TERRITORI

NoExpo, blocchi e presidi contro il progetto “via d’acqua”

Le vie d’acqua sono un progetto legato ad Expo 2015, anzi sono uno dei pochi pezzi sopravvissuti all’originario progetto Expo che “vinse” il ballottaggio con la Turchia.

Nel tempo però il sogno “leonardiano” di una città navigabile è scomparso e si tramutato in un canale di scolo. L’idea originaria della via d’acqua era quella di costruire un canale navigale che partisse dalla Darsena e diventasse una grande attrazione turistica, ora si è tramutato in un canale non navigale, a dire il vero in un vero canale di scolo, che dovrebbe congiungere un laghetto artificiale nel sito expo con il parco agricolo sud. Cioè un canaletto capace di trasportare 2 metri cubi d’acqua al secondo, utile per i 6 mesi dell’esposizione universale. 90 milioni di euro previsti di spesa, 22 chilometri di canale che passeranno attraverso 4 parchi cittadini della metropoli milanese. Il tutto travestito da grande opera.

Vie d’acqua non è certamente tra i progetti principali di Expo 2015, ma assume un piano centrale e simbolico grazie all’opposizione popolare che si è sviluppata e che è stata capace di smascherare la logica “grande evento”.

Vie d’acqua mostra in tutta la sua sostanza la logica di governance territoriale del grande evento: amministratore delegato di azienda privata che ha in deroga poteri speciali che permettono di superare amministrazioni locali e governi. Così per esempio Sala (amministratore delegato Expo spa)può lungo i 20km di canale declassare categorie inquinanti e evitare bonifiche.

Contro quest’opera inutile, dannosa, nociva e costosa (denunciata tempo fa da Off Topic e inserita anche nel libro Expopolis) da novembre un comitato di cittadini, sotto il nome No Canal, ha iniziato ad opporsi alla distruzione dei Parchi Trenno e Pertini. Piano piano la mobilitazione si è estesa al Bosco in Città e al parco delle Cave. La lotta ha bloccato più volte l’inizio dei lavori, ha fermato ruspe, coperto buche, smontato cantieri, ha presidiato parchi, consigli comunali, consigli di zona, ha fatto fiaccolate contro expo e ha obbligato Comune di Milano (tra i soci di maggioranza in Expo spa) ed expo SPA a fermare i cantieri fino all’8 gennaio.

Dopo le vacanze di natale sono iniziati una serie d’incontri tra il rappresentante del comune di Milano dentro Expo spa, Gianni Confalonieri, e il comitato No Canal. Il tavolo ha dato un esito risibile e limitato, accettato dall’assemblea No Canal senza però sottoscrivere accordi, solo per quel riguarda il Parco Trenno. Esito limitato e limitante perché oltre a riferirsi solo a meno di un chilometro del percorso dell’opera non interessa la questione costi e utilità e allieva solo in piccola parte la problematica paesaggistica di salvaguardia del parco.

A questa parziale proposta e alla sua accettazione la rete NoExpo (da sempre e subito presente nella mobilitazione) ha espresso tutte le sue perplessità e rilanciato la necessità di continuare la mobilitazione perché l’unica vittoria possibile è non permettere la realizzazione dell’opera.

Così questa mattina sono ripresi i presidi mattutini che hanno un unico obiettivo: bloccare i cantieri, interrompere i lavori e fermare le ruspe.