MONDO

#OccupyGezi 17.06 – Oggi si sciopera e si torna in piazza

Sindacati e movimento sfidano i divieti

Istanbul: sciopero dichiarato “illegale”, ha inizio alle ore 16 un corteo di sindacati e movimenti diretto verso piazza Taksim – Segui la diretta a cura di DinamoPress

h 17.00 – la polizia non autorizza il corteo, i sindacati sciolgono il presidio per una assunzione di responsabilità e per non “mandare al massacro la gente”

h 16.40 – i sindacati hanno letto una dichiarazione davanti ai cordoni delle forze di polizia, chiedendo di permettere il corteo

h 16.10 – blindati e polizia in tenuta antisommossa impediscono al corteo di imboccare Istiklal per andare a Taksim molte le bandiere e gli slogan, ci si siede ciclicamente per terra

h 16 – diverse migliaia di manifestanti al Tunel, dove il Kesk si è dato appuntamento

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La lettera del SubComandante Marcos per #occupygezi

Come appaiono Gezi Park e Piazza Taksim quest’oggi sembra fare da metafora alle condizioni in cui attualmente versa la democrazia in questo paese. Il primo è desolantemente vuoto, la seconda cerca di assumere una parvenza di normalità. In entrambi i luoghi moltissima polizia. Ieri è stata la giornata della caccia al sovversivo. La chirurgica operazione di eradicamento di qualsiasi forma di contestazione antigovernativa si è protratta fino alle ore piccole assumendo aspetti da notte dei lunghi coltelli. Dopo che con gli ormai tristemente noti lacrimogeni e idranti addizionati di sostanze chimiche sono stati gassati e desertificati interi quartieri, i manifestanti quando non travolti dai plotoni in carica, venivano stanati fin dentro i bar, ricercati all’interno delle cmitive turistiche, mentre sopra le loro teste volteggiavano gli elicotteri e nel contempo squadracce di sostenitori dell AKP, il partito di Erdogan, circolavano indisturbate, quando non addirittura scortate dalle forze di polizia, armate di spranghe e bastoni per fare giustizia sommaria. Difatti non significa AKP “Partito della giustizia e del progresso?”

Decine e decine le persone arrestate e quelle che mancano all’appello, fra cui anche diversi giornalisti e medici.

Nonostante questo clima cileno, l’opposizione a Erdogan non molla. Oggi è in corso lo sciopero, indetto due giorni fa da due importanti realtà sindacali, Disk, la confederazione sindacale progressista, e Kesk, sindacato dei dipendenti pubblici, al quale si sono aggiunti il sindacato dei medici, degli ingegneri, degli architetti e dei dentisti. Mi giunge notizia di luoghi pubblici in cui la percentuale di sciopero arriva al 40 %, in un paese dove scioperare è consentito solamente se si appartiene a un sindacato e se questo sindacato è presente nel luogo di lavoro. I sindacati chiedono tolleranza e sostegno alla popolazione nelle piazze per una “Turchia più egualitaria, libera e democratica”, e dopo qualche incertezza(è notizia di pochi minuti fa) hanno convocato una manifestazione per le 16, con destinazione Taxim. Queste stesse sigle hanno portato in corteo 20 mila persone due settimane fa, all’inizio delle proteste, e per oggi l’attesa è relativa a questi numeri, se non superiore. Torna a salire la tensione quindi, in quanto lo sciopero è già stato definito illegale dal Ministero degli Interni Turco, e visto le “difficoltà” che incontrano le manifestazioni non gradite al Premier Erdogan.