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Obiezione Respinta: il libro

Il 25 novembre è uscito il libro che racconta l’esperienza di Obiezione Respinta. Un collettivo e una piattaforma online di mappatura dei servizi ginecologici e ostetrici sul territorio italiano nata sulla scorta del movimento di Non Una di Meno

Il 25 novembre è uscito il libro “Obiezione Respinta. Diritto alla salute e giustizia riproduttiva” curato da Cinzia Settembrini per la casa editrice Prospero Editore. In esclusiva per DinamoPress un estratto dell’introduzione della curatrice.

 

Obiezione Respinta: una mappatura online costruita dal basso, cioè dalle donne, dalle persone trans e non binarie che si sono dovut* confrontare con l’obiezione di coscienza e con le altre difficoltà di accesso al diritto alla salute sessuale e riproduttiva. Un progetto nato dentro uno spazio transfemminista a partire dal racconto di alcune che hanno scelto di condividere con le altre la propria esperienza.

La mappa raccoglie oggi, a quattro anni da quei giorni d’ottobre, centinaia di segnalazioni. Le donne forniscono informazioni sui presidi sanitari o le farmacie in cui si sono recate, talvolta restituendo anche delle valutazioni o dei veri e propri racconti personali dell’esperienza vissuta: spesso hanno incontrato degli obiettori e delle obiettrici di coscienza che si sono frappost* tra loro e il loro diritto di scegliere se interrompere una gravidanza, se assumere un contraccettivo; altre volte, invece, si sono confrontate con del personale sanitario professionale e cortese.

Nel raccontarsi e nell’offrire ad altr* la propria storia, chi scrive compie contemporaneamente tre azioni: esce dalla solitudine del privato e del non detto in cui sono relegate alcune esperienze, tra le quali l’aborto; sostanziando le esperienze e nominando i problemi, fa sì che la denuncia da individuale diventi istanza collettiva; infine, dà ad altr* delle informazioni per affrontare con più consapevolezza i percorsi nei luoghi della salute.

 

Obiezione Respinta offre uno spazio sicuro in cui fare tutto questo. Uno strumento digitale accessibile e utile per tutt*, un’arma per rivendicare salute e autodeterminazione.

 

Scopo del libro è dare nuovo spazio alle testimonianze lasciate sulla mappa online nel corso degli ultimi anni, volendo riflettere allo stesso tempo sul sistema che regola l’accesso alla salute sessuale e riproduttiva in Italia e sulle sue criticità. In questo senso, le storie delle singole aprono uno squarcio su alcune delle forze che agiscono nella contemporaneità e rappresentano, tutte insieme, un’inedita possibilità di condivisione, autoformazione e coordinamento delle donne e di tutt*.

Nell’epoca neoliberale, e ancor di più nel momento specifico che stiamo attraversando, segnato così profondamente dal Covid-19 e dal distanziamento sociale, il rischio di una chiusura nella dimensione privata, nell’individualismo, nell’isolamento, nonché il pericolo rappresentato dalla rottura delle relazioni di cura reciproca, si acuisce. Contemporaneamente, nuove forme di autoritarismo, neofondamentalismi, poteri reazionari, che da queste condizioni traggono il loro nutrimento, continuano a muovere i loro attacchi alla libertà e alla possibilità di scelta di tutte e di tutti.

 

 

Gli spazi di solidarietà e i percorsi di mutuo aiuto sono sorti ben prima della pandemia, a partire dall’esigenza di costruire forme dello stare insieme, del vivere e del prendersi cura, alternative sia al mercato che al servizio pubblico in crisi permanente. Messi in difficoltà nell’attuale fase storica, essi rappresentano tuttavia una necessità e una forza vitale. Ciò che questo momento sembra infatti porre più che mai in rilievo, è proprio la profonda interdipendenza che ci lega e che ci permette di essere allo stesso tempo forti e vulnerabili, capaci di prenderci cura l’una dell’altra, in ascolto dei bisogni e dei desideri a cui solo in relazione e in rete si può trovare risposta. Tali spazi e percorsi diventano allora centrali per costruire nuovi linguaggi e pratiche dell’auto-organizzazione e fanno risaltare l’urgenza di un sistema di welfare più equo e accessibile e di una redistribuzione della ricchezza. Non è un caso che siano proprio le donne e le soggettività lgbtqia+, le più radicalmente colpite dalle politiche neofamiliste, dalla privatizzazione e dalla crisi del welfare e da tutte quelle forme reazionarie di controllo sui corpi, ad aver prodotto alcune delle più interessanti riflessioni e sperimentazioni di autogestione nell’ambito della salute.

 

Il libro si colloca dunque all’interno di una precisa prospettiva critica, che è quella transfemminista e intersezionale, da cui partire per restituire le storie delle singole, ma anche l’agire di Obiezione Respinta e, più in generale, di chi mette in campo pratiche e linguaggi di autodeterminazione e auto-organizzazione.

 

Proprio perché la sua realizzazione si nutre della partecipazione a un percorso collettivo, il libro è stato da subito immaginato come un racconto polifonico e costruito da più autrici. I sei contributi che lo compongono sono stati pensati a partire dalla restituzione e contestualizzazione delle testimonianze condivise su Obiezione Respinta; tuttavia, è solo unendoli che è possibile leggere la complessità delle politiche istituzionali sul controllo dei corpi, le difficoltà di accesso alla salute sessuale e riproduttiva, le diverse forme di lotta per autodeterminarsi e per agire questo campo di battaglia. Soggetti, pratiche e concetti tornano costantemente nelle voci restituite o quando ogni autrice prende parola in prima persona, come fili interpretativi volti a costruire un tramare insieme che è critica verso il già dato e, soprattutto, immaginazione e costruzione di qualcosa d’altro.