PRECARIETÀ

La precaria Marta nel paese dell’Iphone

In rete spunta di nuovo Marta, la ragazza pre­ca­ria di 28 anni che aspetta un bam­bino. Più volte evo­cata da Renzi per giu­sti­fi­care il suo Jobs Act, Marta par­te­cipa allo scio­pero sociale di venerdì 14 novem­bre.

Quella di Marta, una ragazza pre­ca­ria di 28 anni che aspetta un bam­bino, è ormai diven­tata una sit-com su youtube. Nata da un rac­conto inven­tato dal pre­si­dente del Con­si­glio Renzi, e usata con­tro i sin­da­cati che si oppon­gono al suo Jobs Act e all’abolizione dell’articolo 18, Marta è diven­tata una per­sona e nelle ultime set­ti­mane si è più volte espressa sulla riforma del lavoro. Nella nuova pun­tata Marta esce dal bina­rio impo­sto da Renzi (abo­lire l’articolo 18 è un favore a lei e alle nuove pos­si­bi­lità di occu­pa­zione). Esce dalla nar­ra­zione vecchio-nuovo, sini­stra conservatrice-sinistra moderna, Pd con­tro Cgil. E fa un discorso più semplice. All’amica che ha l’Iphone chiede: scusa ma que­sto tele­fono ti costa quasi quanto il tuo sti­pen­dio (par­liamo di almeno 700 euro, senza con­si­de­rare la tariffa dell’abbonamento).

Osser­va­zione banale, ma cal­zante. Mostra la realtà die­tro le parole del governo-Apple di Renzi. Per per­met­tersi un Iphone biso­gna per­met­ter­selo. E poi avere un conto cor­rente per regi­strare l’accredito. Cosa che avviene, ma a costo di uno sti­pen­dio molto mode­sto. Quello dell’amica di Marta. Alla moder­nità (cioè l’Iphone-sempre-connesso) c’è chi non rinun­cia. A costo di non avere un euro per pagarsi un affitto, ad esempio.

Poi viene la mater­nità di Marta.Un’esperienza, una scelta, un amore sul quale si sta gio­cando una bat­ta­glia (bio)politica molto pesante tra renzi e i sin­da­cati. Una bat­ta­glia sul corpo di Marta, sui suoi desi­deri e sulla vita di suo figlio/a. Al quale tutti dicono di pen­sare, in nome dei diritti. Nel video si vede Marta che lavora in un bar. Pro­ba­bil­mente al nero. L’amica le chiede: ma come farai? Se sanno che sei incinta, ti cac­ciano. Qual­cosa mi inven­terò, risponde lei. Que­sta rispo­sta ha una spie­ga­zione: Renzi usa il nome di Marta per garan­tire alle gio­vani donne pre­ca­rie il diritto alla mater­nità. Dipende però da quale con­tratto hanno. Nel caso di Marta, che svolge pro­ba­bil­mente una serie di atti­vità in nero, infor­mali e rara­mente con­trat­tua­liz­zate, que­sto diritto potrebbe non valere.

Può anche darsi che il Jobs Act di Renzi allar­ghi la mater­nità alle figure del lavoro para­su­bor­di­nato, ad esem­pio, sem­pre che sia al livello delle tutele delle lavo­ra­trici dipen­denti. Ma anche in que­sto caso Marta potrebbe restare fuori dal peri­me­tro della cit­ta­della del lavoro imma­gi­nata da Renzi. La nuova pun­tata della sit-com in rete si chiude con l’appello a par­te­ci­pare allo scio­pero sociale di venerdì 14 novem­bre in tutta Italia

Guarda il video: Marta e l’Italia del digitale: verso lo #scioperosociale del #14N


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