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OPINIONI

Salvini, l’Aquarius e il rispetto senza ragione

Salvini urla al ritrovato rispetto della patria, facendo emergere tutte le paure della classe imprenditoriale italiana. Di fronte a tutto questo odio sembrano inutili anche i continui appelli alla razionalità occidentale, bisogna invece dischiudere la forza dell’empatia

Oggi è attraccata al porto di Valencia la nave Aquarius, è stata accolta con striscioni di benvenuto, e chi era a bordo della nave ha intonato canti di gioia per essere riuscito ad arrivare sulla terra ferma, dopo nove giorni di mare in tempesta. Salvini dalla sua pagina facebook – ormai vero e proprio mezzo di comunicazione ufficiale del (vice)premier – scrive ‘finalmente l’Italia si è fatta rispettare’. E sotto migliaia i commenti che applaudono felici e ripetono che l’Italia si è finalmente fatta rispettare dai propri partner europei.

In quel «è tornata a farsi rispettare» risuona tutta la paura nazionale italiana del non essere all’altezza dei partner occidentali. Paura che ha costellato l’intera storia nazionale italiana, dall’unità a oggi. Senso di inferiorità su cui si è costruita la storia del nazionalismo italiano. L’Italia, paese occidentale di tarda industrializzazione, con il debito pubblico tra i più alti di Europa, che conta nello stesso spazio nazionale le regioni più ricche di Europa e regioni che potrebbero essere considerate sottosviluppate, paese del G7, membro fondatore dell’Unione Europea… ritorna ad avere paura di non potercela fare.

 

Le parole di Salvini sono la massima espressione delle paure italiane, ne trasudano il terrore. Una nazione che arranca sul piano economico e che nasconde dietro grandi sparate di politica internazionale i suoi limiti strutturali.

 

Mussolini, e così prima di lui il governo Salandra nella prima guerra mondiale, entrò nella seconda guerra mondiale consapevole delle incapacità militari ed economiche del nostro paese, ma bisognava «buttare qualche migliaio di morti per potersi sedere da ex-belligerante al tavolo delle trattative». Ora le sparate salviniane ci dicono più o meno la stessa cosa: bisogna bloccare qualche decina di navi, forse far morire qualche centinaio di persone in mare, affinché gli altri Stati europei comprendano che non stiamo scherzando. Che l’Italia non scherza più, è una grande potenza, che è tornata a farsi rispettare.

 

Questa permanente invocazione del rispetto è esattamente il suo opposto: l’Italia ha l’eterna paura di non farcela

 

O meglio, la classe dirigente italiana vive nell’incubo di non riuscire a stare dietro a questo flusso insostenibile di competizione e innovazione globale. È la classe imprenditoriale italiana, quelle delle grandi industrie lombarde, dei piccoli capannoni della bassa Padania, quelle dei grandi brand e dell’agroalimentare di successo, di cui Salvini è riuscito a farsi perfetto rappresentante, ad aver paura di non essere in grado. Ma di questa incapacità, ancora una volta, non vuole prendere coscienza né esserne responsabile, scaricando tutto sugli esclusi dal gioco economico.

Seconde le letture realiste più tradizionali, l’Italia ha sempre avuto poca credibilità internazionale perché si è spesso rivelata un partner che non rispetta i patti – e qui immaginate tutti i giochi e i sorrisetti sui politici italiani da Berlusconi in poi. Il rispetto che Salvini vuole imporre è tutto inserito in questa dinamica della storia italiana e non il contrario, come lui vorrebbe far credere. Ora potremmo fermarci qui e dire che l’Italia deve trovare credibilità internazionale tornando a rispettare le leggi internazionali, il diritto del mare, i trattati europei.

 

 

Tutto vero, ma questo non fa che ricadere nella stessa logica e razionalità tra chi vede il mondo dominato dalla forza, o chi quella forza vuole cercare di mitigarla tramite leggi internazionali, senza però negarla

 

Mentre si dibatte tra forza e diritto, la nave Trenton della marina militare americana deve scaricare in mare 13 cadaveri, perché non avrebbe potuto tenerli nella nave troppo a lungo, non avendo celle frigorifere, e non avendo un porto sicuro di attracco. 13 corpi che scivolano sul fondo del mare, raggiungendo i molti che sono già lì sui fondali di questo mare nostrum. Quei corpi bussano alle porte della nostra razionalità occidentale. Così potete invocare il rispetto del diritto, o il rispetto della nazione, invocare il partito a sinistra che avrebbe potuto, o lo stato forte che dovrebbe tornare, spiegandoci come il capitale sta facendo…

 

Abbiamo proprio bisogno di altre modi di leggere la politica internazionale, le relazioni tra stati, il progetto europeo

 

Finché continueremo a pensare che la forza, il diritto, la sicurezza sono le uniche categorie che possono valere nello spazio internazionale, allora ritorneremo sempre sui nostri errori. Dischiudere la forza dell’empatia e capovolgere il senso del rispetto e della sicurezza internazionale: solo così potremmo aprire le nostre categorie razionali, tornare a respirare la vita, e non la morte.

Tutto il contrario di quello che sta avvenendo.