MONDO

Messico, in viaggio nella comunità indigena Comcáac

Un fotoreportage dal deserto di Sonora, nel nord del Messico, dove si trova la comunità indigena Comcaac

La nostra ricerca, volta a conoscere e a documentare la storia della complessa e variegata cultura indigena del Messico, ci ha portato alla scoperta della comunità Seri, o Comcáac, come preferiscono essere denominati i suoi membri. Eravamo molto interessati a questa comunità perché, a differenza degli Aztechi o dei Maya, non si hanno molte informazioni a livello internazionale sulla loro cultura, perciò non sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Accompagnati dal nostro furgone, dalla macchina fotografica e dal registratore siamo arrivati a Punta Chueca, situata sulla costa del deserto di Sonora, per incontrare una comunità piena di donne forti e potenti che svolgono un ruolo fondamentale sia nella casa, provvedendo alle loro famiglie, sia nella conservazione della loro cultura e tradizione. Questo importante ruolo delle donne non potrebbe risultare più evidente in occasione di uno dei rituali più significativi della comunità, la celebrazione della pubertà.

La prima interazione che abbiamo avuto è stata con un gruppo di artigiane, che con il loro abbigliamento tradizionale si dirigevano verso il punto di imbarco e sbarco dei turisti che avrebbero fatto il giro della famosa Isola Tiburón: terra promessa per i Comcáac. Le donne si sono affollate intorno ai visitatori offrendo loro i prodotti artigianali tradizionali, tra cui collane fatte di conchiglie, lumache e vertebre animali, oltre a ceste intrecciate e bambole. Oltre alla vendita dei suddetti prodotti, la comunità ha organizzato una dimostrazione di canto e danza tradizionale, in cui è sempre la donna a condurre l’evento, esibendosi su un palco di piccole dimensioni. I loro volti erano carichi di forza, come è solito nelle comunità con leadership femminile. Anche ragazze più giovani, tra cui alcune di 11 o 12 anni, realizzavano lavori artigianali, che avrebbero poi offerto ai turisti. Parlando con una di loro abbiamo scoperto che è necessaria all’incirca una settimana per realizzare un nuovo prodotto, il cui prezzo di vendita risulta essere estremamente basso, se comparato con il faticoso lavoro che c’è dietro. Fra il gruppo di donne abbiamo conosciuto anche un’altra ragazza un po’ più grande, di 15 anni, la quale era una delle principali guide turistiche della comunità e aveva appena vinto una borsa di studio statale per continuare i propri studi.

Casa indigena presso la comunità di Comcaac a Punta Chueca, Sonora, Mexico (11/12/19)

Bambina della comunità Comcaac, durante le celebrazioni della festa della pubertà accompagnata dalla propria madrina. Punta Chueca, Sonora, Mexico (11/12/19)

Siamo diventati presto amici di queste donne, che ci sorridevano senza però, al contempo, smettere di guardarci con severità. Quella notte è iniziata la celebrazione di uno dei rituali più importanti per i Comcáac, la festa della pubertà, che sarebbe durata quattro giorni. Questa festa vuole commemorare il passaggio da ragazza a donna e si tiene quando una di loro compie 12 anni. Siamo stati invitati ad assistere a questo rituale, così con grande curiosità e sentendoci estremamente privilegiati, ci siamo uniti al gruppo presso la casa della madrina, dove di solito si svolge l’evento. Al nostro arrivo alcuni ci hanno guardato con stupore e sorpresa, ma presto siamo stati invitati ad unirci al gioco tradizionale, che a detta degli abitanti è stato ideato dai giganti. Il gioco consiste in un cerchio di cactus, in cui si susseguono gruppi di cinque cactus, gruppi di tre giunchi dipinti solo su un lato e vari bastoni con nastri colorati, che contraddistinguono i partecipanti. Mentre ci stavamo inserendo nel gioco, la madrina si è avvicinata e ci ha chiesto di porgere mentalmente i nostri auguri alla ragazza che stava per diventare donna. C’erano solo donne intorno al cerchio, gli uomini si trovavano, invece, in un angolo del cortile, vestiti con abiti moderni e giocavano a trovare il bastone nascosto nella sabbia dei giunchi.

