ITALIA

La Ri-Maflow sotto sgombero: in piazza per difendere la fabbrica recuperata

ULTIMA ORA: Ottenuto un rinvio dello sfratto e riaperto un percorso che deve portare alla Rimaflow 2.0, corteo per le strade della zona (ex)industriale di Trezzano S.N. Centinaia di persone hanno partecipato stamattina alla mobilitazione per difendere la fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio, a rischio sgombero a causa della volontà di Unicredit. Intanto, dalla fabbrica annunciano che nel mese di aprile del 2019 si terrà presso RiMaflow l’Incontro euromediterraneo della rete Economia dei lavoratori.

Era atteso per il 28 novembre lo sgombero della fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio. Il proprietario dei capannoni, Unicredit, aveva da tempo richiesto il rientro in possesso dell’area, concesso ora dall’ufficiale giudiziario. La Ri-Maflow ha chiamato un appuntamento alle ore 8 di mattina davanti ai cancelli, per sostenere l’esperienza della fabbrica recuperata più conosciuta d’Italia che la forza pubblica rischia di far cessare.

L’esperienza inizia nell’anno 2012, quando 120 lavoratori della Maflow decisero di occupare la fabbrica dell’hinterland milanese minacciata dall’imminente chiusura. Attraverso l’autogestione operaia e la riconversione della produzione, la fabbrica prende una nuova vita: Ri-Maflow. Dopo anni di lotte sindacali per scongiurare la cessazione delle attività, tra i cassaintegrati prende forma l’idea di «costituire una Cooperativa, una Società di Mutuo Soccorso, in cui il lavoro invece che cercato all’esterno, dove non c’è, venga creato dall’interno, e permetta a tutti di sostenersi».

Di li a poco, e sotto i colpi della crisi economica che nel frattempo sta desertificando il tessuto industriale italiano, quella della Ri-Maflow diventa l’esperienza più rilevante e rappresentativa di fabbrica recuperata del paese. Sul suo esempio altri esperimenti simili trovano linfa per diffondersi; nasce la rete nazionale “Fuorimercato” che punta a mettere in collegamento le esperienze di mutualismo e autogestione su tutto il territorio nazionale; inoltre, l’occupazione si impegna in una collaborazione con Libera sui temi dell’antimafia sociale e con la Caritas Ambrosiana.

Nonostante questo «UniCredit Leasing non accetta la regolarizzazione dell’occupazione, come proposto anche dalla Prefettura di Milano per l’alto valore sociale dell’esperienza operaia di tutti questi anni – denunciano gli occupanti – anni in cui la fabbrica sarebbe magari stata riempita di rifiuti poi dati alle fiamme, come succede spesso». Anche le istituzioni locali, più volte interpellate, non sono state in grado di trovare una soluzione lasciando il campo libero all’iniziativa della proprietà privata.

Recentemente, la vicenda della Ri-Maflow era stata sotto i riflettori a causa di un’inchiesta della magistratura che aveva portato all’arresto di Massimo Lettieri – presidente della Cooperativa – con la infamante accusa di «traffico illecito di rifiuti».

Per il 28 novembre, è stato lanciato l’appuntamento alle ore 8 fuori dai cancelli di via Buonarroti a Trezzano, per fare in modo che l’esperienza di autogestione e mutualismo Ri-Maflow possa continuare ad esistere.

Il comunicato di Ri-Maflow sulla mobilitazione di domani