ROMA

Le Clap portano Anpal Servizi in tribunale. «Condotta discriminatoria»

Stamattina la prima udienza del procedimento con cui il sindacato delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario ha chiesto il all’agenzia nazionale il risarcimento del danno da discriminazione sindacale

Si è aperto questa mattina al Tribunale Ordinario di Roma il processo che vede contrapposte la Camere del lavoro autonomo e precario (Clap) ad Anpal Servizi, società in house dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. «C’è stata oggi la prima udienza del procedimento con cui abbiamo richiesto il risarcimento del danno da discriminazione sindacale poiché le Clap, dopo molti anni di lotta e molteplici incontri trattanti, hanno maturato il diritto a costituire Rsa in base all’articolo 19 dello statuto dei lavoratori», ha detto l’avvocato Alessandro Brunetti, legale delle Clap, ai microfoni dei giornalisti presenti.

La Corte Costituzionale ha, infatti, sancito con la sentenza 3-23 luglio 2013 che la Rappresentanza sindacale aziendale (Rsa) possa essere costituita anche da associazioni sindacali non firmatarie dei contratti collettivi, purché tali organizzazioni abbiano partecipato alla negoziazione in qualità di rappresentanti di lavoratori e lavoratrici dell’azienda.

«L’articolo 19 dello statuto dei lavoratori prevede, con un’importante sentenza della corte costituzionale del 2013, che le trattative siano elemento sufficiente a maturare il diritto a costituire una rappresentanza sindacale/aziendale con tutti i diritti che ne conseguono», conferma Brunetti.

Quella per la stabilizzazione dei precari storici di Anpal Servizi è da sempre una battaglia portato avanti dalle Clap, come si legge anche nel comunicato rilasciato nei giorni scorsi dall’associazione sindacale: «Grazie a una intensa mobilitazione durata circa due anni, i “precari storici” di Anpal Servizi sono riusciti a conquistare la possibilità di essere stabilizzati».

 

Questa lotta ha inoltre fatto sì che le Clap divenissero la prima organizzazione sindacale per numero di iscritti all’interno di Anpal Servizi.

 

«Le Clap hanno portato avanti per diversi anni la trattativa sulle stabilizzazioni e poi quando si è trattato di fare l’accordo sindacale per stabilire le modalità con cui effettuare questa stabilizzazione e i tempi per farla, Anpal Servizi le ha completamente escluse», ha spiegato Brunetti: «Questa è la discriminazione per cui si chiede il risarcimento dei danni».

Un evidente comportamento discriminatorio, reiterato anche in tempi recenti. Infatti, si legge sempre nel comunicato che il rinnovo della parte economica del Contratto collettivo aziendale di lavoro (Ccal) è stato effettuato in data 8 marzo 2021 «senza il coinvolgimento delle Clap da parte dell’azienda e, ancor peggio, senza che sia stata promossa, da parte delle OO.SS. confederali, alcuna assemblea generale delle lavoratrici e dei lavoratori».

 

 

In occasione dell’inizio del processo, l’associazione sindacale ha organizzato un piccolo presidio fuori dal Tribunale Ordinario di Roma, in via Giulio Cesare, e ha scritto anche una lettera aperta al Ministro del lavoro Andrea Orlando, pubblicata sul quotidiano “il manifesto”: «Le ragioni che ci spingono a scriverLe riguardano anche, e soprattutto, la gestione delle relazioni industriali all’interno di Anpal Servizi e la grave condotta anti-sindacale che l’azienda continua a manifestare nei confronti delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario, prima organizzazione sindacale per numero di iscritti. Condotta reiterata, di cui anche in Parlamento si è discusso negli scorsi mesi, e che ci ha costretti a promuovere un’azione legale presso il Tribunale di Roma».

 

Le Camere del lavoro autonomo e precario, oltre a denunciare la condotta discriminatoria, hanno approfittato dell’appuntamento per segnalare anche una serie di altre irregolarità riguardanti Anpal Servizi.

 

A partire dalle difficoltà tecniche riscontrate da diversi collaboratori nel corso della prova scritta in modalità telematica: «Nei casi più gravi, per due nostre iscritte non è stato possibile terminare la prova a causa di ragioni di certo non imputabili alle lavoratrici in questione».

Ma, ancora più grave, appare la vicenda di un lavoratore precario che si è visto «inizialmente negata la possibilità di differimento della prova scritta e, dunque, della possibilità di essere finalmente stabilizzato». Sul caso si erano espressi in maniera indignata anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Chiara Gribaudo del Partito Democratico. Anpal Servizi è poi tornata sui suoi passi, ma a oggi, avvertono i delegati Clap, ancora nessuna data per il recupero è stata comunicata al collaboratore.

«Quello che preoccupa è questo doppio grado di osservanza della legge: per dar via ai processi di stabilizzazione dei precari si applicano in maniera quasi ipertrofica le norme sul pubblico impiego per la stabilizzazione (i procedimenti concorsuali), quindi con i diritti propri si è molto attenti, ma allo stesso tempo con quelli altrui c’è un un completo aggiramento del disposto normativo. Questo è davvero inaccettabile», conclude l’avvocato Brunetti.

 

Tutte le immagini di Nicolò Arpinati