PRECARIETÀ

#OccupyInps: reddito e diritti subito

Nel giorno in cui l’Istat ci dice quanto siamo poveri, presentata la Piattaforma per il reddito di base e i diritti.

Questa mattina mentre l’Istat presentava il suo ennesimo drammatico rapporto, la Piattaforma per il reddito di base e i diritti ha occupato la sede dell’Inps in via Beccaria a Roma. La Piattaforma è la proposta sul reddito che realtà sociali e di lavoratori stanno elaborando collettivamente e che presenteranno per discuterla con tutta la città mercoledì 29 maggio a Communia.

Di seguito il volantino distribuito questa mattina:

Il Rapporto Annuale diffuso dall’Istat nella giornata di oggi ci consegna un quadro drammatico.

La crisi mostra in questi mesi il suo lato peggiore. Si moltiplicano i licenziamenti, i diritti si livellano verso il basso, si è costretti ad accettare lavori pagati sempre meno e sempre più precari, quando non direttamente in nero. Non si ha diritto ad una casa, come non si hanno diritti sul lavoro. Così come non si ha diritto ad un reddito.

La precarietà è divenuta ormai una condizione sociale generalizzata, che pervade settori una volta considerati “garantiti”. Tanto pressante che anche diversi attori politici istituzionali avanzano proposte di reddito le quali però si rivelano essere per lo più sussidi di povertà mascherati e volti a dare un po’ di respiro ad una produzione in continuo affanno.

Anche per questo motivo alcune reti sociali a Roma si stanno confrontando sulla necessità e l’urgenza di uno spazio pubblico che rivendichi da una parte la necessità di un reddito di base incondizionato, soggettivo, universale, senza distinzioni tra nativi e migranti, dall’altra la riconquista di diritti sui luoghi di lavoro, la riduzione dell’orario a parità di salario, così come un salario minimo orario.

Provando a non porre i due termini in contrapposizione tra loro, con l’obiettivo dichiarato di rovesciare il “ricatto del debito” e far pagare ai profitti e alle rendite la crisi economica da loro prodotta.

Siamo qui oggi all’Inps perché riteniamo che dovrebbe essere l’ente erogatore del reddito che reclamiamo.

Perché crediamo che le risorse pubbliche non vadano utilizzate per gli interessi del capitale finanziario né per nuovi armamenti o per grandi opere inutili come la TAV in Val di Susa.

Per questo motivo vogliamo aprire una vera e propria consultazione tra realtà sociali che lanci una piattaforma sul reddito di base e i diritti e che veda coinvolte tutte le esperienze che in questi anni hanno provato ad affermare questa rivendicazione su un piano di conflitto: collettivi di precari, studenti, disoccupati, movimenti per il diritto all’abitare, lavoratori in mobilità e cassa integrazione, il sindacalismo conflittuale.

Per rompere la solitudine a cui vorrebbero condannarci, per riunire quel che vorrebbero diviso e frammentato, perché la crisi devono pagarla loro. Se il ricatto è la norma, diritto al reddito per i precar* e i disoccupat*!