Si sentiva l’aria di festa e mentre tutti ridevano e scherzavano nelle loro lingue, al bordo del cerchio, all’interno di una capanna fatta di rami, si trovava la festeggiata. Non le è permesso di partecipare alla festa fino all’ultimo giorno, quando le dipingono il viso, la vestono con i colori tradizionali e può finalmente unirsi al gruppo festeggiando fino all’alba. Quel giorno, l’unico in cui è permesso mangiare carne o pesce, al sorgere del sole la madrina porta la giovane al mare, dove si immerge e con l’acqua fino alle ginocchia le bagna la testa: questo è simbolo di purezza e buona fortuna per la sua vita adulta. Le tagliano poi una ciocca di capelli come simbolo di indipendenza ed è in quell’esatto momento che si trasforma in donna.

La madrina della festeggiata che colora la faccia della festeggiata affinché possa unirsi alla celebrazioni della festa della pubertà. Comunidad indigena Comcàac Punta Chueca, Sonora, Mexico (11/12/19)

Donna indigena della comunità Coomcac mentre cucina delle ricette tradizionali durante la festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico (10/12/2019)

Questa festa è accompagnata da profondi canti nella loro lingua indigena, i quali sono intonati dalle donne più anziane. Due di esse si alternarono senza sosta durante la celebrazione, cantando anche per 12 o 13 ore, accompagnando i festeggianti per gli interi quattro giorni. I cibi sono preparati su una stufa a legna e ai genitori o alla madrina della ragazza non è permesso mangiare lo stesso cibo del resto dei partecipanti, né di prepararlo sul fuoco predisposto alla celebrazione. Essi sono tenuti a portare il cibo da casa o ad accendere un fuoco separato per cucinare.

I giorni che abbiamo trascorso questa comunità ci hanno insegnato l’importanza della figura femminile per preservare le tradizioni dei Comcáac: durante l’intera organizzazione della celebrazione della pubertà sono state le donne a guidare il rituale e ci è stato chiaro che senza di loro queste tradizioni sarebbero scomparse. La loro potente energia è evidente in ogni volto, dalla madrina che cura anche il più piccolo dettaglio, alle ragazze che ci hanno insegnato le parole in lingua Seri o che ci hanno spiegato il significato dei canti tradizionali. Sicuramente quella a cui abbiamo assistito è stata una glorificazione dell’immenso potere della donna.

testo: Natalia Torres Garzón, fotografie: Antonio Cascio

La comunità indigena di Comcáac è anche al centro di una puntata di Radio Rodando, un progetto di fotografia e racconto radiofonico a cura di Antonio Cascio e Natalia Torres Garzón

Una donna dopo il proprio turno nel gioco tradizionale nella festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico. (10/12/2019)

Gruppo di uomini che partecipano a un gioco tradizionale durante la festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico (9/12/2019)

Grupo de Gruppo di uomini che partecipano a un gioco tradizionale durante le celebrazioni della festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico (9/12/2019)

Gruppo di uomini che partecipano a un gioco tradizionale durante la festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico (9/12/2019)

Capanna sulla spiaggia presso la comunità indigena di Coomcac. Punta Chueca, Sonora, Mexico (11/12/2019)

Alcune donne partecipano a un gioco tradizionale durante le celebrazioni della festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico (10/12/2019)

Bambina durante la festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico (10/12/19)

Un pezzo di cactus tagliato per disegnare un circolo di gioco durante la festa della pubertà. Punta Chueca, Sonora, Mexico (10/12/19)

Donne della comunità che partecipano a un gioco tradizionale, mentre la più anziana intona canti ancestrali. Punta Chueca, Sonora, Mexico (11/12/2019)

Ragazze con vestiti tradizionali. Punta Chueca, Sonora. Mexico (10/12/2019)

Casa indigena nella comunità Coomcac alle estremità dell’isola Tiburon. Punta Chueca, Sonora, Mexico (11/12/19)

Estacion Radio-movil de Radio Rodando en la comunidad indigena Comcaác, Punta Chueca, Sonora, Mexico.