DIRITTI

Il razzismo è dall’alto verso il basso

Presentato alla Camera dei deputati il Quarto Libro bianco della ong Lunaria: razzismo istituzionale , record negativi dell’Italia, reati di solidarietà, ma anche nuove forme di autorganizzazione sociale.

«Le discriminazioni istituzionali, l’allarmismo dei media, il costante amalgama fra migranti e terroristi, la cattiva gestione dell’accoglienza – almeno in alcuni Stati-membri – non fanno che favorire ondate ricorrenti di xenofobia nei confronti degli indesiderabili, usati come capri espiatori», scrive l’antropologa Annamaria Rivera nel saggio: “Dalle politiche migranticide dell’Unione Europea alle comunità del rancore” che introduce il Quarto Libro bianco sul razzismo in Italia.

Il rapporto è stato curato dalla ong Lunaria ed è stato presentato oggi nella sala Aldo Moro della Camera dei deputati; alla presenza, tra gli altri, di Gabriele Eminente, direttore generale di Medici Senza Frontiere e di Filippo Miraglia, Vicepresidente di Arci nazionale.

Lunaria. L’impegno contro i razzismi Le duecento pagine del Libro bianco dimostrano che esiste: «Una connessione, una dialettica stringente tra le politiche europee e nazionali, da una parte, e, dall’altra, la xenofobia e il razzismo detti impropriamente spontanei». Dice la presidente di Lunaria, Grazia Naletto: «Disarticolare tale dialettica dovrebbe essere il compito di chiunque abbia a cuore il progetto di un’Europa democratica e solidale, pacifica ed egualitaria». E ancora: «La pubblicazione coincide con il nostro compleanno. Venticinque anni di impegno sociale, di attività contro le diseguaglianze e tutte le forme di razzismo. Il Quarto Libro bianco sul razzismo in Italia nasce, in questo senso, come una bussola sufficientemente solida per orientarsi nella difesa dei diritti». Anche se – come racconta lo stesso rapporto: «Il vento sembra però spirare in tutt’altra direzione».

Le politiche degli Stati europei alimentano la xenofobia Uno dei dati che emerge è che nonostante in paesi come Austria e Francia siano stati per il momento politicamente sconfitti i volti più retrivi e pericolosi della xenofobia e del razzismo, il segno del dibattito pubblico e delle conseguenti politiche europee e nazionali adottate, ne rimane fortemente condizionato. Si può affermare, in questo modo, che i partiti che si richiamano a tali ideologie non hanno bisogno di vincere le elezioni, perché sono diventati già egemoni a livello politico, sociale, culturale, in Europa e anche in Italia. Lo raccontano i provvedimenti adottati dai diversi Stati negli ultimi due anni, specialmente; a cui il Libro Bianco fa riferimento. In questo senso, l’Agenda europea sulle migrazioni, l’accordo tra Unione Europea e Turchia del 2015, gli accordi di cooperazione stretti con stati dittatoriali, gli attacchi continui alle Ong e la criminalizzazione della società civile, le ultime riforme della normativa nazionale sul decoro e la sicurezza urbana, rappresentano ostacoli all’integrazione delle persone posti in essere dalle stesse istituzioni. «Muri che servono a nascondersi, per proteggere chi sta in alto da chi sta in basso», li definisce la Ong Lunaria.

Pianeta Italia, patria del razzismo senza pudore Il Libro Bianco racconta il razzismo quotidiano che attraversa il nostro Paese a partire dal lavoro di monitoraggio, denuncia, informazione e sensibilizzazione che la Ong promuove già con il sito www.cronachediordinariorazzismo.org. A partire da domande come queste: «Le leggi consentono di delineare con certezza il confine che separa le legittime opinioni dai discorsi denigranti e razzisti? E le norme sono sempre giuste?». Quesiti (questi ultimi) a cui prova fornire delle risposteL’abile uso della retorica della paura nasconde norme e scelte lesive dei diritti”, il saggio scritto dalla stessa Grazia Naletto e inserito nel rapporto. Così: «Un tempo il discorso leghista sulle migrazioni era isolato. Ora ha conquistato l’egemonia nel dibattito pubblico e ha dimostrato di saper influenzare le prassi amministrative e normative delle istituzioni». Scrive la presidente di Lunaria: «Negli ultimi anni il movimento leghista ha amplificato la propaganda contro i migranti, i richiedenti asilo e i Rom. Il risultato è il razzismo senza pudore di oggi, che attraversa indiscriminatamente movimenti e partiti, di destra e di sinistra ».

Quando aiutare gli altri è un crimine Un po’ in tutti i paesi europei, parallelamente, si assiste anche a una crescente criminalizzazione di singoli cittadini e volontari che prestano assistenza ai migranti. Il Libro bianco sul razzismo riporta diversi episodi che testimoniano quanto sia diffuso, ovunque, un clima politico di delegittimazione della solidarietà. È la storia di Lisbeth Zornig Andersen, una cittadina danese benestante che nel 2015, vedendo migliaia di profughi siriani in viaggio verso la Svezia, si era attivata per aiutarli. La donna aveva ospitato una famiglia con bambini, poi aveva dato loro un passaggio in auto e aveva organizzato una rete di solidarietà con altri cittadini disposti a dare una mano. Per queste attività Lisbeth è stata condannata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Li chiamano reati di solidarietà. Ed è soprattutto in Francia che si sono registrati più casi. Uno di questi è Rob Lawrie, militare inglese in pensione, era stato arrestato nell’ottobre 2015 per aver aiutato una bambina afgana a lasciare la “giungla” di Calais e a ricongiungersi con i familiari in Inghilterra. Inizialmente accusato di “favoreggiamento” (reato che in Francia prevede pene detentive) si è visto derubricare la pena a una multa per aver “messo in pericolo la vita altrui”.

Le società che si organizzano. Oltre la recrudescenza del fenomeno razzista nelle tante forme che questo assume, nel rapporto di Lunaria sono raccontate anche le tante esperienze europee di solidarietà dal basso, per dirla con il titolo del saggio di Serena Chiodo, in cui sono raccontate le esperienze degli sportelli legali, le mense auto-organizzate, i poliambulatori autogestiti. Scrive la ricercatrice: «Sono spazi di aiuto autonomo, a fronte di una grave assenza istituzionale, ma anche di condivisione di esperienze di vita oltre che, soprattutto, di resistenza al modello di società escludente generalmente portato avanti dalla politica – europea e, a cascata, nazionale e locale».