PRECARIETÀ

Il progetto di Officine Zero è a rischio!

Gli spazi di Oz – Officine Zero, sono stati messi all’asta. Speculatori e palazzinari minacciano un patrimonio di autogestione produttiva fondamentale per tutto il quadrante Tiburtino-Prenestino. Giovedì 26 novembre alle 18 assemblea pubblica a sostegno di OZ. Firma l’appello!

Il meccanismo dell’asta fallimentare si è definitivamente messo in moto e il rischio di chiusura è imminente. Officine Zero nasce come risposta alla crisi delle Officine ex-RSI, che per quasi un secolo hanno lavorato alla manutenzione dei treni notte. Occupate nel 2012 dagli operai in cassa integrazione, il 1° giugno 2013, di fronte al fallimento dell’azienda decretato dal Tribunale di Lecco, un’ampia coalizione sociale, che da tempo già sosteneva la vertenza operaia, ha riaperto i cancelli della fabbrica con un progetto di riconversione, per dare nuove prospettive all’occupazione già in atto.

Oggi, dopo due anni, Oz-Officine Zero rappresenta un’esperienza innovativa di economia collaborativa, in cui operai, artigiani, freelance e studenti si uniscono, mettendo in sinergia produzione materiale e immateriale. Officine di riparazione, riuso e upcycling, uno spazio di coworking, una “Camera del Lavoro Autonomo e Precario” con servizi di assistenza legale, fiscale e previdenziale, uno studentato universitario e una mensa popolare. Tutto questo e molto altro è Oz-Officine Zero, una fabbrica recuperata e riconvertita, aperta alla città e ai movimenti.

Oggi tutto questo è a rischio ed è arrivato ad un momento di svolta. Dopo la recente vendita della filiale di Lecco della ex RSI, i tempi si sono bruscamente accelerati, i beni della società sono sottoposti a procedimento fallimentare in attesa di asta. Per anni la situazione è rimasta in stallo, senza prospettive di reintegro per gli ex-operai, senza un orizzonte produttivo per le officine, con il rischio di una speculaizone alle porte.

Oggi Oz-Officine zero ha bisogno del sostegno di tanti. Non si tratta di difendere solo uno spazio e un progetto, ma di affermare la possibilità di un’alternativa concreta alla crisi. In una città commissariata, con un sindaco destituito dall’alto, dove continuano a governare poteri forti e passioni tristi, dove la privatizzazione avanza e la precarietà è la regola, dove ogni progetto innovativo dal basso viene ostacolato, è tempo di alzare la testa e di mettere in comune i frammenti più vivi.

Per questo vi invitiamo a partecipare giovedì 26 novembre ad una ampia assemblea pubblica in cui a partire dal progetto e dall’attuale emergenza di OZ – Officine Zero vorremmo costruire collettivamente un dibattito di più ampio respiro che si interroghi sulle trasformazioni che investono il mondo del lavoro, le città e la vita stessa delle persone.

Assemblea 26.11: l’Evento FB

Contatti:

Sito oz.officinezero.org

FB: OZ – Officine Zero

Mail: oz.segreteria@gmail.com

La Campagna video a sostegno di Oz-OfficineZero (realizzata da CoWork – Oz)

Oz – Officine Zero: non salta con l’asta


Oz – Officine Zero: non scatta con l’asta


Oz – Officine Zero: non chiude con l’asta

Altri video

PAZZA IDEA .Il documentario che racconta la nascita del progetto Officine Zero, OZ

‪Occupy, Resist, Produce – Officine Zero, un film di Dario Azzellini e Oliver Ressler, 2015‬

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“OZ Officine Zero – Non si chiude con l’asta”

La riconversione produttiva da difendere e sostenere.

La crisi sociale e ambientale che viviamo in Europa da molti anni ha prodotto effetti drammatici di lunga durata. Non bastano annunci di ripresa o qualche dato economico in controtendenza, ma sono necessarie risposte inedite, radicali e coraggiose.

Le Officine ex-RSI (manutenzione dei treni notte, ex Wagon Lits) sono state occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in cassa integrazione. Il 1° giugno 2013, di fronte al fallimento dell’azienda decretato dal Tribunale di Lecco, un’ampia coalizione sociale, che da tempo già sosteneva la vertenza operaia, ha riaperto i cancelli della fabbrica con un progetto di riconversione, per dare nuove prospettive all’occupazione già in atto.

Oggi, dopo due anni, Oz-Officine Zero rappresenta un’esperienza innovativa di economia collaborativa a Roma e nel Lazio. Eliminando ogni relazione verticale, operai, artigiani, freelance e studenti si uniscono e mettendo in sinergia produzione materiale e immateriale. Attraverso l’intreccio di competenze prende piede il progetto di riconversone produttiva, all’insegna del riuso e della sostenibilità ambientale. Vengono recuperati gli spazi, ripristinati i macchinari e, grazie a ciò, attivate le officine di riparazione e upcycling, uno spazio di coworking per freelance e professionisti atipici, una “Camera del Lavoro Autonomo e Precario” con servizi di assistenza legale, fiscale e previdenziale, uno studentato universitario e una mensa popolare.

