DIRITTI

Ministro, resteremo tra i vostri piedi

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti non vuole i giovani tra i piedi: troppo rompiscatole forse, non sia mai che rompano le uova nel paniere a una classe dirigente che vuole derubarli di tutto!

“Centomila giovani in fuga? Conosco gente che è bene non avere tra i piedi”. Sono queste le parole pronunciate dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. Parole pesanti, di disprezzo, un’impacciata giustificazione di chi rappresenta quella politica che fa fuggire i giovani da questo paese. Una dichiarazione che fa rabbia, certo, ma che di sicuro non desta stupore. Da anni, ormai, siamo tristemente abituati a un dibattito politico di questo tipo da parte di questo o quel ministro, sottosegretario o premier che sia. Siamo stati “bamboccioni” per Brunetta, “choosy” per la Fornero e ora il ministro del lavoro ci vorrebbe fuori dai piedi.

Da poco riconfermato all’interno della squadra di governo, Poletti è uno dei nomi più legati al “disastro renziano” andato in scena dal febbraio 2014 ad oggi e che, con Gentiloni, non accenna a terminare. A partire dalla crisi del 2008 i governi che si sono succeduti, governo Renzi compreso, hanno dichiarato guerra ai giovani giustificandola come un periodo di sacrifici necessari per risollevare le condizioni del paese.

Negli ultimi due anni siamo stati vessati a suon di Jobs Act, Garanzia giovani, voucher, Buona Scuola. Ci costringono a cercare lavori pagati in buoni per avere la possibilità di studiare in università al collasso, prive di finanziamenti (pochi mesi fa il Ministro dello Sviluppo Economico Calenda dichiarava: “Dobbiamo scegliere 4 o 5 università d’eccellenza sulla manifattura innovativa, dare loro i soldi. Le università che vogliono entrare in questo gruppo, scalino il ranking” ), dove ci si allena a fare i conti con la sola logica del merito, in totale assenza di forme di welfare che si possano considerare tali. Con l’alternanza scuola-lavoro già dal liceo gli studenti, costretti a fornire prestazioni lavorative gratuite anche presso grandi multinazionali, conoscono lo sfruttamento e la precarietà che troveranno nel mondo del lavoro. Un mondo del lavoro che, con il Jobs Act, ha visto la comparsa del sistema di pagamento attraverso i voucher. Secondo i dati dell’INPS nei primi dieci mesi del 2016 ne sono stati venduti 121,5 milioni, con un incremento del 32,3% rispetto al 2015.

Tra quei “centomila giovani che è bene non avere tra i piedi”, inoltre, ci sono migliaia di ricercatori costretti a lasciare l’Italia per fare ricerca in modo più o meno dignitoso. I dati parlano di circa 3mila dottorandi italiani che ogni anno prendono la “via dell’esodo”, rendendo così l’Italia il paese che, tra i più industrializzati d’Europa, esporta più ricercatori di quanti ne importi dall’estero. Il saldo stimato attualmente è del -13,2%.

Appare chiara dunque la schizofrenia dell’area di governo che, dopo l’indigesto risultato referendario, si mostra in tutta la sua superbia. Sicuramente il voto del 4 dicembre è un voto estremamente complesso da analizzare, ma da una prima occhiata non si può restare indifferenti guardando i dati della popolazione tra i 18 e i 34 anni. Con il 68% di NO al quesito referendario un certo tipo di politica è stata sfiduciata da una generazione, stanca di dover fare sacrifici per pagare una crisi che non ha creato.

Continuate pure a insultarci, poco ci importa delle vostre provocazioni. Ma sappiate che noi rimarremo in mezzo ai vostri piedi, saremo molto fastidiosi e presto vi faremo inciampare.