editoriale

Ius soli

Fascisti, grilli e piddini segnano l’ennesima vergogna parlamentare

Consummatum est. Tutto è finito. Non per gli 800.000 ragazzi rimasti privi di cittadinanza per alcuni anni, che se ne faranno una ragione e riusciranno bene o male a crescere e a integrarsi fra coetanei più svegli e culturalmente patriottici della muta bavosa che trema davanti alla “sostituzione etnica”.

Una catastrofe piuttosto per le istituzioni rappresentative e per chi ne fa parte, divisi in grande maggioranza fra professionisti del rancore, pavidi caporali della Casaleggio&Associati e moderati di sinistra a caccia di rielezione confortevole.

Una legge perfino timida, che concedeva la cittadinanza ai figli minorenni di migranti con almeno un genitore “regolare”, nati in Italia (di qui la designazione iperbolica di Ius soli), previa frequenza scolastica, ecc. Eppure la misura è stata scientificamente affossata: non solo per l’opposizione dichiarata dei fascio-leghisti e della destra “civile” che non voleva farsene scavalcare, non solo per il dietrofront degli alfaniani che hanno sabotato un ddl già da loro votato alla Camera dopo aver inquinato la maggioranza in Sicilia e ora su questo problema, illudendola e poi mollandola, non solo per l’opportunismo del M5s celato dietro una risibile richiesta di misure “europee” (ahah), ma per la strategia del governo e del Pd che, con somma “astuzia” hanno proclamato l’imprescindibilità dello Ius soli, preannunciato la fiducia e poi calendarizzato il tutto in modo da farlo cadere evitando così un argomento spinoso per la campagna elettorale. Vergogna doppia e doppio boomerang. Meritano davvero di precipitare dall’attuale pessima soglia del 23% nei sondaggi a sotto il 20%.

Al momento del voto Il Pd ha registrato 19 assenti (un terzo della consistenza del gruppo) e la giustificazione generale (che comunque il numero legale non sarebbe stato raggiunto lo stesso) è la classica toppa peggiore del buco, della stessa serie della “richiesta di informazioni” (mica pressioni, per carità!) su Banca Etruria.

Vogliamo vedere che erano gli assenti del Pd e con quali giustificazioni? I ministri Minniti e Pinotti (evidentemente impegnati in colloqui con i capi-cosca libici e i signori della guerra del Sahel), l’orlandiano Vannino Chiti, che non poteva mancare alla cerimonia degli auguri natalizi per il neo-sindaco di centro-destra di Pistoia, diventato tale con Esposito, pasdaran della Tav, che aveva il volo alle 14,40 e aveva intuito a colpo d’occhio che tanto non ce l’avrebbero fatta, La Torre che sentiva salire la febbre sino a 38 e anche lui era un precog, ecc. Mancavano cavallette ed epidemie, per il resto il ventaglio delle scuse incredibili ci stava tutto, altro che Belushi con la fidanzata pianta in asso. La miseria umana individuale cavalca la tattica suicida collettiva.

I fascisti hanno esultato (e guadagneranno voti), i pentastellati hanno taciuto (e guadagneranno voti), i piddini hanno oscillato e balbettato (e perderanno voti). Poetic justice.

Tocca ora alla seconda generazione di immigrati strappare la cittadinanza, combattendo la vigliaccheria dei banglatour per strada e dei partiti xenofobi o decotti in Parlamento, trasformando in riconoscimento formale quanto già è accettato di fatto a livello generazionale nelle scuole – come già è avvenuto per altri casi di diritti civili affermatisi nella pratica prima che nel diritto. Un percorso impervio, ma non peggiore che fidarsi delle promesse di cacciatori di consenso. Soprattutto di chi sbaglia i calcoli.