ITALIA

“Un 20 giugno da pacchia”: città in corteo per la “Giornata Mondiale del Rifugiato”

La Giornata Mondiale del Rifugiato da quest’anno è una giornata di lotta. Migliaia di persone sono scese in piazza ieri in molte città – con cortei e presidi sotto le Prefetture di Roma, Bologna, Ancona, Pescara e Livorno – rispondendo all’appello alla mobilitazione nazionale lanciato dalla rete nazionale Fight/Right-Diritti Senza Confini: “Un 20 giugno da pacchia”.

«Non servono giornate speciali per ricordarci che anche noi siamo essere umani», così una delle tante voci intervenute nella piazza di Roma ha ben sintetizzato il senso che si è voluto dare a questo 20 giugno: diritti per tutti, tutti i giorni.

Fra i primi punti posti all’attenzione nella giornata di ieri, la richiesta di una regolarizzazione di tutti coloro che si trovano già in Italia: per i tanti richiedenti asilo che hanno ricevuto un parere negativo da parte della Commissione Territoriale, ma anche per tutti coloro che da anni vivono e lavorano qui ma non hanno la possibilità di regolarizzarsi. Allo stesso tempo, si chiede il superamento della legge Bossi-Fini, che vincola il rilascio del permesso di soggiorno al contratto di lavoro e a un certo livello di reddito, come precondizione per evitare il riprodursi di dinamiche di sfruttamento che colpiscono tutti i lavoratori (non solo migranti). Il riconoscimento del domicilio di fatto per il rinnovo del permesso di soggiorno, il diritto alla residenza e l’abrogazione dell’art.5 del piano casa Renzi-Lupi, sono gli altri punti della piattaforma di Fight/Right che fanno emergere l’intersezione fra la condizione dei molti migranti che abitano nelle nostre città e i problemi di chi, a prescindere dalla nazionalità, ha trovato nell’occupazione abitativa una risposta al bisogno primario di una casa dove vivere.

 

A Bologna, un corteo di più di 1500 persone ha attraversato le vie della città arrivando sotto la Prefettura dove una delegazione di attivisti e migranti è stata ricevuta dal Gabinetto del Prefetto. Nel corteo bolognese è intervenuta anche la Sindaca di Barcellona Ada Colau esprimendo la solidarietà della città catalana:

 

«non esiste nessuna crisi dei migranti, né nessuna crisi dei profughi. Esiste soltanto una crisi dei valori negli stati europei. È l’Europa che è in una profonda crisi»

 

«Credo che in questa situazione molto difficile in cui siamo ora», ha proseguito la sindaca «dobbiamo riconoscere che ci sono paure legittime in Europa, in un mondo globale pieno di incertezze reali: abbiamo paura di perdere il lavoro e la casa, di non avere più la pensione, che i nostri bambini vivranno peggio dei loro genitori e dei nonni… ma l’unico modo che abbiamo per sconfiggere queste paure è fare comunità. Le città sono il luogo chiave, lo spazio dove incontrarci e dove capire che l’altro non è mai il nemico, l’altro è l’amico, l’amica e insieme nella diversità possiamo trasformare le paure in speranze».

 

Corteo di Bologna: foto di Vittorio Giannitelli

 

Corteo di Bologna: foto di Gianluca Rizzello

Nella città di Forlì la giornata è stata caratterizzata da volantinaggi e azioni verso il corteo del 23 giugno. Una prima azione ha avuto come oggetto l’Ufficio Anagrafe, perché il mancato ottenimento della residenza continua a rappresentare un ostacolo non solo per l’accesso alla maggior parte dei servizi pubblici, ma anche per il rinnovo del permesso di soggiorno (prassi illegittima messa in atto da molte questure in Italia); la seconda davanti al Centro per l’impiego, per denunciare lo sfruttamento di richiedenti asilo e rifugiati come manodopera a basso costo e senza tutele anche attraverso programmi di tirocinio come quello di “Garanzia Giovani”

 

La mobilitazione di ieri rappresenta la prosecuzione di un percorso cominciato il 16 dicembre del 2017 con la manifestazione nazionale a Roma che ha visto la vasta partecipazione di migranti da tutta Italia, dai lavoratori delle campagne ai richiedenti asilo dei centri d’accoglienza. La giornata si inserisce in un percorso di lotta per la libertà di movimento articolato a livello transnazionale, che ha previsto per il mese di giugno (dal 9 al 30 giugno) momenti di mobilitazione in diversi paesi europei – come Francia, Belgio, Germania e Spagna –  e africani. In Mali, Senegal e Costa d’Avorio, movimenti di studenti, lavoratori, donne e disoccupati continuano a mobilitarsi contro la stipula di accordi bilaterali di cooperazione in materia di immigrazione fra paesi africani ed europei, tramite i quali viene portata avanti la politica dei rimpatri forzati dei loro concittadini che si trovano in Europa.

Oggi la situazione vede una concatenazione tra il sistema legislativo in vigore sulle migrazioni, voluto e approvato negli anni precedenti, fortemente restrittivo e discriminatorio, e le dichiarazioni intimidatorie e propagandistiche del nuovo governo. La crisi economica e sociale continua ad essere strumentalmente utilizzata per fare guerra alle persone impoverite, per sferrare un attacco contro migranti, profughi o rom, criminalizzando nello stesso tempo la solidarietà e fomentando la divisione sociale.

Per questo motivo “Fight/Right- Diritti senza confini” ha ribadito la necessità di praticare insieme antirazzismo, antisessismo e lotta per la giustizia sociale, contro ogni forma di sfruttamento.

Sabato prossimo, 23 giugno, insieme alla manifestazione “Verità e Giustizia per Soumaila Sacko” lanciata da USB a Reggio Calabria, il mese di mobilitazione di giugno di Fight/Right continuerà con cortei a Torino e a Forlì.