ROMA

Roma contro la tortura e per l’amnistia

Giornata mondiale contro la tortura: azioni e dibattiti

“Qualsiasi atto crudele e violento commesso su una persona per brutalità, sadismo, vendetta”, questa è la definizione che il vocabolario della lingua italiana dà del termine tortura, una definizione estendibile, componibile con qualche aggettivo ma che almeno definisce chiaramente i confini del significato della parola. Nel nostro Codice Penale, unico caso in Europa, non c’è traccia di questa parola, non c’è tipologia di reato che venga definita con questo termine, e quando non è possibile dare un nome ad una cosa allora la cosa stessa non esiste. Ma la tortura in Italia non esiste?

La sentenza Cucchi ripropone con tutta la sua violenza un tema centrale nella storia del nostro paese, l’impossibilità di processare lo Stato, l’impossibilità di rompere quel muro di omertà che si chiude ogni volta che un ragazzo, un detenuto, un migrante muore o subisce violenza tra le mura di qualche carcere o commissariato. Una legge contro la tortura non basterà a porre fine a queste violenze e all’omertà che sempre le accompagna, ma puo’ essere un buon inizio per lanciare una grande battaglia di civiltà sul modo di fare giustizia nel nostro paese.

Oggi abbiamo voluto rompere la coltre di silenzio e indifferenza nei riguardi della questione della tortura e della condizione carceraria in Italia. Striscioni sono apparsi sui principali ponti di Roma, facendo riapparire nella città ciò che le leggi e i codici dello Stato italiano negano: la necessità di introdurre nel nostro ordinamento il reato di tortura. Inoltre, proprio mentre il Governo varava il c.d. decreto “svuota carceri”, abbiamo fatto emergere quello che, allo stato attuale, riteniamo sia l’unico strumento realmente efficace e risolutivo del sovraffollamento carcerario: amnistia e indulto.

A seguito delle azioni, queste tematiche sono state portate all’interno della Camera dei Deputati, dove – grazie alla disponibilità del deputato Adriano Zaccagnini – si è tenuta una conferenza stampa organizzata dai movimenti, dall’Associazione “Papillon” e Ilaria Cucchi.

Alla conferenza stampa hanno partecipato alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle, del Partito Democratico e di Sel, che hanno assunto formalmente l’impegno di lavorare al fine di approvare una legge che introduca il reato di tortura in Italia (già diversi disegni di legge sono stati consegnati alla Camera e uno è in discussione al Senato). I parlamentari, inoltre, hanno manifestato la disponibilità di aprire in Commissione Giustizia un dibattito sul sistema carcerario italiano e sulla “funzione” della pena.

Non è la prima volta che i movimenti e le associazioni impegnate sulla questione giustizia tentano di sensibilizzare su questo tema la classe politica, sinora rimasta colpevolmente inerte o, peggio, inquinando il dibattito con la patina del giustizialismo e del populismo penale. Alcuni parlamentari hanno infatti dovuto riconoscere un certo sentimento di vergogna di fronte all’intervento di Ilaria Cucchi e degli altri relatori che hanno riportato con crudezza la testimonianza della violenza perpetrata nelle carceri e nei differenti luoghi di detenzione.

Riteniamo però le aperture e le prese di posizione di oggi molto importanti, coscienti che una tale battaglia necessiterà di un piano costante di lotta e di pressione politica, per poter conseguire dei concreti risultati anche sul piano legislativo.

Come movimenti saremo dappertutto, continueremo a porre queste tematiche al centro dell’agenda politica delle lotte e del dibattito pubblico.

Ribadiamo ancora la necessità di far convergere le molteplice vertenze, petizioni, battaglie locali sul tema giustizia attorno alla rivendicazione di amnistia e di indulto, strumenti garantisti che nel nostro paese hanno riconoscimento costituzionale.

Dalle carceri, e dai CIE, dai commissariati e dalla strada arriva una richiesta di aiuto che non possiamo più ignorare.

Movimenti per il garantismo attivo!