ROMA

Movimenti per la casa occupano basilica Sant’Andrea delle Fratte

Centinaia di senza casa, organizzatisi con i movimenti per il diritto all’abitre, hanno occupato questa mattina la Basilica di Sant’Andrea delle Fratte. Ieri un violento sgombero con cariche e utilizzo di idranti a viale Ostiense.

I manifestanti hanno annunicato che occuperanno la basilica notte e giorno fino a che non arriveranno risposte convincenti dalle istituzioni. I movimenti chiedono una “moratoria giubilare”, una tregua a sfratti e sgomberi che continua imperterriti, nonostante non arrivino risposte di alcun genere sull’emergenza abitativa che attanaglia migliaia di persone.

La mobilitazione di oggi fa irrompere al centro della città, e a pochi metri dalla sede nazionale del Partito democratico, il tema della casa, proprio quando le istituzioni non stanno dando applicazione alla delibera regionale sull’emergenza abitativa, conquistata dalle lotte degli ultimi anni sul terreno dell’abitare. Per questo gli occupanti della basilica chiedono l’immediata riapertura dei tavoli di trattativa con le istituzioni per dare immediata esecuzione alla delibera.

L’occupazione si è conclusa solo dopo che la Regione Lazio si è impegnata ad approvare la delibera sulla casa il prossimo 15 febbraio. I movimenti hanno deciso così di uscire dalla basilica dando appuntamento alla Pisana per il giorno della discussione e del voto.

Dalla misericordia alla guerra ai poveri

Ancora un evento sta attraversando Roma, con grande dispendio di risorse e di apparati per garantire la sicurezza del passaggio del corpo di padre Pio. Di nuovo queste strade vengono blindate e controllate, in nome di un pericolo sempre incombente, utile per aumentare misure di ordine pubblico spacciate come indispensabili. Al centro come in periferia, l’unica presenza amministrativa sembrano essere uomini e donne in divisa.

Noi pensiamo che tutto questo non solo è eccessivo, ma serve a nascondere ben altro: la completa mancanza di interventi socialmente rilevanti a sostegno delle decine di migliaia di abitanti colpiti dalla crisi. Quelle persone che non ce la fanno più a pagare un mutuo o un affitto, che fanno fatica ad essere puntuali con le bollette, che si ritrovano ad essere morosi e insolventi, che devono scegliere se curarsi o vestirsi, che si costringono a piccoli furti al supermercato per fare una spesa più abbondante, che hanno perso il posto di lavoro o che ne hanno uno talmente precario da non potersi garantire un reddito dignitoso. Quei giovani che non possono lasciare le proprie famiglie perché non possono accedere al mercato della casa in assenza di un impiego stabile o di un reddito di cittadinanza.

Mentre questa città di sotto è in piena emergenza, i commissari minacciano sgomberi ed eseguono sfratti, con centinaia di persone che ogni giorno si trovano per la strada senza alcun sostegno sociale. Oltretutto si assume come centrale il desiderio di normalizzazione attaccando anche le esperienze culturali, sportive e sociali che utilizzano da anni spazi pubblici sottratti alla vendita e restituiti alla città dentro un’ipotesi di valorizzazione non speculativa. In queste ore si moltiplicano le minacce e i controlli del patrimonio pubblico facendo di ogni erba un fascio, buttando polvere negli occhi dell’opinione pubblica e cercando di recuperare una credibilità persa da tempo, tra inchieste e scandali di varia natura.

Al tempo del giubileo della misericordia è diventata enorme la distanza tra le parole e i fatti. Quindi è necessario ristabilire delle priorità.

Chiediamo una moratoria giubilare degli sfratti e degli sgomberi, sia degli spazi abitativi che sociali, e reclamiamo le risorse necessarie alla definizione di un welfare degno di questo nome.

Respingiamo il tentativo di disegnare coloro che si sono organizzati per affrontare bisogni e realizzare desideri come abusivi.

Le questioni sociali non si risolvono con i manganelli, gli idranti, le multe e le intimidazioni.

Questa città non può essere governata apponendosi una stella sul petto e mostrando i muscoli, qui ci vivono migliaia di abitanti arrabbiati e poco disponibili ad ascoltare ancora proclami e invettive.

Queste persone dalla vita precaria non possono fare sconti e una parte di loro oggi è qui nella Basilica di Sant’Andrea delle Fratte per sollevare clamorosamente una questione sociale esplosiva che deve essere affrontata seriamente.

Non usciremo dalla chiesa dove siamo entrati questa mattina fino a quando non saremo ascoltati da chi governa la città, la regione, il paese.

#stopsfrattiesgomberi #RomaNonSiVende

Movimenti per il diritto all’abitare