato radici e fondamenti identitari. Noi dobbiamo resistere», come fecero gli antenati lombardi con il Carroccio, «un carro trainato da buoi bianchi ove trovava posto il gonfalone con una grande croce rossa in campo bianco e dove un frate celebrava la messa durante la battaglia» – è cinefilo il Nostro e ha visto l’epocale film di Martinelli su Barbarossa.

Centrale è la famiglia, ma bando ai sentimentalismi. Essa si identifica con «la casa di mattoni», esente da Imu e tasse successorie, nucleo di una ripresa valoriale e solo antidoto alla crisi economica, donde nuovi elogi a Trump che «ha posto le politiche pro-life alla base della sua azione di governo, ha compreso che un Paese capace di investire sui propri figli è un Paese capace di essere forte oggi e domani». Come dimostrano le stragi nelle scuole, viene da pensare… ma forse la constituency bresciana del nostro senatore è sensibile alla produzione delle armi.

Tutti questi valori sono messi a repentaglio dalle ideologie mortifere di cui dicevamo poc’anzi. Rischiamo di fare la fine della Francia, dove i bambini nascono orfani(??) o della Svezia, infestata dai suicidi.  Orsù, dunque, basta con l’aborto e le unioni civili, l’utero in affitto e l’indottrinamento gender, «per cui un bambino verrà educato come se fosse femmina e viceversa», basta con LGBT, pornografia e liberalizzazione della droga, che «chiuderebbe i nostri ragazzi nei bagni delle scuole a fumare cannabis». Di conseguenza (??), no anche allo ius soli, che «catalizzerebbe ulteriormente la deportazione di massa verso il nostro Paese (???)».

Ci sarebbe infine la spinosa questione della prostituzione. Pillon non propende per la riapertura delle case chiuse, si scaglia piuttosto contro una cultura che «ipersessualizza i più piccoli» mediante l’educazione sessuale nelle scuole e vuole fermare sia «l’invasione del porno» che «la deportazione di ragazze straniere vendute come schiave del sesso sulle nostre strade». Certo, bisogna tener conto «che – volenti o nolenti – esiste da sempre una percentuale di persone (non solo femmine, ma sempre più spesso maschi e tra questi ultimi molti transessuali) disposta a prostituirsi anche a fronte di altre opzioni di vita. Ed esiste da sempre una percentuale di persone disposte a offrire denaro in cambio di sesso». Il mercato ha le sue ragioni, ma bisogna regolare la concorrenza sotto costo: via le nigeriane e il porno sul web!

Mancava un tassello: la battaglia contro il satanismo e le streghe. L’occasione è stata colta al volo e il legame logico e storico fra aborto, natalità, sesso innaturale e stregoneria assolutamente mantenuto, come nei secoli d’oro della persecuzione. Anzi, per non drammatizzare certe miserie, come se fosse antani…

Per doverosa documentazione della fonte: notizieprovita