INPS: Io Non Posso Saldare

Lavoratori intermittenti, precari, indipendenti contro la gestione separata.


Oggi, 30 novembre, è l’«innominabile data-boia». Coincide, infatti, con il versamento dell’acconto d’imposta, il secondo acconto, non rateizzabile, di tasse e contributi. Si tratta di un anticipo dei versamenti contributivi per l’anno 2012, anno non ancora terminato e per il quale non è anco stata fatta la dichiarazione dei redditi. Come dire: “intanto paga, indipendentemente da quanto hai effettivamente lavorato e fatturato, poi si vedrà”.

Per chi è lavoratore autonomo, partita Iva, l’aliquota relativa alla gestione separata dell’INPS equivale ormai al 27,72% del fatturato. Altrettanto viene sottratto ai compensi dei collaboratori o dei lavoratori a progetto. Oggi è ancora il 27,72%, tra un mese, con la riforma Fornero, l’aliquota raggiungerà il 33%. Un furto nelle tasche di chi è intermittente, precario nelle forme di vita e di lavoro.

La gestione separata dell’INPS è stata introdotta dal ministro Tiziano Treu nel 1996, al seguito della riforma delle pensioni effettuata l’anno prima dal governo tecnico Dini. Sì, sappiamo cosa state pensando: fu proprio Treu, ministro del governo Prodi, ad introdurre la flessibilità nel mercato del lavoro. Con Dini si traghetta la previdenza italiana dal sistema retributivo a quello contributivo, operazione completata dalla riforma Fornero, con Treu si precarizza il lavoro e si introduce una nuova formula previdenziale per chi è un vero e proprio outsider dei diritti e del welfare: indipendenti, partite Iva, collaboratori.

Dal 1996 a oggi l’aliquota della gestione separata è aumentata del 260% (era del 10%, appena introdotta). E di certo, essendo il sistema previdenziale interamente contributivo, le proiezioni relative alle pensioni di autonomi e co.co.pro. non possono far altro che spaventare.

Non è casuale che il presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua, il 5 ottobre del 2010 disse: «Se io riuscissi a dare, ed è impossibile, a un lavoratore a progetto al terzo anno la simulazione della pensione, ci sarebbe forse un sommovimento sociale in Italia».

Oltre il danno, la beffa!

Non è casuale, inoltre, che Equitalia sia per il 49% dell’INPS. Chi ruba, con l’acconto d’imposta, e chi ti dissangua, con le cartelle esattoriali. Mastrapasqua, d’altronde, questi problemi non li ha, guadagna 1,2 milioni di euro l’anno e “occupa” 25 poltrone, tra cui la vice-presidenza di Equitalia stessa. Voluto da Berlusconi e amicone di Gianni Letta, con una mano toglie, con l’altra punisce e toglie ancora di più.

Da oggi cambia musica. Siamo autonomi, intermittenti, precari e non possiamo saldare, perché altrimenti non mangiamo. Siamo qui questa mattina e ci torneremo, tutti i mesi, per denunciare lo scempio del sistema previdenziale italiano. Se non ci ribelliamo, se non impariamo a difenderci, per noi non c’è futuro e già da un pezzo il presente è fatto di stenti. In Italia sono almeno 4 milioni gli oustider del welfare e con la crisi i numeri sono destinati a crescere. E mentre la nave affonda super-compensi e super-pensioni dei super-manager rimangono intatti, anzi, aumentano.

È giunto il momento di dire basta, di gridarlo forte, di riprendersi la propria dignità!