ROMA

#ilcementodiAlemanno: la centralità della Romanina

Qui le cubature raddoppiano

“Centralità urbana metropolitana” così è definita dal PRG l’area di 92ha di Romanina di proprietà del gruppo Scarpellini. La proposta di densificazione della Centralità urbana metropolitana concretizzatasi nella delibera 114 “ Proposta di accordo di programma” portata alla discussione dell’assemblea capitolina dalla Giunta Alemanno non solo aumenta a dismisura i pesi edificatori della centralità portandone la cubatura da 1.129.000 mc. previsti (Sul di 357.000 mq.) dal PRG a 1.920.000 (Sul 607.000 mq.) ma in realtà stravolge e cancella di fatto la centralità urbana metropolitana poiché riduce l’area ad uso pubblico prevista dal PRG dal 60% al 5% concedendo di fatto all’uso privato il 95% della densificazione cubatoria.

In questo modo viene praticamente azzerata l’area dimensionale dedicata a forti funzioni direzionali pubbliche che in quanto tali dovrebbero contraddistinguere il progetto di centralità previsto dal RG. Al tempo stesso si allarga a dismisura la dimensione dell’edilizia abitativa che passa dal 20% (224.000 mc. su Sul di 70.000 mq.) a ben il 70% 1.341.000 mc. su Sul di 406.000 mq. per una cubatura di 1.341.200 mc.

Il progetto Immobilfin del proprietario dell’area Sergio Scarpellini redatto dall’arch. Manuel Salgado (Portogallo) prevede palazzoni di otto piani lunghi 160 mt alti 24 mt. con tre torri di 24 piani alte 64 mt. alle pendici dei Castelli romani sotto Frascati. Secondo tale progetto adottato in toto all’amministrazione comunale i nuovi residenti salirebbero da 3.764 a 10.773 (dati del dipartimento urbanistico).

In sostanza la centralità urbana metropolitana con la proposta di densificazione si trasforma in un puro contenitore di case, attività commerciali e direzionali private. La qualità dell’impostazione del PRG scompare sotto una coltre di cemento quantitativo ecologicamente e ambientalmente distruttivo del territorio e del residuo scampolo di campagna romana. Infine, ma non per ultimo, l’infrastrutturazione trasportistica della centralità così stravolta viene affidata alla cosiddetta metropolitana leggera con rottura di carico Anagnina-Tor Vergata di minore capacità trasportistica (2/3 di meno) soppiantante il prolungamento della metro A previsto dal PRG. Aumentano le cubature e gli insediamenti abitativi e commerciali mentre vengono alleggerite le infrastrutture di mobilità su ferro il cui costo (dai 388 ai 450 milioni di euro) non verrà coperto dalle risorse prodotte dagli oneri concessori e dal contributo straordinario della densificazione se non per l’esigua misura del 13%.

Infatti come detto dalla apposita scheda illustrativa a pag. 2 i costi del metro leggero saranno sostanzialmente coperti tramite project financing con “trasferimento di aree di proprietà comunale (da reperire) a favore del futuro Concessionario, sulle quali rendere possibili operazioni di valorizzazione immobiliare”. In pratica con altro cemento e consumo di suolo in un circolo vizioso espansionistico della città nell’agro romano che occorre assolutamente interrompere. Quindi se la densificazione prospettata non serve neanche a sostenere i costi dell’ancorché inadeguata infrastrutturazione trasportistica si configura come un puro e grande regalo alla rendita speculativa.

Negli incontri di approfondimento nel corso dell’anno e nell’unico incontro partecipativo a norma della delibera 57/06 svoltosi il 12 dicembre scorso indetto dal dipartimento urbanistico comunale è risultato in modo inequivocabile ed argomentato il rifiuto da parte dei cittadini intervenuti e delle realtà partecipative della proposta cementeficatoria e anche del cosiddetto metro leggero. Nel dispositivo della delibera di questa netta e totale contrarietà non si fa cenno alcuno. Si dice solo che gli incontri di approfondimento sono avvenuti. Il Consiglio municipale a larga maggioranza ha approvato nel marzo scorso diverse mozioni che hanno espresso contrarietà alla proposta di Alemanno-Corsini.

Come considerazione finale c’è da aggiungere che l’attuale stravolgimento cubatorio di Romanina ha come radice primigenia la stessa incomprensibile scelta del PRG di collocare su quell’area privata una centralità urbana metropolitana a 200 met. dalla grande centralità pubblica di Tor Vergata (560ha) con la sua Università, il Policlinico, il campus universitario, l’Agenzia aerospaziale, il CNR e, a margine, il centro servizi della Banca d’Italia e la futura città dello sport. Infrastrutturata dalla costruenda metro C e dalla fermata di treno regionale Fr6. L’input speculativo è cominciato da quella scelta.