ROMA

La Casa delle Donne Lucha y Siesta è ancora in pericolo

Nulla di fatto dall’incontro in Campidoglio sul destino di Lucha y Siesta. Lo stabile che ospita la “casa rifugio” per donne vittime di violenza, rischia di finire nell’operazione di svendita del patrimonio Atac

Invece di giungere finalmente a una degna conclusione, l’emergenza patrimonio a Roma non fa che aggravarsi. Dopo le centinaia di spazi autogestiti e associazioni ancora a rischio sgombero per la famigerata delibera 140, dopo la chiusura del cinema Aquila imposta ai comitati territoriali attraverso una fasulla gestione condivisa imposta dal municipio, ora l’attacco si rivolge agli spazi femministi della città di Roma. Prima la Casa Internazionale delle Donne, a cui si ingiunge lo sfratto e si chiedono circa 800 mila euro di debiti pregressi con l’amministrazione, poi la Casa delle donne Lucha Y Siesta, una casa rifugio per donne vittime di violenza.

La vicenda dello stabile di Lucha Y Siesta, di proprietà Atac, rischia di finire sul piatto del concordato preventivo e di rientrare nella – inutile se non dannosa – svendita del patrimonio dell’Azienda dei trasporti romana. La Casa rifugio Lucha Y Siesta potrebbe, insomma, di rientrare in un’operazione finanziaria che impoverirà ulteriormente il patrimonio e i servizi pubblici di questa città, privandoli anche di quelle forme innovative di welfare municipale e comunitario che l’autogestione a Roma garantisce da decenni.

L’incontro convocato ieri in Campidoglio si è svolto in assenza delle assessore competenti, Castiglione, Baldassarre e Meleo, producendo un inevitabile nulla di fatto.

Oggi alle 18 alla Casa Internazionale delle Donne si terrà un’assemblea pubblica di Non Una Di Meno sulla difesa degli spazi femministi.

Nel frattempo, tutto tace anche dalle parti del Consiglio Comunale e della Commissione Patrimonio da cui, da mesi ormai, si attende l'”imminente” presentazione del nuovo regolamento per la gestione del patrimonio comunale, sui cui contenuti e criteri vige la massima segretezza… così come si attende la cancellazione dei debiti illegittimi dovuti al ricalcolo dei canoni di affitto a prezzo di mercato imputati alle associazioni in delibera 26. Non è servita, infatti, nemmeno l’archiviazione da parte della Corte dei Conti dei procedimenti per danno erariale nei confronti dei dirigenti del dipartimento Patrimonio a spingere la Giunta a revocare le determine di sgombero e ingiunzione di pagamento.

Da parte degli spazi autogestiti, associativi, solidali, culturali della città la soluzione è stata già individuata e proposta: l’introduzione dei beni comuni urbani, come garanzia e riconoscimento del valore sociale e politico dell’autogestione e delle pratiche di autogoverno, attraverso un processo aperto e pubblico di partecipazione e scrittura di un regolamento ad hoc che coinvolga protagonisticamente la città solidale.

Di seguito riportiamo il comunicato della Casa delle Donne Lucha y Siesta.


 

LE GRANDI ASSENTI DI ROMA SULLA POLITICA DELLE DONNE. LA CASA DELLE DONNE LUCHA Y SIESTA ANCORA A RISCHIO

 

Le Assessore del Comune di Roma Castiglione, Meleo e Baldassare il 10 gennaio non si sono presentate al tavolo da loro convocato in Campidoglio sul futuro della Casa delle Donne Lucha y Siesta.

Un’assenza inaudita, imbarazzante e gravissima.

Nell’incontro preliminare svoltosi a dicembre scorso, l’Assessora Laura Baldassarre aveva espresso, a nome anche della Sindaca, la volontà di tutelare la preziosa esperienza di Lucha y Siesta, che si trova in un immobile Atac tra quelli in dismissione e, a tal fine, ha convocato tutti gli assessorati competenti in Campidoglio, insieme a Regione, Municipio VII e alla presidenza della Commissione Consiliare Politiche Sociali.

E invece a questo incontro chi doveva e poteva decidere non c’era.

Una sottrazione inaccettabile dalle proprie responsabilità politiche di fronte a un tavolo di discussione su una delle sperimentazioni più avanzate nel campo del contrasto alla violenza maschile contro le donne. È paradossale che la forza politica che proclama la centralità del dialogo con i/le cittadini/e, della democrazia e della trasparenza si sottragga al dialogo trasparente sul futuro di uno dei beni pubblici di Roma.

È con la vendita di una palazzina che si risana un debito miliardario? È chiudendo un progetto che fornisce sostegno e ospitalità a donne che fuoriescono dalla violenza, che in 10 anni ha sostenuto 1105 donne e moltissime/i minori che si pensa di salvare il servizio di trasporto pubblico? Anni e anni di malaffare e malagestione si combattono schiacciando tutto ciò che di forte l’autorganizzazione delle donne ha costruito? Si sta sanando un’azienda pubblica o si stanno facendo ennesime manovrine di natura finanziaria?

Già la vicenda della Casa internazionale delle donne ci aveva messo in allarme rispetto alle intenzioni politiche di questa amministrazione, la vergognosa situazione che si è verificata ieri, uno dei momenti più bassi della politica che ci sia mai capitato di affrontare, ci conferma la totale mancanza di volontà di questa giunta di contrastare la violenza maschile riconoscendo, valorizzando e allargando gli spazi politici che le donne hanno conquistato.

Vogliamo sapere se ancora si può parlare di rispetto tra l’amministrazione e la cittadinanza, se c’è ancora spazio di confronto sulla co-progettazione della città con le realtà che in questi anni l’hanno mantenuta viva. Ci chiediamo quali siano le priorità di questa giunta, noi sappiamo quali sono le nostre e non siamo disposte a rinunciarci.

Diamo appuntamento a tutte/i oggi alle 18.00 alla Casa Internazionale delle Donne (Via della Lungara 19) per costruire insieme la campagna di difesa e conquista di spazi femministi.

 

Casa delle donne Lucha y Siesta