DIRITTI

Nessuno da ringraziare e ancora molto per cui lottare

Brevi riflessioni sul 5 Marzo in Piazza del Popolo. Migliaia di persone arrivate da tutta Italia si sono ritrovate per manifestare contro l’insufficienza della legge Cirinnà.

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In un grigio sabato pomeriggio, un arcobaleno di colori ha animato Piazza del Popolo a Roma. Migliaia di persone, venute da tutta Italia, si sono ritrovate in questa gigantesca piazza per manifestare tutto il loro dissenso rispetto ad una legge, partita come Ddl Cirrinnà e trasformata in un maxi-emendamento, ritenuta del tutto insufficiente rispetto alle istanze ed alle forme di vita espresse dal corpo sociale del Paese.

La manifestazione, indetta a pochi a giorni dall’approvazione in Senato della legge, è stata promossa da un cartello che raccoglieva moltissime sigle, da ArciGay al Mario Mieli, passando per le Famiglie Arcobaleno. Una piazza di certo composita, attraversata sì dall’associazionismo, ma anche dalle tante realtà che quotidianamente lavorano nei territori per un’effettiva estensione dei diritti.

Una piazza davvero eterogenea, in cui non è mancata qualche “nota stonata”. Tra i tanti interventi che si sono succeduti sul palco è arrivato immancabile quello di Susanna Camusso, a ricordarci che “la libertà va sempre difesa”. E viene subito da chiedersi come mai non si difendano con la stessa determinazione la vita e la libertà di quella marea di precar* stretti nella morsa del Jobs Act, contro cui la Segretaria non è stata così pronta a schierarsi.

Moltissimo spazio è stato poi riservato alla questione della stepchild adoption, principale vittima del gioco delle geometrie politiche portato avanti da Renzi. Tante le testimonianze di quelle famiglie che attendono ormai da troppo tempo una risposta da parte delle istituzioni. Perché non bisogna mai dimenticare che, legge o non legge, le famiglie omogenitoriali esistono da anni in Italia e sarebbe davvero ora di smettere di guardare da un’altra parte, facendo finta che questa non sia già la realtà. Certo, ci sarebbe forse qualcosa da dire sulla centralità (forse eccessiva?!?) data alla tematica della FAMIGLIA e dell’amore che vince su tutto. Nessuna nota polemica in questa considerazione, semplicemente la consapevolezza che non tutt* (omo o eterosessuali) desiderano avere figli nella vita ed anche che, qualora questo sia il principale desiderio, il percorso che porta alla costruzione di una famiglia è faticoso e non è la sola forza dell’amore a renderlo praticabile.

Gli interventi finali sono di certo quelli che hanno maggiormente centrato, a nostro modo di vedere, le più importanti questioni in ballo su questi temi. La Favolosa Coalizione di Bologna ha messo in chiaro che la norma dovrebbe limitarsi a registrare quella che è la realtà al fine di tutelarla, invece di accanirsi nell’esercizio dell’esclusione.Ha inoltre ricordato che la lotta per i diritti civili non può essere sganciata da quella per i diritti sociali ed economici, perché senza un welfare dignitoso e forme di reddito sganciate dalla prestazione lavorativa non ci può essere autodeterminazione e non ci possono essere diritti per tutt*.

Incredibilmente dirompente ed emozionante è stata poi la lettura che ci ha regalato Porpora Marcasciano, presidentessa del MIT (Movimento Identità Transessuale), che, attraverso le sue parole, ci ha ricordato come è nato il favoloso movimento LGBTQI in Italia e di quando nel 1969 “Sylvia Rivera lanciava la prima bottiglia alla polizia .. e da lì è partito tutto [..] NON DOBBIAMO RINGRAZIARE NESSUNO!!”. Perché in questo nostro presente nefasto non va mai dimenticato che i diritti vanno conquistati e difesi con la determinazione e la costanza delle lotte, perché non sono mai dati in maniera scontata e definitiva.

Insomma, come recitava anche lo striscione calato dalla terrazza del Pincio dalla rete IoDecido, non c’è davvero nessuno da ringraziare per i brandelli di diritti contenuti in questa legge “a ribasso”. E di certo non va ringraziato Renzi, che ha giocato sulle vite di moltissim* una disgustosa partita politicista fatta di alleanze e rotture.

La strada da percorrere è ancora lunga ma di certo resta la consapevolezza che mentre il Governo arranca e il Family Day va a messa, la società va avanti e le forme di affettività si moltiplicano lasciandosi alle spalle una sempre più lontana “famiglia naturale e tradizionale”. Non basterà certo una legge a sintetizzare e tutelare tutta questa ricchezza.

Intervista a Renato e Giada di Sommovimento nazioanale