Stefano Cucchi: la perizia che autoassolve

Il 19 dicembre si è svolta una nuova udienza per la morte di Stefano. Secondo la perizia ad ucciderlo fame e sete. E le botte?

Attivisti dei centri sociali e dei movimenti romani si sono ritrovati fuori dall’aula bunker di San Basilio dove si svolgeva l’ennesima udienza per l’omicidio di Stefano Cucchi. L’ultima perizia dimostrerebbe la morte di Stefano a causa della fame e della sete, Stefano si sarebbe lasciato morire o sarebbe stato vittima dell’incuria dei medici e dei suoi carcerieri. E le botte? E i segni sul corpo di Stefano Cucchi rivelati dai terribili scatti delle autopsie?

Intervista a Ilaria Cucchi fuori dall’aula bunker.

Lo Stato prova a diminuire le sue responsabilità, a sminuire il comportamento dei carcerieri, la non curanza colpevole dei medici, la sproporzione della pena cautelare. Stefano è stato assassinato dal proibizionismo e dalle sue pene sproporzionate e da un sistema detentivo, dai Cie alle carceri passando per le caserme, sempre più segnato da “tragiche casualità” (Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, le donne stuprate nei Cie i pestaggi nelle carceri), da “casi incresciosi”, che in realtà mostrano quella che è la norma e il sistema.

Oggi nella fredda e smisurata aula bunker abbiamo accompagnato Ilaria Cucchi, i familiari e gli amici di Stefano ad ascoltare la perizia. Ma la solidarietà non basta, è necessario che la società civile e i settori della politica “sensibili” pongano all’attenzione pubblica i temi della tortura e delle morti in carcere.

Ilaria Cucchi, che ha preso in mano la battaglia per avere verità e giustizia sulla morte del fratello è cauta e rispettosa, ci ringrazia, ringrazia tutti quelli che si sono mobilitati, anche quelli che non ci sono. Noi chi ha ucciso Stefano Cucchi lo sappiamo, e non aspetteremo la verità di un’aula giudiziaria per raccontarlo, per combattere una battaglia di democrazia e libertà sostanziale nel nostro paese.

Intervista a Vittorio Antonini dell’associazione Papillon Rebibbia: