MONDO

Turchia, tornado corruzione e il movimento torna in piazza

Turchia, scandalo tangenti: l’inchiesta si allarga, il Governo di Erdogan trema ma non cede. Oggi manifestazione a Taksim.

Si fanno difficili le cose per il premier turco Recep Tayyip Erdogan e il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP). Lo scandalo tangenti che ha travolto il suo governo è grave e tira in ballo personalità politiche di peso e le loro famiglie. Le inchieste non si fermano, nuovi fascicoli vengono aperti e fra i possibili altri coinvolti appare il nome del figlio dello stesso premier. Immediata la desituzione del procuratore a capo della nuova indagine.

L’AKP, perde pezzi, esponenti come i ministri dell’interno e della cultura del precedente governo delo stesso colore, lo abbandonano e si polarizzano due fronti: Fetullah Gulen capo della potente confraternita islamica Hizmet, è ormai in aperto conflitto con l’ex alleato e sostenitore e lo scatenarsi di magistrati e vertici di polizia, notoriamente almeno in parte vicini al movimento del seguitissimo Imam, non è altro che il segnale di una relazione politica arrivata al suo termine. Uno dei tre ministri sotto accusa, quello dell’ambiente, non si unisce al coro che grida al tentativo di golpe, bensi rassegnando le dimissioni a lasciare anche il primo ministro, in quanto controfirmatario dei progetti di sviluppo urbano sotto inchiesta.

Le dimissioni dei tre ministri e la sostituzione dei vertici di 10 dicasteri arrivano quando il premier si rende conto che la retorica del complotto antigovernativo non è più sufficiente a contenere l’onda d’urto delle accuse e che è necessario dare un segnale, per altro chiesto chiaramente dal presidente Abdullah Gul, altro membro dell’AKP, in questo momento più vicino alle posizioni dei Gulenisti.

Il corposo rimpasto di Governo ha la funzione di farlo rimanere in piedi fino alle elezioni locali del 30 marzo, dove Erdogan conta di vedere esprimersi la sua ancora solida base elettorale.

Ma nel frattempo il Presidente Gul si scalda i muscoli,con il beneplacido di Gulen, si fanno fragili i rapporti con gli Stati Uniti, il cui ambasciatore viene accusato di attaccare il Governo, la borsa e la lira Turca crollano e nelle strade torna la protesta: negli ultimi giorni si sono susseguite manifestazioni spontanee in molte città, le 5 mila persone scese in piazza ad Istanbul l’altro ieri sono state attaccate dalla polizia con lacrimogeni, idranti e pallottole di gomma, e per oggi la Piattaforma di Solidarietà con Taksim, tra i principali fautori della rivolta di Gezi Park, ha lanciato un appello a cui stanno aderendo moltissime realtà sociali e civili. E questa volta , dopo mesi che non accade,l’appuntamento è a Piazza Taksim.

Istanbul, 27.12.2013