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Turchia, strage di Soma: sempre più nero

La tragedia Turca è agghiacciante, per numeri, modalità, reazioni. Fin da subito le migliaia di persone che spontaneamente hanno voluto manifestare la loro rabbia e il loro dolore a Istanbul, Ankara, Izmir, sono state attaccate pesantemente dalla polizia, anche in questo momento proprio a Soma si cerca di disperdere 10 mila manifestanti con tonnellate di lacrimogeni e cannoni idranti. Continuano quindi le proteste ,coinvolgendo persone che non scendevano in piazza dai tempi di Gezi Park, con cortei, presidi, azioni simboliche ed arrivando anche scontri durissimi. Non ci sono quei numeri ma il clima di indignazione è lo stesso.

Un’indignazione provocata anche dal comportamento inqualificabile del Premier Recep Tayp Erdogan, che lungi da interrogarsi sulle responsabilità di un Governo in un evento del genere, ha frettolosamente ascritto la tragedia alla categoria dei “son cose che succedono” mentre un uomo del suo entourage, come si evince da foto e video, prendeva a calci un manifestante già a terra e immobilizzato dai militari (nella foto); lo stesso primo ministro è stato colto nell’atto di sferrare un pugno a uno dei tanti contestatori che lo hanno costretto alla ritirata durante la visita nella regione mineraria

Nervosismo, tensioni, clima tetro. Ma nessuno paga. Non c’è l’ombra di una dimissione o di un’assunzione di responsabilità, quando è chiaro che un a tragedia del genere si poteva evitare, come se ne potrebbero evitare tante altre se la sicurezza sul lavoro in Turchia avesse lo stesso valore della ricerca del profitto.

Gli unici a non sembrare particolarmente scossi sono i dirigenti della miniera, che nella conferenza stampa hanno espresso dispiacere ma negato negligenze su ogni aspetto, anche quando hanno ammesso candidamente che la miniera non era dotata della camera di sicurezza.

Le camere di sicurezza sono aree dove i lavoratori possono sopravvivere per giorni in caso di incidente e sono obbligatorie in molti paesi quando il percorso per raggiungere la miniera è più di un kilometro. Ovviamente la Turchia non è uno di questi, e nel caso della miniera si Soma, profonda 2000 metri, era presente solo una stanza dove 14 lavoratori che vi si sono rifugiati hanno trovato la morte dopo aver consumato il tutto l’ossigeno che vi era contenuto.

Nel frattempo si aprono le indagini e il computo dei morti continua a salire, fonti ufficiali parlano 284 accertati ufficialmente, mentre si affievolisce sempre di più la speranza di ritrovare vive le 18 persone che da ormai tre giorni sono intrappolate nelle viscere di una terra intrisa di monossido di carbonio. Si rincorrono invece sui media alternativi e i social network, cifre ancora più spaventose e il sospetto, supportato da sms mostrati dai lavoratori stessi, che l ‘AKP,il partito del Premier le cui relazioni di tipo economico con la società proprietaria della miniera sono comprovate, minacci o paghi i minatori e le loro famiglie affinchè tacciano sul numero effettivo delle vittime. Qualora fosse vero, non sarebbero in molti a stupirsene.

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