ITALIA

Mediterranea soccorre un gommone carico di bambini. 98 naufraghi tratti in salvo

Questa mattina la Mare Jonio, battente bandiera italiana, ha localizzato e soccorso un gommone in avaria a 70 miglia dalle coste libiche

«La nave Mare Jonio ha completato il salvataggio di circa cento persone tra cui 26 donne di cui almeno 8 incinte, 22 bambini di meno di 10 anni e almeno altri 6 minori», è il tweet partito intorno alle 10 di questa mattina dall’account della missione Mediterranea Saving Humans. Le persone si trovavano a bordo di un gommone sovraffollato e alla deriva, con un tubolare già sgonfio, localizzato grazie al radar della nave umanitaria a circa 70 miglia dalle coste libiche, a nord della città di Misurata.

Mediterranea ha immediatamente chiesto istruzioni al Centro di coordinamento marittimo italiano (Mrcc) ricevendo nuovamente l’indicazione di fare riferimento alle autorità della Libia, cioè di un paese in guerra in cui le persone migranti vengono torturate e uccise nei campi di concentramento per migranti. Per questo gli attivisti della nave battente bandiera italiana hanno risposto reiterando la richiesta di un porto sicuro, in accordo col diritto internazionale del mare e con la tutela dei diritti umani.

La Mare Jonio era partita dal porto siciliano di Licata il 23 agosto, nella sua quarta missione dell’anno, dopo due mesi di sequestro probatorio e la confisca del veliero Alex. A bordo ci sono 22 membri dell’equipaggio: personale medico, attiviste e attiviste di centri sociali e società civile, il coordinatore della missione Luca Casarini, la scrittrice Caterina Bonvicini e Cecilia Strada, ex presidente di Emergency.

Nei giorni scorsi Mediterranea aveva denunciato l’utilizzo da parte delle autorità libiche di interferenze militari con lo scopo di silenziare le richieste d’aiuto dei barconi in difficoltà. Un altro pezzo gravissimo nel puzzle che ostacola i soccorsi e che ha prodotto quest’anno oltre 900 morti. Anche perché dall’altro lato del Mediterraneo le autorità italiane bloccano da circa un mese le partenze dei due aerei di Sea-Watch, Colibrì e Moonbird, che pattugliavano il Mediterraneo Centrale.

Ieri intanto i ministri Toninelli e Trenta hanno aggiunto la loro firma a quella dell’ex alleato di governo Salvini per decretare il divieto d’ingresso dell’imbarcazione della Ong Lifeline, colpevole di aver salvato 101 naufraghi. Nonostante le sentenze dei tribunali a protezione dei diritti umani, nonostante i tradimenti della Lega e la crisi di governo, i 5 Stelle sembrano continuare sulla linea di subalternità totale alle politiche razziste e omicide del Carroccio. È arrivato il momento di togliere la competenza sui porti e sulle navi umanitarie a Matteo Salvini e segnare una vera inversione di rotta nei confronti delle navi umanitarie e delle politiche anti-migranti.