Il riuso, la trasformazione, la rottura dello schema tradizionale prodotto-consumo-rifiuto sono l’anima del progetto di riconversione, in linea con le nuove indicazioni strategiche europee in materia di prevenzione ambientale ed uso efficiente delle risorse. Questo fa di OZ- Officine Zero un prototipo innovativo di riconversione produttiva ed ecologica, riconosciuto e studiato a Roma e in molti paesi del mondo, grazie alla fitta rete di realtà incontrate in campo lavorativo, istituzionale e accademico e grazie al sostegno dei movimenti sociali che lo accompagnano dalla nascita.

Un’esperienza che rischia di chiudersi.

La curatela fallimentare ha infatti messo in moto le procedure che, dopo il 15 novembre 2015, porteranno all’asta dei beni mobili e immobili, con il rischio che un enorme patrimonio di questa città venga svenduto, senza alcuna tutela dell’area e del lavoro. Per questo OZ-Officine Zero ha bisogno di mobilitazione e sostegno immediato da più parti.

Facciamo dunque appello alla società civile, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai movimenti, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni. Chiediamo con forza alle Istituzioni (Regione Lazio e Roma Capitale in primis) di dare continuità agli impegni presi finora, scongiurando lo sgombero, tutelando il futuro occupazionale dei lavoratori e sostenendo il progetto di riconversione.

Non si tratta di difendere solo uno spazio e un progetto, ma di affermare la praticabilità di un’alternativa concreta alla crisi: attraverso la cooperazione e il mutualismo si può produrre occupazione, per combattere la povertà, la speculazione edilizia e la devastazione ambientale.

Per adesioni e info:

oz.segreteria@gmail.com

www.change.org/p/roma-enti-locali-oz-officine-zero-non-si-chiude-con-l-asta

PRIMI FIRMATARI:

Mario Agostinelli (Esperto di energia, ex-dirigente ENEA) – Fabio Alberti (Fondatore di Un Ponte Per) – Giso Amendola (Docente di Sociologia del diritto presso l’Università di Salerno) – Association pour l’autogestion (France) – Dario Azzellini (Johanes Kepler Universitat Linz) – Andrea Baranes (Economista, Fondazione Banca Etica) – Piero Bernocchi (Portavoce Nazionale COBAS) – Marco Bersani (Attac Italia) – Bruno Cartosio (Docente di storia dell’America del Nord all’Università di Bergamo) – Alberto Castagnola (Economista) – Maurizio Cavalieri (Presidente dell’Associazione Operatori del Mercato di Porta Portese) – Carlo Cellamare (Docente di urbanistica, La Sapienza) – Roberto Ciccarelli (Giornalista), Chef Rubio (Artista) – Cooperativa Textil Pigue (Fabbrica recuperata, Argentina) – Coordinamento degli Spazi Collaborativi della Città Metropolitana di Roma (rete coworking, roma) – Luigi Corvo (Docente di Economia delle aziende non profit e delle imprese sociali, Università di Torvergata) – Marina Crialesi (Attrice) – Giuseppe De Marzo (Libera Contro le Mafie) – Marica Di Pierri (Associazione A Sud) – Alessandra Di Pietro (Sceneggiatrice) – Enzo Di Salvatore (Costituzionalista, università di Teramo) – Roberto Ditta (Fotografo) – Don Pasta (Artista) – Daniele Gaglianone (Regista) – Garrincha Dischi (Etichetta discografica) – Elio Germano (Attore) – Augusto Illuminati (Docente di Storia della Filosofia Politica, Università di Urbino) – Naomi Klein (Giornalista e scrittrice) – Augusto Lacala (Presidente della Rete Nazionale Operatori dell’Usato) – Maurizio Landini (Segretario generale FIOM) – Sara Lorenzini (Attrice) – Michele Luminati (Direttore Istituto Svizzero) – Raniero Maggini (Presidente di Occhio del Riciclone) – Rossella Marchini (Architetto) – Ugo Mattei (Docente di diritto civile all’Università di Torino) – Sandro Medici (Giornalista, politico) – Sandro Mezzadra (Docente di storia delle dottrine politiche, Università di Bologna) – Eduardo Murua (IMPA, Movimiento nacional de empresas recuperadas) – Paolo Napoli (Directeur d’études, l’EHESS – Paris) – Enrico Parisio ( Millepiani Coworking) – Martina Pignatti (Presidente di Un Ponte Per) – Giovanna Ricoveri (economista, teorica dei beni comuni) – Ri.Maflow (Fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio) – Gianni Rivieccio (Produttore) – Andres Ruggeri (Facultad Abierta, Università di Buenos Aires) – Italo Sabetta (Regista) – Enzo Scandurra (Urbanista) – Sara Serraiocco (Attrice) – Marina Sitrin (City University New York) – Antonello Sotgia (Urbanista) – Lo Stato Sociale (Band Musicale) – Ivan Stomeo (Sindaco di Melpignano) – Riccardo Troisi (docente dell’Universidad coopertiva de Colombia; comune.info) – Benedetto Vecchi (Giornalista, Presidente cooperativa Il Nuovo Manifesto) – Guido Viale (Economista) – Paolo Virno (Docente di filosofia del linguaggio, Roma 3) – Wu Ming (collettivo di scittori) – Tonino Zangardi (Attore) – Zerocalcare (Fumettista) – Davide Zurolo (artista)