Migranti a Roma: costruiamo una mobilitazione

Un’assemblea il 20/05 a Esc_Atelier.

A pochi mesi dalla fine ufficiale dell’Emergenza Nordafrica, e dalla constatazione condivisa del suo completo fallimento, emerge un dato fondamentale: la necessità, o meglio l’urgenza, di modificare sostanzialmente il sistema di accoglienza italiano, frutto dell’inefficacia e della brutalità delle politiche migratorie vigenti che, invece di garantire diritti e regolare i flussi, ledono la dignità delle persone.

Due anni di “emergenza” hanno ulteriormente deteriorato un sistema già gravemente carente rispetto agli standard europei. La principale funzione svolta dai “centri d’accoglienza” è stata contenere e “parcheggiare” migliaia di rifugiati, ben lontano da quanto previsto dalle convenzioni d’appalto delle Regioni. Appalti che nel Lazio sono stati vinti dalle poche, e ben note, cooperative, specializzate nella realizzazione di profitti sulla pelle dei migranti, cui non hanno garantito quasi niente. Ancora una volta i soldi pubblici sono finiti nelle tasche di pochi privati, secondo uno schema consolidato che sacrifica i diritti dei migranti per i profitti della “bolla speculativa” del momento.

A Roma, questa gestione, unita alle lacune strutturali dei programmi di accoglienza, ha spinto l’Alto commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) a indirizzare una lettere ai candidati sindaco della capitale, denunciando una nuova (ma vecchia!) emergenza: l’”emergenza rifugiati”, oltre 3000 richiedenti asilo che a partire da aprile sono stati privati di alloggi e assistenza.

Intanto, sempre a Roma, non sembra avere fine l’attacco da parte del Comune contro i giovani migranti bengalesi, che continuano a essere cacciati dai centri con accuse pesantissime e conseguenze penali praticamente senza rimedio. Ancora una volta, le vittime vengono trasformate in carnefici e tutta la forza bruta usata con l’anello più debole, svanisce quando i soprusi vengono commessi ai piani alti. Tra l’altro, le stragi di lavoratori accadute in questi giorni in Bangladesh raccontano meglio di qualsiasi altra cosa da dove scappano questi ragazzini.

A livello nazionale, invece, le polemiche seguite alla nomina del ministro per l’integrazione Cecile Kyenge ribadiscono ancora una volta il becero razzismo di una parte di questa classe politica. Alle dichiarazioni del ministro sull’urgenza di riformare lo ius soli, di abrogare il reato di clandestinità e di rivedere la struttura dei C.I.E., sono seguite le reazioni scomposte dei membri del governo. Se da una parte il presidente del consiglio si è limitato ad affermare come queste proposte non facciano parte dell’accordo, dall’altra i membri della destra hanno minacciato la caduta del governo nel caso vengano approvati tali provvedimenti, evidenziando la volontà del nuovo governo di evitare cambiamenti nella gestione delle politiche migratorie e di proseguire nel solco delle leggi restrittive degli ultimi 20 anni.

Alla luce di tutto ciò, pensiamo che sia “necessario e urgente” sostenere un ripensamento complessivo delle politiche migratorie e della gestione dell’accoglienza. Pertanto, vogliamo proporre alle associazioni antirazziste che sostengono i diritti dei migranti e che da anni lavorano, con poche risorse e molte difficoltà, per monitorare la situazione dei centri di accoglienza e dei C.I.E, a quelle che garantiscono servizi legali, informativi, sanitari e di generica assistenza (sostituendo di fatto le istituzioni preposte e inadempienti) una riunione presso l’Atelier Esc (via dei Volsci, 159 – San Lorenzo) per LUNEDì 20 MAGGIO alle ore 18.

Obiettivo dell’incontro, oltre una ripresa del confronto, potrebbe essere l’organizzazione di un appuntamento pubblico e condiviso di protesta (e proposta) sulle tante questioni aperte, al fine di indurre il governo a porle al centro dell’agenda politica. In particolare, crediamo sia fondamentale rivendicare: una riforma della legge sulla cittadinanza e l’introduzione del principio dello ius soli; un sistema di accoglienza per i rifugiati degno, che rispetti quanto meno i principi internazionali del diritto d’asilo e che sia davvero funzionale a garantire il loro ingresso in una nuova società e che non sia mai più lo strumento di profitto di pochi privati e di emarginazione dei rifugiati; una soluzione politica alla questione dei giovani migranti bengalesi; la chiusura dei C.I.E, alla luce delle molteplici ed eterogenee denunce relative alla loro certificata disumanità; la cancellazione del reato di clandestinità; la revisione del Regolamento Dublino II.