Un futuro lungo cento anni

Cronaca del convegno su Ernesto Nathan

<>Il convegno, tenuto a Roma sabato 19 alla Casa dell’architettura, <>“Ernesto Nathan: 1913 – 2013. La storia e il futuro di Roma”, partendo dal centenario dell’esperienza di Nathan sindaco di Roma, ha voluto offrire lo spunto per iniziare una discussione sul governo della città.

Lo ha fatto con una formula inedita: al posto delle relazioni ha chiamato chi in questi anni, da differenti postazioni ha dedicato studi e lavori a questa città, e ha affidato a questi particolari invitati, in quanto curiosi e competenti per intelligenza e disponibilità, alcune “parole” per raccontare Nathan sindaco, la progettazione e l’attuazione delle sue scelte radicali. Per trovare le “parole per dirlo oggi”.

Si chiedeva di rileggere la Roma di cent’anni fa, di rintracciare le tracce odierne di quell’esperienza e di capire cosa potesse essere utile per trasformare la città contemporanea. Abbiamo così saputo notizie, conosciuto riflessioni e progetti sulla città che, all’inizio del secolo scorso, diventava protagonista e su quella che oggi, all’inizio di questo nuovo secolo, si trova a dover definire un progetto di governo e la sua nuova fisionomia.

Ne è venuto fuori un, ancora troppo ridotto, vocabolario, ma sicuramente un utile strumento per il lavoro che è iniziato per immaginare la nuova Roma che sia in grado di restituire ai suoi cittadini il diritto alla città, in larga parte negato nei tanti territori urbani, nell’oltrecittà che la costruiscono.

I lavori, aperti dalla sociologa, studiosa di quel periodo, Macioti, hanno messo in evidenza i punti del programma di Nathan: la tutela dell’igiene pubblica, l’incremento dell’istruzione elementare, le scelte per ostacolare la speculazione fondiaria, il coinvolgimento della cittadinanza all’amministrazione della cosa pubblica.

In un continuo rimando temporale gli interventi successivi hanno raccolto queste parole per continuare a parlarcene e a tentare di attualizzarle.

Così abbiamo seguito una dopo l’altra: le trasformazioni nel campo dello sviluppo urbanistico di Roma, con la rendita che, dopo Nathan, è tornata protagonista della trasformazione informe del territorio (De Lucia), la condizione sociale dei lavoratori che, pur nella trasformazione del mercato del lavoro, rimane un nodo irrisolto ancora oggi (Pugliese), l’importanza della scuola pubblica e dell’insegnamento laico sottoposto ad un continuo condizionamento da parte della Chiesa cattolica (Pontecorvo), lo stato delle finanze pubbliche, il ruolo della finanza e la necessità di una trasparenza dei bilanci che sembra impossibile da realizzare (Maggi), la trasformazione delle aziende municipali che gestiscono i servizi pubblici e soprattutto le risorse energetiche che oggi come ieri rivestono un ruolo strategico nella città (Naso), il ruolo delle donne e delle loro battaglie per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini (Papa).

Un vocabolario arricchito da riferimenti all’Europa, che sempre più è determinante nella politica delle città (Musacchio) dalle forme del governo della città che, da Nathan in poi, si sono allontanate dalla democrazia fino a cancellare perfino il ricordo di quella esperienza (Parlato).

Da tutte queste “parole” è nato il dialogo fra Sullo e Medici sulle proposte da offrire alla città per costruire un progetto di cambiamento. Medici ha delineato un programma preciso: porre fine allo strapotere della finanza e della BCE, arginare la speculazione fondiaria, costruire nel costruito, restituire ai cittadini il potere di decidere, attraverso forme di autogoverno, riportare in città proprio quella modernità laica e democratica di cui l’incontro ha parlato.

Con qualcosa in più. Roma ha bisogno soprattutto di ricostruire e dotarsi di un proprio immaginario (Romito); il ruolo della memoria assume il compito di farsi conflitto e agente del sociale (Portelli).

Prove tecniche di quella coalizione sociale che da lì a poco avrebbe sulle strade di Roma rivendicato il suo diritto alla città (Alzetta). Il video che presentiamo “IphoNathaNewRome” di Rossella Marchini e Antonello Sotgia parla proprio di queste prove e di un futuro lungo cento anni.