ROMA

Le assemblee dei consultori ancora in mobilitazione sotto la Regione Lazio

Questa mattina, sotto la Regione Lazio, donne in presidio ancora una volta per denunciare lo svuotamento dei consultori a Roma e nella regione. Continua l’agitazione permanente di Non una di meno Roma e del Coordinamento delle assemblee dei consultori

Foto di Gaia Di Gioacchino

 

Questa mattina si è svolto un nuovo presidio davanti alla sede della Regione Lazio per evidenziare la precaria situazione in cui versano i servizi pubblici erogati dai consultori della Capitale. Una mobilitazione indetta dalla rete delle assemblee delle donne dei consultori, nata nelle articolazioni territoriali di Non Una Di Meno Roma e Castelli Romani.

Il coordinamento delle assemblee aveva già incontrato la cabina di regia della sanità della Regione Lazio a febbraio. Negli incontri precedenti ha chiesto a gran voce di affrontare alla radice le criticità di questi presidi socio-sanitari. Soprattutto con lo sblocco del turn over necessario a garantire su ogni territorio la presenza dell’equipe psico-socio-sanitaria prevista dalla normativa vigente. Fino ad oggi, però, non si è fatto nessun passo avanti.

Al contrario, in alcuni consultori dell’Asl Roma 2, è stato addirittura accorciato l’orario di apertura pomeridiano e in altri consultori si vuole impedire sempre più svolgimento delle assemblee delle donne, appellandosi a regolamenti non pertinenti e a non meglio precisate ragioni di sicurezza.

C’è poi la questione dello sblocco dei finanziamenti da parte della Regione: il presidio di via Casilina, ad esempio, è stato chiuso, ristrutturato e ora che i lavori sono terminati non ha riaperto a causa dell’assoluta mancanza di personale. Una problematica che in maniera simile riguarda la casa del parto Acqualuce di Ostia: inaugurata ma mai resa pienamente operativa a causa della mancanza di lavoratrici. Ora potrebbe essere interessata da nuovi lavori per convertirne la destinazione d’uso! Per questa ragione anche le donne del comitato di difesa dei servizi materno-infantili sono in mobilitazione.

Il 29 maggio è stato lanciato pubblicamente un nuovo tavolo alle 15.00, con un presidio sotto la Regione Lazio dalle ore 13.30. «Basta con le promesse, vogliamo i fatti!», hanno affermato con decisione le manifestanti. Tra le richieste: sblocco del turn over e assunzioni dedicate ai consultori; mantenimento della natura territoriale contro la logica degli accorpamenti e della riorganizzazione che distrugge la prossimità tra presidi; creazione di un numero dei consultori adeguato a quanto previsto dalla legge istitutiva (1 ogni 20mila abitanti), non ridotto a causa della mancanza di utenza, che non è il motivo bensì la conseguenza del venir meno dei servizi ai cittadini.

La battaglia che continua a dare gambe e vita alle rivendicazioni contenute nel Piano femminista anti-violenza di Non una di meno non è solo in difesa dei consultori come istituzioni familiari in sé, ma anche per fare sì che diventino sempre di più luoghi di confronto, aperti alle/ai giovani, alle donne straniere, alle soggettività LGBT*QI+ e a tutta la città.

Le assemblee dei consultori con Non una di meno Roma e Non una di meno Castelli Romani continueranno a rivendicare e costruire dal basso i consultori come luoghi in cui potersi incontrare, riunire in assemblea, rilanciare spazi e progetti sulla sessualità, l’affettività, la prevenzione, rivolti alle/agli adolescenti nelle scuole, in cui distribuire contraccezione gratuita, la pillola RU486, anche nell’ottica di ripoliticizzare l’accesso alla salute e ai servizi legati alla «transizione» per le persone trans* per la loro depatologizzazione e autodeterminazione.

Foto di copertina di Gaia Di Gioacchino