EUROPA

Scioperi e blocchi ferroviari dei minatori in Polonia

Oltre 2000 minatori del bacino carbonifero della Slesia (sud della Polonia) sono in sciopero contro la decisione del governo di chiudere quattro miniere dell’impresa statale Kompania Weglowa, il più grande gruppo minerario del carbone dell’Unione europea, con una capacità produttiva di 34 milioni di tonnellate di carbone, con 14 miniere e 64 000 lavoratori impiegati in cinque stabilimenti.

Lo sciopero è iniziato il 7 gennaio, con i minatori della miniera Brzeszcze che hanno rifiutato di tornare in superficie. La protesta si è poi diffusa rapidamente nel settore minerario del carbone in tutta la regione. Attualmente i minatori che lavorano nelle miniere di proprietà di altri grandi compagnie minerarie grandi (Jastrzębska Spółka Węglowa e Katowicki Holding Węglowy) si stanno unendo allo sciopero, mentre i comuni della Slesia hanno presentato diverse petizioni al governo nazionale in difesa dei posti di lavoro essenziali per il benessere economico e sociale della regione.

In questo momento tutti i quattordici siti estrattivi sono in sciopero, con i minatori che portano avanti le proteste sotterranee. Altre forme di protesta sono scioperi della fame e blocchi ferroviari. Oltre 10.000 persone, tra minatori e semplici cittadini, hanno partecipato alla manifestazione a Bytom lo scorso martedì. La città sta lottando per salvare l’ultima delle sue miniere. Il tasso Disoccupazione in Bytom sta raggiungendo il 21%, per effetto del la “ristrutturazione” del settore del carbone che va avanti dagli anni novanta.

I leader dei sindacati dei minatori hanno dichiarato che, se non viene raggiunto un accordo con la compagnia entro il 20 gennaio, i minatori sciopereranno con i lavoratori del settore postale, ferroviario, dell”energia, mentre i sindacati regionali hanno dichiarato la disponibilità a lanciare lo sciopero generale se la situazione con si sblocca entro breve. I sondaggi di opinione mostrano che lo sciopero dei minatori è sostenuto dal 68,5% dei polacchi.

La chiusura delle quattro miniere causerà la perdita di 5.000 posti di lavoro nella regione in cui l’industria del carbone è il più importante settore industriale, con un’influenza decisiva sull’economia locale. Dato che ad ogni posto di lavoro in miniera corrispondono fino a tre posti di lavoro in settori connessi a tale infdustria nella regione, si teme giustamente che l’intera regione potrebbe perdere fino a 20.000 posti di lavoro. Oggi sembra abbastanza ovvio che la proposta del governo sia la privatizzazione delle miniere di Brzeszcze, Bytom, Ruda Slaska e Gliwice. Universal Energy, una società di proprietà di uno dei più ricchi uomini d’affari polacchi, Krzysztof Domarecki, ha già fatto un’offerta per l’acquisto di tre dei quattro pozzi che stanno per chiudere. Un altro milionario polacco, Jan Kulczyk, sta facendo grandi profitti importando carbone dalla Russia attraverso un terminale di trasbordo a Braniewo, una città di confine nei pressi di Kaliningrad.

In sostanza, è il Regno Unito dell ’84, di nuovo. Slesia è una degli ultimi focolai di resistenza, e l’industria mineraria è probabilmente il settore industriale più sindacalizzato in Polonia. Chiediamo di supportare i minatori polacchi affinché continuino a lottare per la loro vita e il benessere delle loro comunità e contro i piani del governo.

tratto da lewica