Sandro Subito!

“Comunque vada a Roma c’é aria nuova”

Pubblicato su HuffingtonPost

Roma è diventata una città grigia. Nelle ultime settimane, nonostante la primavera, anche il tempo fa la sua parte. Piove, poi il sole, poi piove. Fa pure freddo ogni tanto. La mattina, quando esco di casa (e sono assai meteoropatico), mi pare di essere caduto a Berlino. Ma le biblioteche universitarie chiudono alle 12, quando non chiudono e basta; stessa sorte tocca ai consultori; il traffico uccide cervello e polmoni, ogni tanto anche i ciclisti; costa tutto caro, in particolare la casa; tra un lavoro e l’altro non c’è che miseria; l’offerta culturale è quella di un paesino di provincia. No, non è Berlino, è Roma. Peggio: è Roma, nella crisi, governata da Alemanno.

A Roma, però, il sole splende caldo quando meno te lo aspetti. Quando un nuovo spazio viene occupato e sottratto alla rendita o alla speculazione, quando gli studenti inondano i viali, quando i migranti possono imparare gratuitamente l’italiano in questa o quella scuola popolare, quando gli artisti cantano le strade e disegnano le lotte, quando i senza casa conquistano un tetto, quando nasce un gruppo d’acquisto solidale, quando al posto della solitudine e della competizione prevalgono amicizia e mutualismo, nel lavoro e nella vita. È un’altra città, quella col sole, una città fatta di tante città, dove la ricchezza si misura con la qualità della vita e delle relazioni. Una città che resiste, che inventa, che sa amare.

Alle elezioni romane di domenica e lunedì c’è un candidato sindaco con il cuore che batte in questa seconda città, si chiama Sandro Medici. È lui che, da presidente del X Municipio, ha requisito case sfitte per i senza casa, istituito un welfare municipale innovativo, sostenuto la cultura indipendente, oltre il mantra dei grandi eventi. È lui che, da candidato, ostile ad Alemanno e alternativo a Marino e De Vito, propone di liberare Roma dal Patto di stabilità (la declinazione locale del Fiscal compact), per restituire risorse ai servizi e al welfare, di liberarla dallo strapotere del mattone e della finanza, dal traffico e dalla noia. Consapevole che, per essere realisti, oggi, è necessario chiedere e praticare l’impossibile.

Di elezioni non ne capisco molto, difficilmente azzecco le previsioni e so che i numeri non raccontano mai la realtà. Meglio, preferisco costruirne di nuove, di istituzioni, e la mia vita la dedico a questo lavoro paziente e tumultuoso. Ma so che se Sandro Medici e la sua coalizione, in primis la lista Repubblica romana, saranno in Campidoglio, i movimenti e le loro ambizioni costituenti avranno un sostegno in più. La strada che conta dovranno percorrerla le lotte, come sempre. Ma è bene che le lotte non siano sole, è bene che, in luoghi e con ruoli assai diversi, si colpisca uniti.

Conosco l’obiezione: il voto utile. La retorica dell’utilità è l’arma efferata che decide anticipatamente chi merita attenzione oppure no (e non è casuale che Sandro Medici sia stato oscurato dai media main stream) e il campo delle necessità su cui non si può metter bocca, quelle che «ce le chiede l’Europa» (rigore, mercato, precarietà del lavoro, privatizzazioni ecc.). Tanto che la domanda da farci sempre dovrebbe essere: utile a chi? ai precari o alle banche? al verde o all’ennesima speculazione edilizia?… e così via. Ancora: ha senso parlare di voto utile con il doppio turno? No. Continuare a ripeterlo è disonesto, quando non è il segno di un timore arrogante.

Al muro del silenzio Sandro Medici ha opposto la rete (in particolare i social network) e il territorio, scegliendo di stare con la città che lotta, con quella che non s’arrende e che desidera il cambiamento. Già questo basta, per sapere da che parte stare.

Comunque vada, a Roma c’è aria nuova.