TERRITORI

Tap: tornano le barricate a difesa del Salento

 

Sono ricomparse nella notte le barricate intorno all’area in cui Tap Italia vorrebbe concludere l’espianto degli ulivi. Entrambe le strade di accesso sono al momento interrotte da blocchi costruiti con sassi, corde e grate provenienti dal cantiere . Nuovi pezzi della recinzione perimetrale, inoltre, sono stati rimossi: l’area recintata più piccola è ormai aperta quasi completamente, mentre nella zona più estesa, dove dovrebbe essere costruito il “pozzo di spinta” del gas, le grate mancano già per diversi metri.

{igallery id=7883|cid=146|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}

Fin dalle prime luci dell’alba, molte persone hanno raggiunto il presidio permanente, pronte a impedire l’ingresso dei camion. Ieri, infatti, il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso della Regione Puglia contro la decisione del Ministero dell’ambiente e del governo di escluderla completamente dalle decisioni rispetto al gasdotto. Il tribunale amministrativo ha ritenuto corretta questa procedura in virtù del fatto che l’opera è stata giudicata di interesse strategico nazionale. Infatti, a causa dello “Sblocca Italia”, voluto da Renzi proprio per limitare gli spazi decisionali degli enti locali e accentrare maggiori poteri nelle mani del governo centrale, in casi simili la competenza diventa direttamente ministeriale. La sentenza del Tar, di fatto, interrompe il blocco dei lavori, che potrebbero ricominciare in qualsiasi momento.

Appena la notizia è stata resa pubblica, i cittadini, che non hanno mai interrotto la mobilitazione non confidando più di tanto nel tribunale, si sono convocati per discutere. Un’affollata assemblea si è tenuta ieri pomeriggio nel palazzo delle tabacchine, a Castrì. Decisione comune è stata quella di impedire l’accesso ai camion e continuare la mobilitazione permanente.

«La Tap significherà inquinamento e tumori, ma questo non lo dice nessuno», grida un anziano signore a un giornalista locale capitato nei pressi del presidio. «Perché riprendete i comunicati stampa attraverso cui Tap diffonde falsità e non avete dedicato neanche una pagina a descrivere cosa produrrà la centrale di depressurizzazione che sarà costruita a Vernole a pochi passi dalle case?», dice una donna. Il riferimento è alle notizie fatte circolare in mattinata da Tap, che riferirebbero di una sassaiola notturna contro la vigilanza di AlmaRoma. «Dovere di un giornalista sarebbe verificare le notizie: basta guardare le macchine oltre la recinzione, vi sembrano danneggiate?», ripete a destra e a manca uno dei portavoce dei No Tap.

Intanto, al presidio continua ad arrivare gente e si inizia a cucinare il pranzo in comune. L’obiettivo è bloccare l’espianto degli ultivi per altri nove giorni. Dal primo maggio, infatti, entra in vigore il divieto estivo di rimozione degli alberi. Se ne riparlerebbe a ottobre. Al di là delle sentenze dei tribunali e dei tentativi di criminalizzare il movimento, comunque, i No Tap sono ancora in tanti e sempre più determinati. Non è che l’inizio…

TAP: la polizia è già stanca. Cantiere fermo
Salento: manganelli tra gli ulivi