ITALIA

No Tav: una cassa di resistenza contro la repressione

A due mesi dall’arresto di Nicoletta e con molti procedimenti giudiziari in arrivo, si allargano, anche a Roma, le iniziative di solidarietà e sostegno verso il movimento sotto attacco.

Sono passati due mesi ormai da quando Nicoletta Dosio è stata arrestata nella sua casa di Bussoleno e portata in carcere a Torino. In questo periodo il movimento ha moltiplicato le iniziative di solidarietà e di supporto a Nicoletta e tutte le persone vittime di provvedimenti giudiziari nell’ambito dell’ultima ondata persecutoria messa in atto da parte della questura di Torino.

Nicoletta ha scritto spesso in questi due mesi, le sue lettere sono state un invito a continuare la lotta e al tempo stesso uno stimolo a richiedere amnistia sociale. Ha inviato un lettera ad un convegno il 15 febbraio a Bussoleno, che trattava proprio questo tema. Scrive Nicoletta «I decreti e le leggi-sicurezza devono essere prontamente aboliti e la mobilitazione per la loro cancellazione deve andare di pari passo con la richiesta della cosiddetta “amnistia sociale”: senza l’abolizione degli uni, l’altra non sarebbe che un palliativo temporaneo. Della possibilità dell’amnistia sociale si discute nelle carceri e si accendono attese e speranze. Credo che il movimento NO TAV abbia la generosità e l’esperienza per impegnarsi in prima persona a favore di tale improcrastinabile battaglia di libertà e di giustizia e per coinvolgere su questo fronte le persone e le realtà sorelle, in ogni parte del Paese. L’amnistia come riconoscimento delle resistenze collettive contro le “grandi male opere”, le guerre e gli armamenti, lo sfruttamento dei lavoratori e le “fabbriche della morte”, per il diritto alla casa, alla salute, ad un lavoro dignitoso, contro fascismi e schiavismi, per una cultura di pace e di liberazione. L’amnistia come estinzione anche dei “reati di povertà”. Tra le mura delle carceri sono questi i reati più rappresentati, connessi all’indigenza, alle tossicodipendenze, alla prostituzione, alla clandestinità. Un sistema da abbattere per costruire un mondo più giusto e vivibile per tutti.»

Nel frattempo, le sue condizioni carcerarie continuano ad essere particolarmente precarie e dure. Tra i tanti soprusi subiti in questo periodo ricordiamo che ha dovuto subire una operazione chirurgica piantonata da guardie carcerarie, una visita in ospedale ammanettata, o ancora il diniego arbitrario di visite, come quella di Chef Rubio.

Davanti alla situazione sempre più grave in termini di repressione giudiziaria, il movimento No Tav ha deciso di costituire una nuova e specifica cassa di resistenza per permettere ai casi attuali e a quelli che verranno di avere tutto il supporto tecnico, legale e materiale. Si è avviata pertanto una campagna specifica finalizzata a sostenere questa cassa di resistenza. La cassa  del movimento, infatti, negli anni ha sempre tutelato gli/le attivisti/e e le loro famiglie, permettendo alla lotta di andare avanti e trasformandosi in uno strumento di solidarietà collettiva, ora più che mai necessario.

A Roma si è riattivata la Rete No Tav cittadina, con una serie di iniziative di sensibilizzazione, attivazione e raccolta fondi che andrà a contribuire poi alla cassa di resistenza del movimento.

Sabato 7 Marzo è stato organizzato ad Acrobax un grande concerto benefit, ROMA SUONA NO TAV in cui si esibiranno artisti quali Kento, Fulcro, Unabomber (Lucci + Hube) e Bestie Rare. Tutto il ricavato della serata sarà a sostegno della cassa di resistenza del movimento.

Nel frattempo, purtroppo, la situazione al cantiere di Chiomonte desta preoccupazione. A fine gennaio TELT ha commissionato ad un consorzio di imprese (tra cui l’italiana Salini-Impregilo e la francese Vinci) un appalto di 40 milioni di euro finalizzato ad allargare il tunnel geognostico, al fine di farlo diventare, a tutti gli effetti, galleria di sicurezza del tunnel di base. Il temuto allargamento dello spazio del cantiere potrebbe essere un passo che tenteranno le società che hanno vinto l’appalto, non appena il progetto diventerà esecutivo, cioè nei prossimi mesi. Per allargare il cantiere sarà necessario, da legge, negoziare con i proprietari delle terre da espropriare, che sono decine di attivisti No Tav.

Telt inoltre continua con manovre di ogni tipo, ad avanzare il suo controllo nella zona circostante il cantiere. Tra queste, ai limiti dell’assurdo, è riuscita a richiedere espropri temporanei di terreni, giustificandoli con la tutela di una farfalla particolarmente rara, presente solo nell’ecosistema della Val Clarea, la Zerynthia.

Proprio per queste ragioni è quanto mai necessario uno strumento come la cassa di resistenza, per permettere al movimento di continuare ad attivarsi contro questa opera devastante e inutile, in un momento di potenziale crescita del conflitto e di aumento ulteriore della repressione giudiziaria.