EUROPA

Intermittenti francesi in lotta, sgomberato #carreaudutemple

Mobilitazioni in tutta la Francia contro il “patto di responsabilità”, cortei e occupazioni di decine di teatri da parte degli intermittenti della cultura e degli studenti in mobilitazione. Questa notte a Parigi la polizia ha sgomberato violentemente il #carreaudutemple, subito dopo la chiusura delle urne delle elezioni municipali.

Il 2014 è per la Francia l’anno dell’attacco ai diritti. Il presidente Hollande l’ha detto chiaramente nella conferenza stampa di gennaio: c’è bisogno di un “patto di responsabilità” tra i lavoratori ed il padronato, perché il sistema francese non è sostenibile in questa fase di crisi ed il paese deve recuperare competitività. E allora chiavi in mano al Medef, il sindacato padronale, ed alle sue proposte.

I primi soggetti attaccati sono stati gli intermittenti della cultura e dello spettacolo, beneficiari di un regime speciale che il governo vuole rivedere al ribasso, mentre intermittenti, precari e disoccupati denunciano da tempo l’inadeguatezza del sistema delle 507 ore lavorate su 10 mesi (necessarie per accedere ai benefici) che taglia fuori più della metà dei lavoratori. La strategia è quella di attaccare per primo il mondo della cultura, in modo da aprire una breccia nel sistema degli “annexes”: le piccole garanzie per il mondo del precariato e del lavoro interinale (dai servizi alla ristorazione) che potrebbero costituire un esempio positivo per tutta Europa ed invece devono cadere sotto i diktat della competitività.

Sin dall’apertura del tavolo di contrattazione, circa due mesi fa, la Francia è stata attraversata da una mobilitazione che, a partire da artisti, tecnici ed altri lavoratori della cultura, ha saputo coinvolgere moltissimi precari, occupati e non. Cortei, occupazioni (come quella della Corte dei Conti parigina) e scioperi che hanno bloccato numerosi spettacoli ed anche alcune serie televisive molto conosciute. Fino al grande corteo del 20 marzo (8000 persone nella sola capitale) che ha visto l’invasione delle sedi del Medef in molte città e dell’Opera Garnier a Parigi. Dentro le mobilitazioni c’è stato un inatteso (per chi viene dall’Italia) protagonismo della CGT: il grande sindacato, equivalente transalpino della CGIL, sta tenendo un atteggiamento del tutto differente dal suo omologo italiano. Sempre in appoggio alle pratiche di occupazione e blocco, si sta dimostrando intransigente verso le proposte di governo e padronato. In queste giornate di lotta stanno tornando sulla scena anche i CIP: Comitati di Intermittenti e Precari nati durante le mobilitazioni del 2003-2004 (che portarono all’occupazione del festival di Cannes e alla cancellazione del festival di Avignone), una delle più interessanti forme organizzative del lavoro intermittente e non garantito. È dentro la rete dei CIP che si sono sviluppati un discorso sulla fine del pieno impiego ed interessanti proposte per la tutela del lavoro cognitivo, intermittente e precario che anche la CGT, nonostante il suo impianto lavorista, ha saputo in parte recepire.

Dopo l’Opera, la mattina del 21 marzo è stato occupato a Parigi il Carreau du Temple, un grande spazio culturale a due passi da Place de la Republique da dove seguire la contrattazione fiume ed organizzare il proseguo della lotta. Nella notte tra 21 e 22 marzo un accordo è stato effettivamente raggiunto: col Medef hanno firmato CFDT, CFTC e FO, tagliando fuori la CGT, il sindacato di gran lunga più rappresentativo. Si è deciso di mantenere gli “annexes” dei lavoratori dello spettacolo ma con una generale diminuzione degli indennizzi (fino a meno 300€ al mese!) e l’introduzione di un tetto massimo mensile al reddito lordo totale (stipendio + indennizzi). Anche le garanzie per i disoccupati vengono attaccate.

L’accordo raggiunto ha di fronte a sé ancora un lungo percorso che passa per la ratificazione da parte del governo e per la sua effettiva attuazione. Dal Carreau du Temple e da tutta la Francia gli intermittenti non si dicono disposti a cedere: proprio al Carreau il 23 marzo doveva cominciare l’allestimento di un’importante mostra d’arte, allestimento impedito dagli occupanti rivendicando la loro centralità nell’industria culturale e chiedono spazi per organizzarsi. La notte tra 23 e 24 marzo, alla chiusura delle urne del primo turno delle elezioni municipali, il Carreau è quindi stato sgomberato con la forza. L’amministrazione socialista ha gettato la maschera ed ha violentemente evacuato gli occupanti. Immediata la reazione, nonostante la tarda ora un centinaio di persone hanno raggiunto il comitato elettorale del PS per gridare “Hidalgo la honte!” (Hidalgo vergogna) al sindaco di Parigi Anne Hidalgo.

Dopo questa ultima tesissima notte, la mobilitazione promette di rilanciare ancora il conflitto contro le “negoziazioni” a senso unico che mirano solo ad impoverire e precarizzare. Perché i padroni sono rappresentati al 50% nelle sale di discussione? Da quando la Francia è composta per il 50% da padroni? Perché solo loro possono fare proposte? Il 99% che crea la ricchezza anche qua non è disposto a chinare la testa. Stanchi ma convinti e sorridenti, in tantissimi sono pronti a rispondere all’attacco di Medef e governo socialista. Quello che abbiamo visto fino ad ora, “ce n’était qu’un début…”

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Alcune foto dell’occupazione, della militarizzazione di Parigi e delle ferite causate dal violento sgombero polziesco