ITALIA

La battaglia del Mediterraneo continua

La mare Jonio fa sbarcare in sicurezza le 30 persone salvate ieri pomeriggio nel Mediterraneo centrale. Il Viminale annuncia il sequestro della nave che ancora non è stato comunicato dalle autorità competenti, a bordo al momento sono in corso i controlli

Nonostante una direttiva ad hoc del Ministero degli interni e una diffida ad operare salvataggi in mare, nel tardo pomeriggio del 9 maggio la Mare Jonio ha avvistato e soccorso 30 persone da un gommone in avaria in acque internazionali. Tra i naufraghi soccorsi ci sono una bimba di 1 anno, quattro minori non accompagnati e 3 donne di cui due incinta, provate tanto dal viaggio, quanto dalla loro detenzione in Libia, dove sono state almeno tra uno o due anni, come ci racconta Fabio, imbarcato sulla Mare Jonio.

L’imbarcazione al momento del salvataggio si trovava almeno a 40 miglia dalle coste libiche, e la nave del progetto Mediterranea, che batte bandiera italiana, ha subito richiesto al centro di coordinamento italiano (MRCC di Roma) un porto sicuro di sbarco.

Alla richiesta di un porto sicuro, l’MRCC ha risposto inoltrando una mail del Viminale in cui si richiede di fare riferimento alle “Autorità Libiche”, nonostante oggi in Libia ci sia una guerra aperta, e nessuna organizzazione internazionale la riconosca – se mai lo abbia fatto – come un porto sicuro. Le istituzioni europee, infatti, avevano già dichiarato a fine marzo, dopo il caso del dirottamento del mercantile El Hiblu 1, che non esistono le condizioni di sicurezza in Libia e che le barche con bandiere europee non possono effettuare sbarchi in quei porti. Similmente, l’Oim e l’Unhcr avevano ribadito che la loro presenza sul territorio libico al momento non è garanzia del rispetto dei diritti umani sul quel territorio.

Per questo la Mare Jonio, attenendosi alle norme internazionali e nazionali, si è diretta verso il porto sicuro più vicino, continuando la navigazione verso l’Italia. Alle sette di questa mattina la nave è entrata in acque territoriali italiane, ed è subito stata raggiunta da due unità della Guardia di Finanza, che hanno effettuato un’ispezione a bordo, alla fine della quale tutto è risultato regolare. In poco meno di un’ora, la Mare Jonio ha ricevuto l’indicazione dalla capitaneria di entrare nel porto Lampedusa, dove circa verso le 13 si sono completate le operazioni di sbarco dei naufraghi in un porto sicuro, così come prevede la legge.

Il Viminale a mezzo stampa ha annunciato il sequestro della nave, in questo momento sono in corso i normali accertamenti, ma Mediterranea scrive su facebook: «Non ci hanno notificato nulla. Nessuna irregolarità riscontrata a bordo. Il sequestro è un atto per tentare di fermarci. Ma l’importante per noi è che le persone siano salve, l’unico crimine è far morire la gente in mare o in Libia, come sta accadendo anche ora». Del resto Mediterranea lo aveva scritto su un suo comunicato dopo che la Alan Kurdi era stato lasciata per giorni al largo delle coste maltesi, mettendo le persone a bordo nella nave seriamente in pericolo,«prima si sbarca poi si discute».

 

Per sostenere il progetto di Mediterranea: https://mediterranearescue.org/dona/