ROMA

La battaglia sul bilancio è iniziata. Cariche e corteo selvaggio per le strade di Roma

Dal Miur al ministero della sanità, il corteo di “Roma in piazza” ha attraversato la città dopo che le forze dell’ordine hanno impedito che arrivasse sotto il parlamento per contestare la legge di bilancio

Nonostante siano solo pochi i metri che separano Piazza Montecitorio da quella del Pantheon dove si sono concentrati i manifestanti, i blindati della polizia e gli agenti in tenuta anti-sommossa si dispongono per impedire il passaggio nella via stretta che le collega. L’ordine è quello di non far passare nessuno. Sono solo le 17.30 ma il centro storico era già vuoto e silenzioso al momento dell’arrivo del corteo proveniente da Trastevere.

Dai megafoni si ribadisce l’intenzione di arrivare sotto la Camera dei Deputati che proprio nei prossimi giorni discuterà la legge di Bilancio: «vogliamo andare sotto il Parlamento per far sentire la nostra voce, perché nel Bilancio ci siano le nostre rivendicazioni, patrimoniale, più Welfare e più diritti universali». Dopo qualche spintone con la polizia, arrivano le cariche, per fortuna senza conseguenze per i manifestanti che indietreggiano nella piazza.

 

Galleria fotografica di Giordano Pennisi

 

La giornata di mobilitazione era stata lanciata dalla rete dei movimenti sociali “Roma in piazza” che in questi mesi ha attraversato le strade della città con una serie di appuntamenti, mobilitazioni e assemblee partecipate  Nel documento di lancio dell’appuntamento di oggi la rete denuncia che proprio in un momento come questo, segnato da una drammatica crisi sanitaria ed economica, la discussione attorno alla legge di Bilancio mette in luce le contraddizioni più radicali che attraversano il dibattito politico italiano. La mancanza di misure strutturali per il Welfare, dalla scuola alla sanità, e di interventi di tipo universale a sostegno delle fasce sociali più colpite dalla crisi, sono infatti al centro degli interventi dal megafono che si alternano nel corso della  manifestazione.  La rete ribadisce che nonostante siano state negli ultimi mesi al centro delle lotte e delle mobilitazioni che hanno animato molte piazza italiane, queste rivendicazioni sembrano essere scomparse dalla discussione parlamentare, mentre la progettazione di spesa del Recovery Fund in arrivo da Bruxelles è l’ennesimo favore alle grandi lobby industriali.

In uno scenario di questo tipo, il divieto a raggiungere piazza Montecitorio rende solo ancora più evidente la distanza abissale tra gli interessi sociali e le scelte di palazzo, con un governo che lascia ai confindustriali determinare le priorità per gestione economica e sanitaria della crisi. Tutto questo, proprio nei giorni in cui un dirigente di Confindustria si fa sfuggire a voce alta quello che probabilmente tutti tacitamente pensano dentro la sua organizzazione («bisogna riaprire e anche se qualcuno morirà, pazienza»). Sempre negli stessi giorni in cui il governo stralcia ufficialmente l’emendamento con cui si proponeva una timida tassazione dei grandi patrimoni confermando però 6 miliardi di finanziamento per le spese militari.

 

Galleria fotografica di Renato Ferrantini

 

Prima del Pantheon, la giornata era iniziata alle ore 16 davanti al Miur, in un presidio animato da molti collettivi e coordinamenti studenteschi: «siamo partiti dal Miur a Viale Trastevere per chiedere una serie di finanziamenti che riguardano la scuola, come quelli per l’edilizia e contro le classi pollaio, il sovraffollamento e la mancanza del personale» racconta Asad studente del Plauto. La mattina stessa, i collettivi studenteschi riuniti nella rete Osa, avevano occupato una scuola nella periferia romana, nel quartiere di Pietralata, per protestare contro le intenzioni di trasformare l’edificio scolastico in una caserma dei Carabinieri: «ci siamo trovati davanti un dispiegamento di forze della polizia sproporzionato, con camionette e pullman della celere e la minaccia di essere portati in caserma», «gli abitanti delle periferie», ci dice Simone, «non chiedono altre caserme, ma più scuole, trasporti funzionanti e più fondi per il Welfare» .

Dal Ministero dell’Istruzione il corteo ha raggiunto piazza del Pantheon alle 17 e 30 dove, dopo le cariche, ha aggirato il blocco poliziesco dirigendosi verso largo di Torre Argentina. Da lì, dopo una breve sosta e circondati dai blindati, un corteo selvaggio è partito per le strade deserte del centro di Roma per tornare di nuovo sul lungotevere, questa volta davanti al ministero della Sanità, dove dal megafono si ricorda che l’Italia ha pagato anni di tagli al sistema sanitario con il record europeo di morti: «gli ospedali non sono aziende, la sanità non si vende».

Di fronte alle porte del ministero della Sanità il corteo si scioglie anche se è chiaro che la battaglia per cambiare la legge di Bilancio è iniziata.

 

Foto di copertina Renato Ferrantini