ROMA

Sgomberati di via Costi: anche i minori ancora in Questura, vietato ingresso al garante

Il comunicato di denuncia di Alterego – Fabbrica dei diritti, dello Sportello legale Lab! Puzzle e della campagna LasciateCIEntrare in merito al trattenimento negli uffici della Questura di Roma di uomini, donne e minori sgomberati questa mattina da via Raffaele Costi.

Questa mattina, alle ore 8, un ingente spiegamento di forze dell’ordine ha dato vita al primo sgombero dell’autunno romano, a soli pochi giorni dall’emanazione della nuova circolare in materia ad opera del Ministero dell’Interno. I giornalisti, accuratamente preallertati, erano già pronti a filmare la spettacolarizzazione della repressione messa in campo: decine di camionette della polizia, idranti, vigili del fuoco, elicotteri ed un centinaio di agenti in tenuta anti-sommossa.

Il tutto per procedere allo sgombero di un centinaio di persone, occupanti di uno stabile fatiscente in via Raffaele Costi, circondato da un’immensa discarica abusiva. Nei giorni scorsi erano state attivate le procedure di censimento dei residenti, gli occupanti erano stati informati del fatto che lo sgombero sarebbe avvenuto il 15 settembre ma la Prefettura ha voluto accelerare i tempi.

Così stamattina, già alle ore 10, tutte le persone presenti in via Costi sono state caricate su un furgone della polizia: direzione Questura immigrazione di via Patini. Ci siamo immediatamente recati lì per verificare la situazione e, nonostante avessimo la procura di alcuni nostri assistiti, non ci è stato permesso di incontrarli. Sapendo che erano stati portati a via Patini donne e bambini, abbiamo segnalato la vicenda al Garante regionale dell’Infanzia ed al Garante dei detenuti.

Intorno alle ore 15 sono stati rilasciati i primi occupanti: si tratta di migranti con regolare permesso di soggiorno, di cui nove uomini ed una donna, cui è stata rilasciata comunicazione di avvio delle indagini per il reato di “invasione di terreni o edifici” con nomina di un avvocato d’ufficio, rispetto ai quali è stata predisposta l’accoglienza temporanea nei centri istituzionali. Le persone rilasciate riferiscono che, all’interno della Questura, sono ancora presenti altri migranti di origine africana e uomini, donne e minori rom; le stesse mamme con bambini sono ancora trattenute nelle celle di contenimento insieme alle altre persone fermate.

Da otto ore, quindi, negli uffici di via Patini si trattengono in stato di fermo decine di persone, tra cui numerosi bambini. Una collaboratrice del Garante dei Detenuti è da poco arrivata per verificare lo stato in cui si trovano le persone fermate. Tuttavia, notizia di pochi minuti fa, le è stato incomprensibilmente impedito di incontrarle, affermando che non si tratterebbe di fermo ma di semplice identificazione.

Un’identificazione che, tuttavia, va avanti da ben otto ore e di cui non si riesce a prevedere la durata. È evidente illegittimità dell’agire delle forze dell’ordine, che sono arrivate ad inibire l’attività di una figura istituzionale preposta alla tutela di chi viene privato della libertà personale.  E riteniamo altresì inaccettabile che dei minori, di cui il più piccolo ha soli nove mesi di età, già traumatizzati da uno sgombero, siano trattenuti in Questura per tutto questo tempo.

Ci preoccupa, inoltre, il fatto che le madri possano subire pressioni nel dover accettare l’accoglienza istituzionale, per non perdere la potestà sui propri bambini. Infatti, ancora una volta, non sono state proposte soluzioni per non smembrare il nucleo familiare e l’unica alternativa messa in campo dal Comune è quella di separare i padri dal resto della famiglia.